Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Un nuovo inizio: la letteratura israeliana: differenze tra le versioni

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Non c'è quasi trama nelle storie di Yizhar, non importa quanto siano lunghe, né sviluppo. Sebbene avvengano dibattiti, si misurino i pro ed i contro, il protagonista non subisce una trasformazione o maturazione. Il dibattito, specie quello interiore, viene condotto in un linguaggio di una ricchezza eccezionale, e anche il tipo di osservazione è rimarchevole — chi riflette viene posto in contrasto con l'ambiente, spesso fondendosi in esso. Poi c'è il gruppo che confronta il protagonista, composto da persone insensibili, conformiste, normative. Ci sono quattro interpreti in una storia di Yizhar: l'"Io", il gruppo che fa pressioni, la vittima — forse una proiezione sentimentale delle affinità del protagonista, e la lingua, inumana ma incisa con precisione. Ambiente, flora, fauna, suoni di battaglia, conversazioni tra soldati, coscienza degli individui e, soprattutto, la consapevolezza del personaggio principale — tutto viene descritto intensamente. Ma la trama non si muove. Gira sul suo asse, e la situazione rimane in gran parte immutata, la stessa di quando inizia la storia, sebbene ora le opzioni siano state presentate esaurientemente,e l'"Io" può prendere una decisione. Tuttavia, tale decisione sarà inefficace.<ref name="Yizhar"/>
 
La [[w:Guerra arabo-israeliana del 1948|guerra di indipendenza]] è il catalizzatore del conscio più efficace. Se i primi racconti di Yizhar si erano concentrati su un dilemma morale posto all'eroe, la guerra poteva porre tale dilemma costantemente e in forma più acuta. Nonostante la mancanza di azione, c'è una grande passione in ogni frase della prosa per stabilire il carattere preciso dell'ambiente e l'umore individuale. Ma tutti gli individui sono simili. Sono in verità aspetti del collettivo, e una volta individuati, non sono così differenti dal narrante. Come l'individuo non si sviluppa realmente e la trama non porta avanti la storia, così i personaggi non vengono separati. Abbiamo un'esposizione brillante di una situazione statica, sentita, analizzata e lasciata. Per tale ragione, l'autore è incagliato nell'adolescenza, da cui non riesce a spostarsi. Interessante è il fatto che i suoi racconti ultimi la riportino all'infanzia, e non va oltre allo "storia che non era inziata" (titolo di uno dei racconti stessi): il mondo dell'infanzia ed il mondo di verità primaria dell'autore, dove l'ego rimane esclusiovo e affranto, dove nessuno può condividere dal di fuori il dolore del narratore. Ma è vero anche l'inverso, perché l'autore non riesce ad estendere i suoi sentimenti ad altri personaggi e quindi costruire una storia che prenda in considerazione differenze e approfondimenti. L'immaginazione è stentata e lasciata pertanto a stornare una situazione che è già stata esplorata. La produzione di Yizhar è l'opera di un virtuoso "su un unica corda", come afferma il critico letterario Baruch Kurzweil.<ref name="Dia">James S. Diamond, ''[[:en:w:Baruch Kurzweil|Barukh Kurzweil]] and modern Hebrew literature'', Calif. Scholars Pr. Brown Judaic Studies, 1983; {{cita libro|nome=David G.Roskies|cognome=Roskies|titolo=The Modern Jewish Experience: a Reader's Guide|curatore=Jack Wertheimer|editore= NYU Press|anno=1993|capitolo=Modern Jewish Literature|url=http://books.google.com/books?id=btDQXwiZtqwC&lpg=RA1-PA214&dq=%22baruch%20kurzweil%22&lr=&client=opera&pg=RA1-PA214#v=onepage&q=%22baruch%20kurzweil%22&f=false}}p. 214.</ref>
 
[[File:Yehuda Amichai1.jpg|thumb|Il poeta israeliano Yehuda Amichai]]
La poesia ebraica in ebraico deriva molta della sua potenza dal condurre un dialogo con le proprie fonti. La letteratura ebraica nel corso del tempo, col suo materiale linguistico, è stata la veste che ha ricoperto la nuova produzione; le fonti bibliche e, in parte, le [[w:letteratura rabbinica|fonti rabbiniche]] sono servite ai poeti ebrei medievali nelle loro innovazioni metriche, ricercando sia un'ispirazione religiosa sia il linguaggio appropriato per versi occasionali. Tale è stata la natura di una lingua non usata in normale conversazione, ma permeata da antiche ascendenze letterarie.<ref name="Dia"/>
 
