Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Esiste una letteratura ebraica francese?: differenze tra le versioni

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Esistono pertanto tre interpretazioni differenti presentate come il carattere della narrativa ebraica in Francia: 1) essenzialmente non esiste tale narrativa eccetto come fenomeno regionale transitorio e locale; 2) la letteratura ebraica francese esiste certamente e risponde in vari gradi di intensità a circostanze storiche, riflettendo un senso ebraico di insicurezza, orgoglio o incertezza; 3) esiste una narrativa ebraica di carattere così specifico che non solo ha un colore determinato dai propri temi e reazioni palesi, ma è intrinseco alla sua natura e linguaggio.<ref name="Beate"/>
 
L'esposizione francese classica della lealtà ebraica è stata fatta da '''Edmond Fleg''' (1872-1964) e nella maniera più chiara e programmatica di tutte le sue opere, nel suo ''Purquoi je suis Juif'' (1927).<ref name="Fleg1">Edmond Flegenheimer, detto Edmond Fleg, nato il 26 novembre 1874 a Ginevra e morto il 15 ottobre 1963 a Parigi, è stato uno scrittore, filosofo, romanziere, saggista e drammaturgo francese ebreo del XX secolo. Nato da famiglia ebrea religiosa, ma incapace a trasmetterne le pratiche ai figli, fu l'Affare Dreyfus a segnare il ravvicinamento e l'adesione di Fleg alla religione ebraica. Fu particolarmente colpito da [[w:Israel Zangwill|Israel Zangwill]], uno dei primi sostenitori del sionismo. Dopo aver combattuto nella [[w:Legione straniera|Legione straniera]] durante la prima guerra mondiale, trascorse la sua vita ad approfondire la sua conoscenza dell'Ebraismo e condividerlo attraverso i suoi scritti. Fleg fu autore di un vasto affresco poetico in quattro volumi: ''Écoute Israël, L'Éternel est notre Dieu, L'Éternel est Un, Et tu aimeras l'Éternel''. Tradusse anche una parte della Bibbia in francese: ''Le Livre du Commencement: Genèse'' (1946) e ''Le livre de la sortie d’Égypte'' (1963). È stato anche il librettista dell'opera di [[w:Ernest Bloch|Ernest Bloch]] (''Macbeth'') e [[w:George Enescu|George Enescu]] (''Œdipe''). Nel 1920 fu presidente onorario degli ''Éclaireurs Israélites de France'' (FEI), ispiratore e consigliere del fondatore Robert Gamzon. Fleg fondò inoltre ''Amitié Judéo-Chrétienne de France'' con Jules Isaac, nel 1948. Dopo la guerra, diventò membro della ''[[w:Alleanza israelitica universale|Alleanza israelitica universale]]''. Le sue opere principali sono: ''Anthologie juive'' (1923); ''Anthologie de la Pensée Juive'', ed. 2006; ''L'Enfant prophète'' (1926); ''Pourquoi je suis juif'' (1927); ''Le Juif de pape'', opera teatrale (1925); ''La Maison de bon dieu'', opera teatrale (1920); ''Le Marchand de Paris'', commedia (1929); ''Le Chant nouveau'' (1946), ed. Albin Michel, 1972; ''Moses'' (1948), rist. col titolo ''Moïse raconté par les sages'', Albin Michel, 1997; ''Nous de l'Espérance'' (1949); ''Correspondance d'Edmond Fleg pendant l'affaire Dreyfus'' ed. André E. Elbaz, Parigi 1976; ''Jésus raconté par le Juif errant'', Albin Michel, 2000; ''Écoute Israêl, l'Éternel est notre Dieu, l'Éternel'', raccolta di poesie, Éditions Flammarion, 1954 (include la poesia [[:fr:w:Rachi (poème)|Rachi]]; ''Vers le monde qui vient'', raccolta "Presences du Judaisme", Editions Albin Michel, Parigi 1960. Si vedano anche i saggi critici di Odile Roussel, ''Un itinéraire spirituel: Edmond Fleg'', La Pensée universelle, 1978; Olivier Rota, "La pensée d’Edmond Fleg. Coopération judéo-chrétienne, messianisme et sionisme", ''Sens'', luglio/agosto 2011, pp. 499–518.