Storia della letteratura italiana/Alessandro Tassoni: differenze tra le versioni
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Autore di testi originali e polemici, Alessandro Tassoni ha legato il proprio nome al poema eroicomico, il genere letterario che ha inaugurato con la sua ''Secchia rapita''. Visse però anche un'intensa attività diplomatica e politica, e fu legato in particolare alla corte dei Savoia, dei quali condivideva l'inclinazione anti-spagnola.
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[[Immagine:Alessandro Tassoni.gif|thumb|left|Alessandro Tassoni]]
All'università studiò diritto prima a Modena, poi a Bologna, Pisa e Ferrara, dove conseguì la laurea. Si diede per qualche anno ad atti di bullismo, accompagnato da alcuni ragazzi che facevano capo ai signorotti locali, vivendo per lo più a Nonantola, da cui fu espulso nel 1595 a causa dei continui episodi di delinquenza.<ref>Vittorio G. Rossi, ''Tassoni'', Milano, Edizioni Alpes, 1931, pp. 12-23.</ref>
Nel 1597 fu chiamato a Roma dal cardinale Ascanio Colonna in qualità di suo segretario, e al suo seguito andò in Spagna tra il 1600 al 1603.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di storia della letteratura'', ''Il Barocco, l'Arcadia e l'Illuminismo'', Torino, Paravia, 2001, p. 36.</ref> Il 21 giugno 1589 era stato eletto accademico della Crusca. Ammirò Carlo Emanuele I di Savoia,
Dopo aver soggiornato a Torino presso i Savoia tra il 1620 e 1621, si ritirò, amareggiato dalla politica, a vita privata. Passò al servizio prima del cardinal Ludovico Ludovisi e, fino alla morte avvenuta a Modena il 25 aprile 1635, del duca Francesco I d'Este.<ref name="Baldi37">Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di storia della letteratura'', ''Il Barocco, l'Arcadia e l'Illuminismo'', Torino, Paravia, 2001, p. 37.</ref>
==Scritti
Tassoni fu autore di importanti scritti in prosa, che risentono da un lato della sua controversa carriera politica, dall'altro del suo carattere polemico e amante del paradosso.
Le ''Considerazioni sopra le Rime del Petrarca'', scritte nel 1602 ma pubblicate nel 1609, rappresantano la prima espressione del rifiuto secentesco di seguire pedissequamente il modello petrarchesco e le norme aristoteliche.<ref name="Baldi37" />
I ''Pensieri diversi'' furono pubblicati una prima volta nel 1608, quindi vennero editi in una versione accresciuta in nove libri nel 1612 e completati nel 1620 con un decimo libro. Quest'ultimo, in particolare, è dedicato a un ''Paragone degli ingegni antichi e moderni'', dal quale emerge un atteggiamento di polemica nei confronti dei modelli tradizionali e di opposizione a ogni forma di adorazione del passato, a cui Tassoni risponde affermando la superiorità dei tempi moderni.<ref name="Baldi37" /> In seguito, il tema del confronto tra antichi e moderni impegnerà gli intellettuali francesi a cavallo tra Seicento e Settecento.
Le ''Filippiche'', in cui sono presenti molti richiami a [[../Niccolò Machiavelli|Machiavelli]], comparvero anonime nel 1615 e hanno come bersaglio l'impero spagnolo di Filippo III. L'autore sostiene la politica di Carlo Emanuele I di Savoia e si rivolge a tutti i principi italiani per incitarli alla ribellione contro lo straniero. In seguito Tassoni avrebbe negato la paternità dell'opera, ma gli storici della letteratura sono concordi nell'assegnarne a lui la partenità.<ref name="Petronio402">Giuseppe Petronio, ''L'attività letteraria in Italia'', Palermo, Palumbo, p. 402.</ref>
== La ''Secchia rapita'' ==
{{vedi source|La Secchia rapita}}
[[File:SecchiaRapita.JPG|thumb|''La secchia rapita'', esposta all'interno della Torre Ghirlandina]]
La sua opera più famosa è ''La secchia rapita'', un poema in dodici canti in ottave iniziato nel 1614 e pubblicato a Parigi nel 1621, quindi rieditato a Venezia nel 1630 nella sua versione definitiva. L'opera è considerata il primo e più noto esempio di '''poema eroicomico''',<ref name="Ferroni409">Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 409.</ref><ref name="Petronio402"/> un genere nato dalla crisi del poema cavalleresco che, pur rispettando i metri e i canoni tradizionali (in particolare le unità aristoteliche) e utilizzando il linguaggio epico, narra un evento completamente privo di eroicità – non per fare una parodia, ma per giocare sull'alternanza tra serio e comico.<ref name="Ferroni410">Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 410.</ref>
Nella ''Secchia rapita'', lo schema dell'azione segue i canoni teorizzati da [[../Torquato Tasso|Tasso]] per il poema, ma il significato alto del genere eroico viene svuotato da alcuni elementi, primo tra tutti la scelta di Tassoni di narrare un evento storico di limitata importanza e di invertirne l'ordine dei fatti. Scopo dell'autore non è infatti l'elevazione morale del lettore, ma più semplicemente il diletto, perseguito attraverso la sperimentazione di un nuovo genere letterario.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di storia della letteratura'', ''Il Barocco, l'Arcadia e l'Illuminismo'', Torino, Paravia, 2001, p. 37.</ref>
Il poema eroicomico avrà una certa fortuna nel Seicento e nel Settecento. Tra le altre opere di questo genere si possono ricordare ''Lo scherno degli dei'' di Francesco Bracciolini (1566-1645), ''L'asino'' di Carlo de' Dottori, ''Il malmantile riacquistato'' di Lorenzo Lippi (1606-1665), ''Ricciardetto'' di Nccolò Forteguerri (1674-1735).<ref name="Ferroni410" />
== Note ==▼
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== Altri progetti ==
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[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Tassoni]]
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