Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Esiste una letteratura ebraica francese?: differenze tra le versioni

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Gli ebrei erano già stanziati in Francia prima dei [[w:Franchi|Franchi]], dei [[w:Normanni|Normanni]] e dei [[w:Birgundi|Burgundi]], in realtà sin dal I secolo dell'[[w:era volgare|era volgare]] in poi. E nella Francia cristiana condivisero il fato degli ebrei del mondo cristiano in generale, a volte tollerati, a volte espulsi, come nel 1306, ma sempre marcatamente tenuti separati. Il 1789 cambiò la situazione e tutte le barriere d'allora in poi furono smantellate. Come vide la propria posizione l'ebreo scrittore? C'era forse una letteratura ebraica specifica sia in contesto che in forma, nelle cose scritte o nella maniera presentata? In Francia le alternative potevano essere deprimenti, perché l'affiliazione ebraica era posta come un'opzione. Il liberalismo più liberale permetteva all'ebreo individuale di scegliere le sue adesioni e offriva le condizioni più favorevoli di assimilazione o associazione volontaria alla comunità ebraica.<ref name="Fleg">Edmond Fleg, ''Guide Juif de France'', Parigi, 1971 e succ. rist.; cfr. anche i suoi ''Pourquoi je suis Juif'', Les Belles Lettres, 1927/2004; ''Écoute Israël: Et tu aimeras L'Eternel'', Parigi, 1935/58.</ref> Scrivere in francese di per se stesso implicava l'adozione della cultura francese e quindi l'assimilazione culturale. Ma c'erano degli obblighi invisibili? La promulgazione del messaggio francese implicava una fedeltà totale ad una qualche nozione esclusiva di francesità, di storia francese, di religione francese, forse riservate alla lealtà ebrea e alla storia ebraica? Lo scrittore ebreo poteva giusto essere ebreo in un senso incidentale puramente sussidiario, mentre scriveva come individuo nell'ambito della tradizione francese, formata da questa lingua, questa fonte di riferimento e pubblico. Oppure poteve essere consapevole di un'altra storia, un altro pubblico, persino di un altro registro linguistico. Poteva oscillare tra le due alternative, e spostarsi dall'una all'altra. O poteva aspirare all'una ed essere adescato dall'altra.<ref name="Fleg"/>
 
La storia ebraica francese in tempi moderni è stata segnata e determinata da trer grandi eventi — la Rivoluzione, il processo Dreyfus e l'occupazione e deportazioni naziste. Questa è la dialettica dell'accettazione/reiezione. La rivalutazione rivoluzionaria della posizione ebraica non fu incondizionata, e governi francesi suisseguenti (particolarmente in tempi napoleonici) vollero garanzie di una lealtà ebraica esclusiva alla Francia. Il processo a Dreyfus indicò il sospetto continuativo degli ebrei da parte dei francesi e l'intrattabilità dell'anomalia. Il collasso del governo francesed durante la Seconda Guerra Mondiale, la collaborazione coi nazisti e la sottomissione di Vichy segnarono il nadir della pratica antiebraica, come altrove in Europa.<ref name="Juifs">Beatrice Philippe, ''La Révolution et l'Empire". Etre juif dans la société française du Moyen Age à nos jours'', Montalba, 1979, ''passim''.</ref> È nella fase del dopoguerra che gli ebrei francesi vengono ad assumere un posto centrale nell'Ebraismo europeo. La ragione principale, naturalmente, è negativa, cioè la distruzione degli ebrei europei perpetrata dal nazismo. Un'altra ragione è il grande influsso di nordafricani nel 1962. Nel 1971, gli ebrei francesi erano stimati a 580.000 persone, nel 1978 a 650.000, con un calo nel nuovo millennio, registrando 600.000 ebrei in Francia nel 2012.<ref name="Demografia">{{cita web |url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/jewpop.html |titolo=Jewish Population of the World |opera=Jewish Virtual Library |anno=2012 |accesso=14 dicembre 2014}}</ref><ref name="Times500">{{cita web | url=http://www.timesofisrael.com/french-jews-fear-anti-semitism-will-destroy-community/ | titolo="French Jews fear anti-Semitism will destroy community" | editore=''Times of Israel'' | data=14 gennaio 2013 | accesso=14 dicembre 2014 | autore=Serge Attal}}</ref><ref name="Federations500">{{cita web | url=http://www.jewishfederations.org/page.aspx?id=41975 | titolo="More Than One Quarter of Jews in France Want To Leave, Poll Finds" | editore=Jewish Federations | data=25 marzo 2012 | accesso=14 dicembre 2014 | autore=Joe Berkofsky}}</ref><ref name="Spiegel500">{{cita web | url=http://www.spiegel.de/international/world/jews-emigrating-from-france-to-israel-a-822928.html | titolo="Fears of Anti-Semitism: More and More French Jews Emigrating to Israel" | editore=''Spiegel'' | data=22 marzo 2012 | accesso=14 dicembre 2014 | autore=Gil Yaron}}</ref> Questi dati pongono la Francia molto avanti rispetto all'altra comunità ebraica consistente, quella britannica, che risulta seconda tra le comunità ebraiche europee occidentali.<ref name="John Irish and Guillaume Serries">{{cita web | url=http://www.reuters.com/article/2012/03/19/us-france-crime-idUSBRE82I07N20120319 | titolo="Gunman attacks Jewish school in France, four killed" | editore=''Reuters'' | data= marzo 2012 | accesso=14 dicembre 2014 | autore=John Irish e Guillaume Serries}}</ref><ref name="Jim Maceda">{{cita web | titolo="Four shot dead at Jewish school in France; gun used in earlier attacks" | editore=''NBC News'' | url=http://worldnews.nbcnews.com/_news/2012/03/19/10753032-four-shot-dead-at-jewish-school-in-france-gun-used-in-earlier-attacks?lite | data=19 marzo 2012 | accesso=14 dicembre 2014 | autore=Jim Maceda}}</ref><ref name="Bens">D. Bensimon, "Socio-demographic aspects of French Jewry", ''European Judaism, 1978 e segg., nr. 1 & ''passim''.</ref> Tale aspetto di primato europeaeuropeo dà agli ebrei sefarditi una voce speciale ed unica nel quadro dell'Ebraismo d'Europa. Esiste una sintesi di elementi: a parte Israele, la Francia è la sola comunità che ha subito una trasformazione demografica radicale. La letteratura ebraica che ne scaturisce rifletterà ciò, come riflette l'ambivalenza di lealtà, l'attaccamento all'Ebrasimo e l'interpretazione dei suoi temi e destini.<ref>A. Neher, "L'esprit de Judaisme française", ''L'Arche'', agosto/settembre 1960.</ref>
 