</ref> È il profilo autobiografico familiare di un ebreo ai margini dell'Ebraismo che passa dalla periferia al centro, cioè ad una posizione incondizionata di adesione e fede nel futuro dell'Ebraismo. Come indica il titolo (uno di una serie di affermazioni "perché sono..."), l'opera è composta da un credo, che offre le caratteristiche principali e la struttura della sua vita, storia ed essenza. Scritta sia in forma di autobiografia e di dichiarazione a suo figlio (non ancora nato) per il futuro, presenta le sue convinzioni passate e le sue aspettative presenti. Tenta di collegare la condizone attuale dell'Ebraismo e degli ebrei allo loro storia. Sopravviveranno? O, per dirla diversamente, ci saranno ancora ebrei nel 1960? (L'opera è stata scritta nel 1927). "Penso di sì. Sono sopravvissuti ai Faraoni, a Nabuccodonosor, a Costantino, a Maometto, all'Inquisizione e all'assimilazione. Sopravviveranno anche all'automobile."<ref name="Fleg"/> L'Ebraismo poteva sembrare precario negli anni '20, continua Fleg, ma lo è sembrato spesso anche prima, ha confrontato e superato molte situazioni e sfide drammatiche. Recentemente è riuscito a persistere di fronte al richiamo suadente dell'Europa moderna. La caratteristica della nuova cultura è la tecnologia, che presenta una sfida di tipo differente, secolare ed impersonale. Per qualsiasi ragione e sotto qualsiasi spoglia, e sebbene non possiamo ora predire come, persisterà, asserisce Fleg nella sua dichiarazione di fede, nell'era tecnologica e oltre. È persino in grado di risorgere. L'Ebraismo può morire e rinascere, come è successo nel caso dell'autore stesso.<ref name="Fleg1"/>
L'esposizione francese classica della lealtà ebraica è stata fatta da '''Edmond Fleg''' (1872-1964) e nella maniera più chiara e programmatica di tutte le sue opere, nel suo ''Purquoi je suis Juif''.<ref name="Fleg1">Edmond Flegenheimer, detto Edmond Fleg, nato il 26 novembre 1874 a Ginevra e morto il 15 ottobre 1963 a Parigi, è stato uno scrittore, filosofo, romanziere, saggista e drammaturgo francese ebreo del XX secolo. ''Né dans une famille religieuse, mais incapable de transmettre sa pratique du judaïsme à leur fils, c'est l'affaire Dreyfus qui marqua le rapprochement et l'ancrage d'Edmond Fleg à la religion juive. Il a été impressionné par Israël Zangwill, un des premiers partisans du sionisme. Après avoir combattu dans la Légion étrangère pendant la Première Guerre mondiale, il a passé sa vie à approfondir ses connaissances du judaïsme et à les partager à travers ses écrits. Il est l’auteur d'une vaste fresque poétique en quatre volumes'' : "Écoute Israël", "L'Éternel est notre Dieu", "L'Éternel est Un", "Et tu aimeras l'Éternel". Il a également traduit une partie de la Bible en français : "Le Livre du Commencement : Genèse" (1946) et "Le livre de la sortie d’Égypte" (1963). Il a aussi été librettiste d'opéra pour Ernest Bloch (Macbeth) et Georges Enesco (Œdipe). Dès les années 1920, il fut le président d'honneur des Éclaireurs Israélites de France (E.I.F.), l'inspirateur et le conseiller de son fondateur Robert Gamzon. Edmond Fleg fonde l’Amitié Judéo-Chrétienne de France avec Jules Isaac, en 1948. Il devient aussi membre, après guerre, de l'Alliance israélite universelle. Opere:
 
