Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Ai bordi dell'Europa: la scena italiana: differenze tra le versioni

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[[File:Roth e Levi.jpg|thumb|250px|Torino, 1986. Primo Levi (a destra) con [[w:Philip Roth|Philip Roth]]]]
La linea che delimita la fantasia dal ricordo è inevitabilmente sottile. La prosa di '''Primo Levi''' (1919-1987) richiama le sue terribili e drammatiche esperienze del tempo di guerra, e la sua opera poetica le rispecchia in una forma più distillata.<ref name="PLevi">Tutte le opere di Primo Levi sono state raccolte in una collana a lui dedicata, ''Opere: I, Se questo è un uomo; La tregua; Il sistema periodico; I sommersi e i salvati; II, Romanzi e poesie; III, Racconti e saggi'', Torino, Einaudi, 1987-1990. Quanto alla critica letteraria sullo scrittore, i saggi sono numerosi e in molte lingue; in italiano cfr. [http://books.google.it/books?id=Sishd7s5hBUC&dq=Shem%C3%A0+%22se+questo+%C3%A8%22&hl=it&source=gbs_navlinks_s Roberto Mauro, ''Primo Levi: il dialogo è interminabile''], Casa Editrice Giuntina, 2009; Ferdinando Camon, ''Conversazione con Primo Levi'', Milano, Garzanti, 1991; Gabriella Poli e Giorgio Calcagno, ''Echi di una voce perduta. Incontri, interviste e conversazioni con Primo Levi'', Milano, Mursia, 1992; ''Conversazioni e interviste 1963-1987'', Torino, Einaudi, 1997; R.Levi Montalcini, ''Senz'olio controvento'', Laterza, 1996.</ref> Il titolo della sua famosa opera memorialistica, ''Se questo è un uomo'' (1947), solleva la domanda che scaturisce dall'episodio più mostruoso della storia umana. Un gruppo di persone si industriò ad obliterare l'umanità di un altro, mediante l'assoggettamento totale, il sadismo supremo e lo sterminio. Di fronte a ciò, è lecito chiedersi — primo: riuscì tale impresa? L'elemento umano fu veramente eliminato da quegli individui ridotti così? Secondo: per i sopravvissuti e per gli estranei la vita è ancora degna di essere vissuta, se tali atti possono essere compiuti? Cosa è che rende la vita possibile e degna di esser vissuta contro tale brutalità?<ref name="PLevi"/>
 
Primo Levi subì sulla propria pelle questa esperienza estrema. Come partigiano italiano, venne catturato dalla milizia fascista alla fine del 1943. Poi, nel febbraio dell'anno seguente, fu deportato con altri ebrei ad [[w:Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]]. Descrive la realizzazione dei campi in termini epigrammatici — la distruzione di un uomo. Come si può registrare questo con parole? "Allora, per la prima volta diventiamo consapevoli che il nostro linguaggio manca delle parole per esprimere questa offesa, la distruzione di un uomo". Non l'uccisione di un uomo, che è facile da eseguire e da registrare, ma la distruzione di un elemento umano nell'individuo, che deve essere il risultato di pianificazione e impegno prolungato nell'eseguirla, e richiede tensione e precisione estreme nella descrizione. Il libro di Levi tenta di registrare tutto ciò, la dottrina positiva di come essere, rimanere e mai dimenticare di essere un uomo. Gli viene inoltre ricordato di essere ebreo, con un fato particolare e una dimensione umana extra: "Ci radunammo in gruppo di fronte alla loro porta, e provammo dentro di noi uno scoramento che ci era nuovo, il dolore antico di un popolo che non ha terra, l'afflizione senza speranza dell'esodo che viene rinnovato ogni secolo." L'esperienza ebraica è un esodo costante. E tuttavia, al suo nadir, nel momento della disperazione, la disperazione è sospesa: "Prima o poi nella vita ognuno scopre che la felicità perfetta è irrealizzabile, ma ci sono alcuni che si fermano a considerare l'antitesi, che anche l'infelicità perfetta è ugualmente inottenibile. Gli ostacoli che prevengono la realizzazione di entrambi questi stati estremi sono della stessa natura; derivano dalla nostra condizione umana che si oppone a tutto quello che è infinito." La disperazione è assoluta, ma il temperamento umano si aggiusta in un equilibrio, trovando sì una compromissione della perfezione totale, ma anche possibilità in circostanze insolite. Un fatto inconfutabile è che dei quarantacinque passeggeri deportati nel suo carro, solo quattro sopravviveranno. Ed il suo fu il più fortunato di tutti i carri!<ref name="PLevi"/>
 
Quale è lo scopo di trascrivere questo terrore desolante?
 
<!--- da inserire --Carlo Ginzburg par Claude Truong-Ngoc mars 2013 (1).jpg|Carlo Ginzburg
Carlolevi.jpg|Carlo Levi nel 1947 --->
==Note==
<references/>