Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Dalla periferia al centro in America: differenze tra le versioni

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{{q|Mi era così profondamente radicata nella coscienza, che penso di aver creduto per tutto il primo anno scolastico che ognuna delle mie insegnanti fosse mia madre travestita. Come suonava la campanella dell'ultima ora, mi precipitavo fuori di corsa chiedendomi se ce l'avrei fatta ad arrivare a casa prima che riuscisse a trasformarsi di nuovo. Al mio arrivo lei era già regolarmente in cucina, intenta a prepararmi latte e biscotti. Invece di spingermi a lasciar perdere le mie fantasie, il fenomeno non faceva che aumentare il mio rispetto per i suoi poteri. Ed era sempre un sollievo non averla sorpresa nell'atto dell'incarnazione, anche se non smettevo mai di provarci; sapevo che mio padre e mia sorella ignoravano la vera natura di mia madre, e il peso del tradimento, che immaginavo avrei dovuto affrontare se l'avessi colta sul fatto, era più di quanto intendessi sopportare all'età di cinque anni. Credo addirittura di aver temuto che, qualora l'avessi vista rientrare in volo da scuola attraverso la finestra della camera o materializzarsi nel grembiule, membro dopo membro, da uno stato d'invisibilità, avrei dovuto per questo morire.|''[[w:Lamento di Portnoy|Portnoy's Complaint]]'', [[q:Philip Roth#Lamento di Portnoy|Incipit]]<ref name="Portnoy"/>}}
 
Non riesce a sposarsi, perché non vede la donna come pari, ma solo come mezzo per sfogarsi privatamente. Non si è maturato, anche perché i suoi genitori stanno ancora con lui. E quindi si è congelato in un comportamento infantile: "Cristo santo, un uomo ebreo con i propri genitori ancora vivi è un ragazzino di quindici anni, e rimarrà un quindicenne finché non moriranno." Poi in seguito si corregge: "Un uomo ebreo con i genitori ancora vivi è per metà del tempo un bambino inerme." Ciò che vuole, come dice al dottore, è di rimettere [[w:Es (psicologia)|l'Id]] nello [[w:ebreo|yid]]." Con "Id" presumibilmente intende una scala verso la matuirità. Il bambino non riesce a distinguire il suo ''ego'' dal resto del mondo. Il processo di maturazione estrae l'ego in un compartimento separato, da cui si può attingere il residuo di sentimenti primordiali. Portnoy non ha passato la fase dell'ego. Per esemplificare ciò, egli riesce a conquistare le donne americane con una certa facilità. Queste donne gli sono inferiori e quindi eseguono semplicemente funzioni sessuali. Tuttavia, in Israele le donne sono aggressivamente "liberate", alla pari, e Portnoy non può relazionarci sessualmente. Naomi la [[w:Kibbutz|kibbutznik]] gli dice: "Non sei altro che un ebreo che odia se stesso." Alla faccia di tutta la sua prestanza sessuale, pare proprio che sua madre lo abbia castrato.<ref name="Portnoy"/> In questo romanzo, comqcome in tante altre versioni [[w:Diaspora ebraica|diasporiche]] di Israele, l'israeliano è visto paradossalmente come l'ebreo inverso. È paradossale perché Israele aspira a creare l'ebreo più completo, l'ebreo senza vincoli debilitanti, come lo postulava [[w:Franz Rosenzweig|Rosenzweig]]. Ma il mito dell'ebreo come figura essenzialmente diasporica che emrgeemerge da condizioni locali in una situazione minoritaria, va bene per Portnoy. Cerca tipicamente di strapparsi via i ceppi ed entrare nel mondo degli adulti. Philip Roth ha raggiunto la fama scolpendo versioni ed interpretazioni dell'ebreo sociale nell'America contemporanea, usando spesso un'sarcasmo ed un ''sense of humour'' spassosi e peculiarmente ebraici, appunto.<ref name="Portnoy"/><ref name="Roth"/>
 
[[File:Chaimpotok.jpg|thumb|left|[[w:Chaim Potok|Chaim Potok]] nel 1985, che firma un suo libro per un'ammiratrice]]