Anthologie juive (1923);
Fleg continua il suo sketch autobiografico illustrando questo punto preciso. Descrive l'Ebraismo della propria giovinezza, la vita ebraica come venne a conoscerla, "una mistura di tutte le sorte di azioni vitali, condotte però in una maniera così semplice che non la consideravo come Ebraismo." Apparentemente non capiva in che cosa consisteva realmente, né la materia gli veniva spiegata in maniera soddisfacente. Il che indica che il legame era emotivo piuttosto che razionale. Il suo nesso con l'Ebraismo veniva consolidato dalla gioia associata, non da una presentazione convincente di argomenti ordinati alla sua conservazione. E fu ciò che, negli anni successivi della maturità, gli servì da fondamento per il "ritorno". La [[w:Pesach|Pesach]], per esempio: "Di tutto quello che doveva significare, io ne ero ignaro; non lo chiesi né agli altri né a me stesso. Sapevo solo una cosa: che il volto dei miei genitori acquisivca, in questi momenti, uno splendore di gioia e serenità che da allora ho osservato solo nei ritratti dei grandi santi."<ref name="Fleg"/> Il bambino aveva certamente aneliti religiosi, ma il suo attaccamento ebraico doveva essere disturbato in seguito dall'inconsistenza ritualistica dei genitori e dall'ignoranza degli insegnanti. Fu anche tentato dal Cristianesimo nella sua ricerca di fede totale. In quel epoca scrisse: "Dio, illuminami con la Tua luce, mostrami che esisti." Per Fleg, il trasferimento da Ginevra a Parigi fu decisivo; fu una transizione da adolescenza a maturità: "A Ginevra, dove ero nato, i clan erano totalmente separati; non avevo vissuto altro che una vita ebrea. Il nostro ghetto non era più rinchiuso da catene, ma era pur sempre un ghetto." E fu a Parigi che parve perdere il suo appetito religioso, diventando un umanista alla maniera di [[w:Auguste Comte|Auguste Comte]] e poi un esteta alla moda, elevando l'Arte al livello di religione. Sia la nozione relativista della società sia la valutazione dell'Arte rimpiazzò l'Ebraismo, che assunse quindi una posizione limitante e abietta.<ref name="Fleg1"/>
Anthologie de la Pensée Juive, éd. J'ai Lu, 2006;
 
L'Enfant prophète (1926);
E nel 1894 accadde l'Affare Dreyfus. Si divisero i campi, e si avvertì una lealtà subliminale. Perché altrimenti questo "affare" dovette incidere così tanto? L'Ebraismo sembrò essere arrivato al capezzale, percettibile persino nella crescente tendenza assimilazionista della sua famiglia: "Nella sua conformazione patriarcale, Israele era già così tanto agonizzante, che se doveva morire ovunque come era morte in me, non c'era n ient'altro da fare che lasciarlo morire." Ma l'Affare Dreyfus mise alla prova la tesi, e sollevò non soltanto una solidarietà umana generale, ma un sentimento specificamente ebraico. Rese la "questione ebraica" vivide in lui, sebbene in tal modo anche tragica. Allora era forse un sionista, uno dei seguaci di [[w:Theodor Herzl|Herzl]], spinto ad adottare questa soluzione radicale dall'osservare e scrivere di questo affare. Sì, in verità, era diventato un sionista. Ma rimase anche molto ''francese'' — un nuovo punto nel suo sviluppo: "Abbandonando quindi l'egoismo del dilettante, cominciai a scavare nelle profondità del mio essere cercando una tradizione, e la trovai... una tradizione francese mescolata a quella ebraica." Il sionismo sarebbe stato eccitante, specialmente per i tre milioni [stima ottimista!] che avrebbero vissuto in Israele: "Ma per i dodici milioni che sarebbero rimasti dispersi per il mondo, per costoro, e per me stesso, rimane la tragica domanda — Cos'è l'Ebraismo? Cosa deve fare l'ebreo? Come si è ebrei? Perché essere ebrei?" Così decise di prendersi alcuni anni per studiare l'Ebraismo. Cercò prova di Dio, e la trovò nell'esistenza persistente del popolo ebraico. In sintesi, dice: "Sono ebreo, perché generato da Israele e avendolo perso, ho sentito in me la sua rinascita, più vitale di me stesso."<ref name="Fleg"/> Avrebbe trasmesso questo sentimento a suo figlio come "tutti i padri" lo hanno trasmesso a lui e, soprattutto, attraverso lui, attraverso il sangue. E tale sangue continuerà a scorrere, nonostante le defezioni, "fino alla fine dei giorni". Questa è la passione che ora Fleg trasmette, nelle sue opere e nella sua lunga vita (89 anni) in generale, nelle sue poesie di tema ebraico, raccolte nel volume ''Écoute Israêl, l'Éternel est notre Dieu, l'Éternel'', il cui titolo è l'inizio delle preghiera centrale della fede ebraica, lo [[w:Shemà|Shema]]. Queste poesie sono spesso ambientate nel passato, ma riguardano anche il futuro, il futuro ebraico nelle forme di aspettativa messianica.<ref name="Fleg1"/>
Pourquoi je suis juif (1927);
 