E ciò vale anche per la poesia israeliana, che usa una lingua ora parlata. L'[[w:lingua ebraica|ebraico]] solo recentemente (relativamente alla sua storia) è risorto come vernacolo, e l'eco principale delle cadenze ebraiche deve originarsi dalla sua tradizione, una tradizione di storia ebraica e di liturgia ebraica. La poetica israeliana è scritta sullo sfondo di guerre recenti, dell'Olocausto europeo, di una stato di assedio continuo, di una situazione apparentemente molto cambiata che getta ombre di lato e all'indietro in somiglianze sconcertanti. Il poeta israeliano, commentando il presente, si focalizza sul proprio passato. '''[[w:Yehuda Amichai|Yehuda Amichai]]''' (1924-2000), nato a [[w:Würzburg|Würzburg]] e all'anagrafe Ludwig Pfeuffer, fa riferimento a se stesso e alla propria storia, pertanto anche alla storia degli ebrei — poiché è l'Israele in evoluzione che Amichai ha sperimentato dal 1936, all'ombra dell'Europa che lasciò con la sua famiglia. Questa svolta personale riflette anche i contorni itineranti della vita ebraica, della vecchia diaspora o, per dargli un nome religioso con connotazioni negative, dell'esilio. Emigrato per creare una storia nuova nell'Israele emergente, autodeterminante.<ref name="Amichai">Vasta è la produzione poetica, in varie lingue, di Yehuda Amichai e le opere critiche che ci si riferiscono. Per una bibliografia esauriente, che include le traduzioni, cfr. Essi Lapon-Kandeslshein, ''To Commemorate the 70th Birthday of Yehuda Amichai: A Bibliography of His Work in Translation'', Institute of the Translation of Hebrew Literature, 1994. Tra gli autori consultati, si vedano Nili Scharf Gold: Yehuda Amichai: The Making of Israel's National Poet, Brandeis University Press, 2008; [[:en:w:Yehudit Tzvik|Yehudit Tzvik]]:''Yehuda Amichai: A Selection of critical essays on his writing,'' Hakibbutz Hameuchad, 1988; [http://www.forward.com/articles/14134/ Joshua Cohen; "The Poet Who Invented Himself", ''Forwads.com'' 04/09/2008]; [http://www.poetryfoundation.org/bio/yehuda-amichai Biografia su ''Poetry Foundation'']; [http://www.uvm.edu/%7Esgutman/Amichai.htm "Yehuda Amichai's Poetry"], introduzione alla poesia di Amichai, in audio. In italiano sono state pubblicate le seguenti opere: ''La novella d'Israele'', Spirali [raccolta di novelle di: Aharon Appelfeld, Amalia Kahana-Carmon, Amos Oz, Abraham B. Yehoshua, D. Shahar, Ruth Almog, Yaakov Shabtai, Yitzhak Orpaz-Auerbach, Yitzhak Ben Ner, Yossl Birstein], 1987 ; 2000 ''Ogni uomo nasce poeta'', Di Renzo Editore, 2000; ''Poesie'', Crocetti, 2001.</ref>
 
Amichai delinea la tensione di questa situazione mediante un contrappunto costante. La sua abilità particolare, sia in poesia che in prosa, è l'accostamente inatteso di immagini disparate da sfere contrastanti. Le sue poesie di solito non si sviluppano dialetticamente o linearmente: consistono di allusioni e riquadri che indicano lo stato d'animo. La sua è un'anima divisa, attratta a volte da due poli opposti, come egli stesso dipinge tale movimento, in alto e verso il basso, al cielo dimora tradizionale di Dio, in terra verso preoccupazioni mondane. "Mi chiamano",<ref>La traduzione italiana è estemporanea, e certamente non rende l'inflessione e bellezza dell'originale.</ref> da una raccolta recente:
:''Taxi giù<br/>
:''E angeli su<br/>
:''Sono impazienti.<br/>
:''Allo stesso tempo<br/>
:''Mi chiamano<br/>
:''Con voce terribile.<br/>
:''Sto venendo, sto<br/>
:''Venendo,<br/>
:''Vengo giù,<br/>
:''Vengo su!''<br/>
 
Luogo comune nell'opera di Amichai è la vicinanza del meccanico moderno con lo spirituale antico, entrambi al centro dell'attenzione narrante. Usando un'immagine di tale tipo per catturare gli effetti della morte "reale" del padre in narrazione (dal racconto ''Morte di mio padre'' in ''Baruah Hanoraah Hazoth''), scrive: "Una volta si chiamava Dio in aiuto, ora si chiama un taxi". Poi declama:
 
:''Dio è coricato supino sotto il mondo<br/>
:''Sempre impegnato in riparazioni, sempre qualcosa si guasta<br/>
:''Avrei voluto vederlo per intero ma vedo<br/>
:''Solo la suola delle sue scarpe e piango''<br/>
 
E in una poesia, "Laem" ("Alla madre"), paragona la duplice funzione della madre alle due braccia di un mulino a vento protese verso l'alto in preghiera, "piangendo al cielo", e due verso il basso per cucinare "preparando le porzioni" (''Shirim'', Poesie). Forse la fonte principale della grande popolarità di Amichai, e affermazione della centralità dei suoi versi sulla scena letteraria israeliana, è il colore drammatico col quale ha rivestito questo tema; l'effetto di un passato funzionalmente morto ma non troppo distante su un presente che è stato modellato da tale passato. Amichai quindi può rappresentare l'esperienza collettiva di una generazione attraverso la propria vita che ci offre nei suoi scritti. Il passato non è forse più vitale nel suo senso originale, ma morde ancora, anche se con una presa differente. Dio è morto? Beh, sì, forse lo è, ma il suo cadavere è ancora con noi. In un'altra breve poesia, "Il Destino di Dio" (dalla raccolta in inglese ''Selected Poems'', 1971), scrive:
:''Il destino di Dio<br/>
:''È ora<br/>
:''Il destino di alberi pietre sole e luna<br/>
:''Che smisero di adorare<br/>
:''Quando iniziarono a credere in Dio.<br/>
:''Ma Egli è costretto a rimanere con noi<br/>
:''Come anche gli alberi, come anche le pietre<br/>
:''Il sole, la luna e le stelle.''<br/>
 
==Galleria di autori israeliani==
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<references/>
 
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