Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Dalla periferia al centro in America: differenze tra le versioni

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Molti aspetti biografici esterni degli eroi di Bellow ricorrono in storie successive. Le relazioni famigliari riecheggiano una sull'altra. L'eroe corpulento, emotivo ed instabile, con una successione di mogli, il suo fratello ricco, suo padre, dominante e di successo. ''[[w:Herzog (romanzo)|Herzog]]'' (1964) parla di un uomo in crisi, che esordia dicendo: "Se sono fuori di testa, non mi preoccupo".<ref name="Herzog">Saul Bellow, ''Herzog'', Viking Press, 1964 (trad. ital. di Letizia Ciotti Miller, Milano, Feltrinelli ("I narratori" n. 70), 1965).</ref> Qui Herzog è al centro del romanzo, che manipola le emozioni di tutti mediante un flusso interminabile di lettere, per lo più non spedite. Scrive a mezzo mondo, ad amici, conoscenze, altri studiosi, grandi personaggi storici, e a Dio. Al momento sta per divorziarsi ancora una volta e si ricorda degli altri rapporti, mentre comincia a pensare ad una nuova relazione permanente, cioè ad un altro matrimonio. Finora è stato incapace di trovare stabilità e concentrazione nella propria vita personale e nella sua carriera accademica. Il lettore tuttavia può rendersi conto del dinamismo delle sue relazioni e dei brillanti risultati della sua ricerca accademica e del successo della sua produzione letteraria. Ma a questo punto della sua vita, Herzog cerca qualcosa di più, incapsulata nella nozione di tranquillità. L'individuo turbolento deve veniere a patti con se stesso e con il mondo. Per Herzog questo plateau supremo è raggiunto nella condizione di non scrivere più lettere: "Niente. Non una sola parola", si conclude il romanzo.<ref name="Herzog"/>
 
Il romanzo di Bellow arriva tipicamente ad una risoluzione. La complessità intellettuale ed emotiva si sforza di trovare una direzione tra i mari mossi dell'angst. ''Herzog'' è l'investigazione dettagliata di uno stato mentale. La sua profonda erudizione si collega alla sua vita. Studia le connessioni tra Romanticismo e Cristianesimo e si vede posto in un contesto postcristiano, postumanista di "nulla". Herzog, sostiene Bellow, fa parte di "un progetto collettivo, egli stesso partecipante, per distruggere la sua vanità e le sue pretese di una vita personale, cosicché si possa disintegrare e soffrire e odiare, come tanti altri, non qualcosa di specialmente distinto come una croce, ma giù nel fango della dissoluzione postrinascimentale, postumanista, postcartesiana, accanto al Vuoto." Tale è l'essenza dell'uomo contemporaneo come nichilista, che non crede in niente, incapace (nel proprio caso) di ritornare nell'inviluppo confortevole della vetusta ''[[:en:wikt:heim|heim]]'' ebraica, al di là delle estasi e ottimismi che fioriscono nella storia che ha investigato. Quanto alla vita intorno a lui, sebbene venga invitato a partecipare a positivi esercizi di vita dinamica, come nel caso della sua splendida nuova fidanzata Ramona, non riesce ad accetare tali inviti. Deve distruggere il terreno di qualsiasi esistenza apparentemente solida. Il solido è illusorio. Herzog, uomo di mezza età, deve uccidere il drago dell'illusione, per poter trovare la pepita della verità genuina: "la mia sofferenza, se mi è consentito parlarne, è spesso stata una forma di vita più estesa, una ricerca di vigilanza vera come antidoto all'illusione." Si porta appresso la propria autodistruzione: "Ma alcuni sono in guerra con le cose migliori della vita e le pervertono in fantasie e sogni." La sua storia delinea "come mi sollevai da umili origini fino ad arrivare ad un disastro completo."<ref name="Herzog"/>
 
==Note==