Le Juif de pape, pièce de théâtre (1925);
Ideologicamente, il poeta '''André Spire''' (1868-1966, morto a 98 anni) fece una svolta simile a quella di Fleg. Come Fleg, "scoprì" l'Ebraismo, e quindi rinacque.<ref name="Spire">André Spire, nato a Nancy nel 1868 da famiglia ebrea della media borghesia, fu scrittore e poeta, pioniere del verso libero e teorica della poetica. Giurista, revisore dei conti al Consiglio di Stato francese, e alto funzionario, fu impressionato dall'Affare Dreyfus e divenne attivista sionista. Partecipò al movimento delle università popolari e contribuì alle ''Cahiers de la Quinzaine de Charles Péguy'', pubblicò numerosi saggi e raccolte di poesie, tra cui ''Poèmes juifs'' (Premi ''Mercure de France'' e ''Kundig''). Dopo la sconfitta della Francia e l'occupazione nazista con le misure antisemite, fuggì in esilio nel 1941 negli Stati Uniti, dove insegnò storia della poesia francese presso la New School for Social Research (New York). Dopo la guerra, tornò in Francia dove pubblicò ancora diversi libri, tra poesie e saggi sull'evoluzione delle tecniche poetiche. Morì a Parigi nel 1966, a 98 anni. Opere di poesia: ''La Cité présente'', Ollendorf, 1903;;''Et vous riez!'', Cahiers de la quinzaine, 1905; ''Versets (Et vous riez - Poèmes juifs)'', Mercure de France, 1909; ''J'ai trois robes distinguées'', Moulins, Cahiers du Centre, 1910; ''Vers les routes absurdes'', Mercure de France, 1911; ''Et j'ai voulu la paix!'', The Egoist, 1916; ''Poèmes juifs'', Ginebra, Kundig, 1919; ''Samaël, poème dramatique'', Crès, 1921; ''Poèmes de Loire'', Grasset, 1929; ''Instants'', Cahiers du Journal des Poètes, 1936; ''Poèmes d'ici et de là-bas'', The Dryden Press, 1944; ''Poèmes d'hier et d'aujourd'hui'', José Corti, 1953; ''Poèmes juifs'', Albin Michel, 1959. Opere di prosa: ''Israel Zangwill'', Cahiers de la Quinzaine, 1909; ''Quelques Juifs'', Mercure de France, 1913; ''Les Juifs et la guerre'', Payot, 1917; ''Le Sionisme'', 1918; ''Le Secret'', Nouvelle Revue Française, 1919; ''Fournisseurs'', Éditions du Monde Nouveau, 1923; ''Henri Franck, lettres à quelques amis'', Grasset, 1925; ''Refuges, avec neuf bois gravés de Maurice Savin'', Éditions de la Belle Page, 1926; ''Quelques Juifs et demi-Juifs'', Grasset, 1928; ''Plaisir poétique et plaisir musculaire'', Vanni-José Corti, 1949; ''Souvenirs à bâtons rompus'', Albin Michel, 1962. Cfr. per la valutazione critica Paul Jamati, ''André Spire'', Seghers, 1962; André Duclos, "Un homme différent", in ''Europe'', n° 467, marzo 1968.</ref> Nei suoi ''Poèmes Juifs'', restringe questa scoperta ulteriormente: "Avevo riscoperto la fede? Nient'affatto. Ma (avevo ritrovato) i miei antenati, la mia razza, l'Ebraismo della mia prima giovinezza. Ero diventato nuovamenmte Ebreo con le E maiuscola." Come Fleg, accostò in giustapposizione la francesità e l'ebraicità combinandole insieme, poiché aggiunge: "Poeta francese e finanche poeta ebreo."<ref name="Spire"/> Si dibatte nella definizione di poeta ebreo, titolo che gli era stato inequivocabilmente assegnato, non solo da se stesso, ma anche dall'importante sociologo e filosofo [[w:Georges Sorel|Georges Sorel]] nel 1908, che scrisse: "Ecco l'anima ebraica attraverso il tempo. Sprire da quasto momento in poi ha segnato il suo posto tra coloro che vivono, combattono, muoiono per elevare la dignità ebraica." Spire scrive nella sua introduzione del 1919: "Le nostre poesie non sono ebraiche per soggetto, ma per sentimento."<ref name="Spire"/> Naturalmente, se la scelta del soggetto doveva determinare la natura ebraica di un'opera, allora chiunque poteva optare per tale categoria. Ma Spire dichiara con empatia:
La Maison de bon dieu, pièce de thèâtre (1920);
:''Mi chiedi perché amo questi paria<br/>
Le Marchand de Paris, Comédie-Française, 1929;
:''L'unico proletariato in cui spero.''<br/>
Le Chant nouveau (1946), Albin Michel, 1972 ;
 
