Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Dalla periferia al centro in America: differenze tra le versioni

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|isbn= 978-88-06-21086-1
}}</ref> che ripete interminabilmente la proposizione implicita inizialmente nei dettagli della storia. Il romanzo non prende, forse perché l'azione non è generata dallo sviluppo dei personaggi.<ref name="Roth"/>
 
Roth si fece conoscere con una raccolta di racconti, ''[[w:Addio, Columbus e cinque racconti|Goodbye Columbus]]'' (1959), che vinse il [[w:National Book Award|National Book Award]] nel 1960 ed il ''Daroff Award of the Jewish Book Council of America''.<ref name="Columbus">''[[w:Addio, Columbus e cinque racconti|Goodbye Columbus]]'', Houghton Mifflin, 1959 (trad. ital. ''Addio, Columbus e cinque racconti''). La raccolta contiene: ''Goodbye, Columbus'', trad. ''Addio, Columbus'' (ma il traduttore Mantovani decide di lasciarlo in originale), scritto per il volume; ''The Conversion of the Jews'', trad. ''La conversione degli ebrei'', apparso in "[[w:The Paris Review|The Paris Review]]", primavera 1958; ''Defender of the Faith'', trad. ''Difensore della fede'', apparso in "[[w:The New Yorker|The New Yorker]]", marzo 1959; ''Epstein'', trad. id., apparso in "The Paris Review", estate 1958; ''You Can't Tell a Man by the Song He Sings'', trad. ''Non si può giudicare un uomo dalla canzone che canta'', apparso in "Commentary", 1957; ''Eli, the Fanatic'', trad. ''Eli, il fanatico'', scritto per il volume. Cfr. [http://www.nytimes.com/1989/10/01/books/goodbye-newark-roth-remembers-his-beginnings.html "<small>GOODBYE NEWARK: ROTH REMEMBERS HIS BEGINNINGS</small>"], articolo sul ''NY Times'' 01/10/1989, nel 30° anniversario della pubblicazione.</ref> Lo scrittore è particolarmente virtuoso ed apprezzato nel genere del racconto o novella, dove il personaggio non deve essere sviluppato troppo a lungo. Qui, rispecchiando le giovani preoccupazione dell'autore, riconosciamo l'opposizione da parte del narrante contro la linea ufficiale promulgata da una figura dell'establishment. Nel racconto ''The Conversion of the Jews'', il giovane Ozzie contesta il suo [[w:rabbino|rabbino]]/insegnante. "Ozzie sospettava che avesse memorizzato le preghiere e si fosse completamente dimenticato di Dio", e poi gli dice direttamente: "Lei non sa nulla di Dio". Il giovane, cercando la verità, non riesce a sopportare l'ipocrisia e la finzione in coloro che lo dovrebbero guidare nella vita. Nella sua ricerca religiosa, Ozzie rifiuta quella disciplina che richiede ubbidienza. Riesce a farsi promettere da tutte le autorità di "non maltrattare nessuno riguardo a Dio".<ref name="Columbus"/>
 
Ma la storia di ''Eli, the Fanatic'' è più ambivalente e sottile. L'avvocato Eli Peeke rappresenta una comunità che si risente dell'intrusione di una certa Accademia [[w:Talmud|Talmudica]] nel vicinato di alta borghesia. Gli viene chiesto di persuadere il direttore, Leo Tzuref, a trasferire l'Accademia in un altro quartiere. Stranemente, tuttavia, Eli man mano assume le caratteristiche esterne di Tzuref, venendo ad indossare persino gli idumenti tradizionali ebraici dell'Europa orientale. Questa non è solo simpatia/empatia, ma un'autoidentificazione totale. Nella sua disputa legale, diventa l'ebreo archetipico e viene a sua volta rifiutato come pazzo dai membri della comunità locale da cui era stato ingaggiato. La personalità, come implica l'etimologia della parola, è forse una maschera che copre l'identità, qualcosa che può essere adottata o scambiata? Ci spostiamo dentro e fuori dai ruoli interpretati, ed è questo che significa essere ebrei? Il racconto è troppo misterioso per imporre la propria risposta, e vengono proposte varie interpretazioni. Anche il ruolo di avvocato è ambiguo: rappresenta e quindi si identifica con chiunque per una parcella. Ma ora, alla fine della storia, la nerezza (il nero degli indumenti ebreo-ortodossi tipici) ha penetrato la sua anima irrevocabilmente. Ha finito di essere meramente un avvocato, un pupazzo, e si è plasmato in una forma. La comunità non riesce a confrontarsi con qualcosa di negativo, di "nero", e preferisce vivere in superficie, una piacevole superficie borghese. Ciò nonostante, questo nerume è una realtà, una realtà proprio ebraica. Riconoscendolo, Eli si rinchiude in una identità ebraica genuina, associata ad un destino determinato dalla storia, ed è quindi, nell'ambito del titolo e delle osservazioni della comunità, un "fanatico".<ref name="Columbus"/>
 
==Note==