Guida maimonidea/Problemi e dottrine: differenze tra le versioni

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Lo scopo aggiuntivo che cita, "un libro vero e comprensivo delle proprie leggi", rappresenta la seconda trasformazione che Maimonide cercò di ottenere. Come opera che comprendeva tutta la ''halakhah'', esente da dispute controverse e universalmente accessibile, la ''Mishneh Torah'' era intesa a presentare il sistema halakhico una volta per tutte e per sempre. Questa grande impresa letteraria era volta a creare una versione autorevole e unitaria dell'intera sfera halakhica, includendo tutte le sue branche e minuzie. L'autorevolezza del trattato doveva derivare non dalla reputazione istituzionale di Maimonide, di cui difettava, bensì dall'accettazione universale che si aspettava otenesse in tutto il mondo ebraico. Tale accettazione avrebbe concesso al trattato la condizione non solo di rappresentazione primaria e fondamentale della ''halakhah'' ma proprio quella di ''halakhah'' stessa. Maimonide credeva che, a causa delle circostanze politiche di scisma e dispersione subite dagli ebrei, nessun testo o giudizio halakhico aveva ottenuto una tale sorta di approvazione sin dal tempo di Ravina e Rabbi Ashi. Tali circostanze peggiorarono con la distruzione degli ebrei andalusi e, in gran parte, determinò il corso della vita dello stesso Maimonide. Mediante il prestigio della ''Mishneh Torah'', che sarebbe stata accettata in tutto Israele alla stessa maniera del Talmud stesso, Maimonide intendeva alterare la situazione halakhica senza cambiare la situazione politica e la rispettiva preclusione di centralizzazione istituzionale. In tal modo, il popolo ebraico, nonostante la sua dispersione e fragilità politica, avrebe acquisito un trattato centrale degno di essere stimato non per la sua solida struttura politica ed istituzionale ma esclusivamente per la sua grandezza letteraria.<ref name="MoshHalb"/><ref name="Rapel">Dov Rapel, "Maimonides` Didactic Policy in the ''Mishneh Torah''", ''Mikhtam le-David: Memorial Book for Rabbi David Oaks'', Bar Ilan University Press, 1978, pp. 291-298.</ref>
 
Nella sua lettera a Pinẖas il Giudice, Maimonide parla dei suoi sforzi nei seguenti termini: "Sono stato preceduto da grandi saggi e studiosi che hanno compilato trattati e promulgato giudizi halakhici sia in ebraico che in arabo su materie ben note. Ma a promulgare giudizi riguardo all'intero Talmud e a tutte le leggi della Torah — in ciò nessuno mi ha preceduto sin dal nostro santo Rabbino [cioè, R. Giuda il Principe, compilatore della Mishnah] ed i suoi santi colleghi" (''Iggerot'', pp. 440-441). In verità, l'impresa di maimonideMaimonide eclissa persino la ''Mishnah'' di R. Giuda il Principe, La ''Mishnah'', a differenza della ''Mishneh Torah'', incorpora dissensi e opinioni minoritarie, ed il suo redattore non pare avesse inteso di occuparsi sistematicamente della Torah intera. Mai prima nessun ebreo aveva tentato di provocare due trasformazioni così importanti, una del pensiero ebraico e l'altra della ''halakhah''. Queste trasformazioni erano intese a reinterpretare l'Ebraismo come religione idonea alle sensibilità della religiosità filosofica e a creare una ''halakhah'' unificata ed accessibile che fosse accettata da tutte le comunità ebraiche, ovunque si trovassero. Questo grande profugo dell'Andalusia tentò di compiere queste trasformazioni senza alcun supporto e senza organizzazione o autorità formale; si basò soltanto sulla grande potenza del suo spirito e del suo intelletto.<ref name="Rapel"/><ref name="Stroum"/>
 
Nel complesso, si può dire che Maimonide non riuscì a provocare le trasformazioni che sperava.
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