Moses (1948), rééd. Moïse raconté par les sages, Albin Michel, 1997;
Per Spire, l'Ebraismo non è una categoria astratta, ma una realtà corrente espressa mediante la vita e la storia ebraiche. La storia ebraica è sofferenza passata e presente, e la sua ossessione è con Dio che ha tradito il Suo popolo. La Torah, la Legge, la pratica, i comandamenti, la fede, hanno orecchie "solo per le lagrime che cadono dai quattro angoli dell'universo", non per piacere o gioia. Gli ebrei rimangono
Nous de l'Espérance (1949);
:''un popolo senza diritti, un popolo senza terra:''<br/>
Correspondance d'Edmond Fleg pendant l'affaire Dreyfus, éditée par André E. Elbaz, Paris 1976;
:''Una nazione torturata da tutte le nazioni.''<br/>
Jésus raconté par le Juif errant, Albin Michel, 2000;
 
Écoute Israêl, l'Éternel est notre Dieu, l'Éternel, Recueil de poèmes, Éditions Flammarion, 1954. Rachi est un poème extrait de l'œuvre précédente;
Li invita a sognare del "tempio distrutto" e dichiarare fede imperitura in un Dio traditore. Questa è la forza costante di Israele. Questo è il suo mondo ebreo, così differente dal mondo francese (quello della sua cultura e della sua lingua):
Vers le monde qui vient Collection "Presences du Judaisme" Editions Albin Michel, Paris 1960.
:''Vieni a difendermi''<br/>
-- Cfr. Odile Roussel, Un itinéraire spirituel : Edmond Fleg, Paris, La Pensée universelle, 1978; Olivier Rota, "La pensée d’Edmond Fleg. Coopération judéo-chrétienne, messianisme et sionisme", paru dans Sens, juillet-août 2011, pp. 499–518.</ref>
:''Contro l'arsa ragione di questa terra felice.''<br/>
 
Egli deve scegliere tra i due elementi in conflitto nella sua formazione necessaria. Ma trova stucchevole la morbida francesità quintessenziale.<ref name="Spire"/>
 
<!--- da inserire nel testo