Ci sono critici letterari ch negano l'esistenza di letteratura ebraica in Francia come categoria separata. In un'intervista condotta su tale argomento, il critico de Boisdeffre afferma: "Tendo a credere che fino alla guerra del '39 (e nonostante l'Affare Dreyfus), l'assimilazione procedette di pari passo, che la circoscrizione che tu descrivi come ebraico regionalista forse esistette in Alsazia, ma fu altrimenti e praticamente invisibile. Emmanuel Berl deve essere considerato uno scrittore francese (tra l'altro, un grande scrittore). E lo stesso dicasi di Albert Cohen. Non mi verrebbe mai in mente di metterli in una categoria speciale."<ref name="Boise">P. de Boiseffre, "Y-a-t-il un roman juif?", ''L'Arche'', dicembre 1979. Per Emmanuel Berl e Albert Cohen, si veda più avanti nel testo.</ref> Non fa quindi nessuna ulteriore analisi della narrativa ebraica, sia consapevole di sé sia tale oggettivamente. Ciò che il critico asserisce è che la Francia, sociologicamente, non ha scrittori ebrei nel senso che esistono per esempio a New York. In risposta ad un'altra domanda, il critico e storico del romanzo francese si dichiara d'accordo che lo scrittore ebreo francese può a volte cercare di riaffermare il passato e esprimerne il suo attacamento. Ma sostiene che ciò non sia una caratteristica particolarmente ebraica, e può essere riconosciuta in una vasta gamma di rappresentazioni sia ebraiche, e sia tra ebrei e non ebrei. Infatti, de Boisdeffre vede l'assimilazione come una virtù dalla quale entrambe le parti del processo sociale, il corpo asssimilato ed il corpo assimilante, possono trarne vantaggio. "Vedo sulla scacchiera letteraria francese una ''intellighentsia'' parigina ebraica che ha da tempo giocato un ruole sostanziale. Va da Bernard Lazare a Elie Wiesel e passa per Jules Isaac. E c'è nell'Università Francese una tradizione Liberale ebraica, che tuttavia non è fondamentalmente differente dalla tradizione dell'Università Francese."<ref name="Boise"/> A parte il fatto che ci sono molti più ebrei a New York che a Parigi che permetterebbe ad una scuola di narrativa di emergere, il critico afferma anche che la Francia è una nazione maggiormente assorbente degli Stati Uniti, che conservano differenti società nel loro interno.<ref name="Boise"/> Da questa analisi emergerebbe che sia la Francia e non gli USA ad essere il ''melting pot'', crogiolo delle genti, e che questi ultimi siano più come una insalatiera, dove le componenti individuali sono riconoscibili, mantenendo ognuno le proprie identità separate. In tale crogiolo non può esserci una letteratura ebraica separata, o finanche distinta.<ref name="Francesi"/>
 
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