Guida maimonidea/Problemi e dottrine: differenze tra le versioni

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La presenza di questi tre fattori negli scritti halakhici di Maimonide esclude naturalmente qualsiasi distinzione tra Maimonide l'halakista e Maimonide il filosofo. Infatti è specificamente negli scritti halakhici che gli elementi filosofici sono maggiormente prominenti e intensi, come si è visto nella nostra analisi della ''Mishneh Torah''. In queste opere, Dio è definito in termini di preesistenza eterna del mondo, come per la profezia. Inoltre, gli scritti halakhici di Maimonide non mettono assolutamente in dubbio il fine più alto dell'uomo quale creatura razionale, e tale definizione trasforma l'osservanza quotidiana della ''halakhah'' in un mezzo piuttosto che in un fine di per se stesso. Nella ''Guida'' invece la credenza nella preesistenza eterna viene analizzata con una critica sistematica, come lo è l'idea che la perfezione umana risieda nella cognizione di Dio. Pertanto gli elementi filosofici che appaiono nel ''Commentario alla Mishnah'' e nella ''Mishneh Torah'' smentiscono chiaramente qualsiasi distinzione tra ''halakhah'' e filosofia negli insegnamenti di Maimonide.<ref name="Stroum"/><ref name="MoshHalb"/>
 
Che il nucleo basilare della trasformazione religiosa maimonidea si possa trovare anche nei suoi scritti halakhic ha implicazioni al di là del dimostrare semplicemente la coerenza del mondo interiore di Maimonide. L'integrazione di elementi filosofici in un codice halakhico rispecchia il tentativo di elevare la sensibilità religiosa filosofica da una proposta personale — un'interpretazione della tradizione intesa solo per l'individuo perplesso — ad una ''halakhah'' vincolante, intesa a formare le credenze e le autopercezioni degli ebrei di tutti i tempi. Fornendo una formulazione vincolante dei principi filosofici nella ''Mishneh Torah'', Maimonide usò tutto il suo scibile halakhico per trasformare la religione ebraica. Rese la filosofia un dovere halakhico e religioso mediante, tra l'altro, la sua definizione dei comandamenti di conoscere, amare, e temere Dio, il suo concetto del messianismo, e la sua trattazione delle leggi che proibiscono l'idolatria. Integrando questi elementi nel suo grande codice halakhico, egli rese la prospettiva filosofica un aspetto sostanziale e vincolante della ''halakhah''. Non c'è quindi da meravigliarsi che il suo tentativo nella ''Mishneh Torah'' di stabilire la sensibilità filosofica come una parte integrante dell'Ebraismo normativo vincolante provocò più ostilità da parte dei suoi oppositori che qualsiasi formulazione innovativa ed audace della ''Guida''.<ref name="Stroum"/><ref name="MoshHalb"/>
 
==Prospettiva storica==