Guida maimonidea/Problemi e dottrine: differenze tra le versioni

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{{q|''Ognuno di noi decide se diventare istruito o rimanere ignorante, compassionevole o crudele, generoso o avaro. Nessuno ci forza, nessuno decide per noi.<br/> '''Noi''' siamo responsabili di ciò che siamo.''|Maimonide}}
 
==<big><big>'''Questioni fondamentali=='''</big></big><br/>
 
Le quattro letture della ''Guida'' che abbiamo visto nei precedenti capitoli presentano modi differenti di interpretare le questioni fondamentali con cui Maimonide si cimentò nel suo trattato. Ciascuna lettura ha la sua maniera di confrontarsi con problematiche come il ruolo della filosofia, il concetto di Dio, la condizione dell'uomo nel mondo e la sua perfezione ultima, ed il modo in cui una persona perplessa supera la propria crisi esistenziale.<ref name="Quest">Joseph Stern, "Maimonides` Epistemology", ''The Cambridge Comapanion to Maimonides'', K. Seeskin (cur.), Cambridge University Press, 2005, pp. 105-133; ''id'', "Maimonides on the Growth of Knowledge and the Limitation of the Intellect", ''Maimonides'', 2004, pp. 143-191; Alfred Ivry, "The Problematics of the Ideal of Human Perfection for Maimonides", ''The Thought of Moses Maimonides'', Ira Robinson, Lawrence Kaplan & Julien Bauer (curatori), E. Mellen Press, 1983, pp. 16-26.</ref>
 
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La '''''lettura mistica''''' conferma che il ruolo della filosofia sia primariamente quello critico, poiché mette dei limiti a ciò che è possibile conoscere; tuttavia vede il percorso filosofico come un processo che sgombra la via all'illuminazione diretta e ad un'esperienza di Dio metalinguistica e metarazionale. Questa esperienza mistica avviene dopo che il conscio è svuotato da tutto il contenuto positivo, specialmente tramite la negazione del linguaggio. La lettura mistica, al contrario di quella scettica, crede in una cognizione diretta e in un'illuminazione non linguistica di Dio, che si possono ottenere solo dopo che il linguaggio ha raggiunto il suo limite finale. L'esperienza mistica non viene raggiunta mediante meccanismi estatici familiari nella storia del misticismo, come il movimento, gli esercizi respiratori, o la ripetizione automatica di sillabe fisse. Per liberare il proprio conscio in un modo che renda possibile l'illuminazione, uno deve intraprendere un difficile ed esaustivo processo di argomentazione filosofica precisa. La negazione filosofica di immagini false assicura che l'oggetto dell'esperienza non sia fruttodi un'immaginazione ingannevole, poiché avviene solo dopo che il proprio conscio è stato purificato, mediante la filosofia, da ogni ingannevole immagine positiva di Dio. La persona perplessa intraprende il suo cammino in uno stato di crisi esistenziale generata dal conflitto tra un sistema filosofico di convinzioni ed uno tradizionale. Nella lettura mistica, tuttavia, la persona non conclude il suo cammino, come nella lettura scettica, con un ritorno nel mondo dell'azione; lo fa piuttosto con un'esperienza metalinguistica diretta del sublime.<ref name="Hyman"/><ref name="Quest"/>
 
Nella '''''lettura conservatrice''''', la grande realizzazione della ''Guida'' sta nell'aver dimostrato che la preesistenza eterna del mondo non può essere provata. La persona perplessa può aderire alla modalità filosofica senza mettere in dubbio i fondamenti dell'Ebraismo, che si basano sull'attribuzione della volontà a Dio. La volontà divina stabilisce l'esistenza mediante la creazione ''ex nihilo''; inoltre, l'esercizio della volontà fornisce la base per considerare la rivelazione a Mosè come un evento di autorità vincolante eterna. Anche il principio della saggezza gioca un ruolo importante nella lettura conservatrice, poiché la dimensione della volontà è tenuta in contesti straordinari e ristretti. Dio certamente ha creato il mondo ''ex nihilo'', ma da quel punto in poi è la causalità, non la volontà, il modo in cui si esprime la Sua rivelazione — la teologia giudeo-cristiana non ha progredito molto oltre questa affermazione maimonidea.<ref name="Quest"/> Tutta la profezia eccettuata quella di Mosè è interpretata come evento con una struttura causale interna relativa alla perfezione del profeta. La supervisione provvidenziale postulata sull'intervento intenzionale di Dio nella vita umana viene limitata ad un ristretto numero di persone, mentre le altre creature (umane e bestie insieme) sono soggette solo alla causalità naturale che prosegue dalle azioni originali di Dio. La persona perplessa può accettare l'ethos filosofico senza compromettere i fondamenti sacri della fede.<ref name="Hyman"/>
 
La '''''lettura filosofica''''', in contrasto, sostiene che la ''Guida'' fornisce un'interpretazione sistematica dei concetti fondamentali dell'Ebraismo sulla base della saggezza e di un mondo preesistente eterno. Scoprire il significato nascosto della Torah rende possibile alla persona perplessa di interiorizzare la tradizione della filosofia greco-araba senza indebolire il proprio legame alla Torah di Israele. Il trattato ritraduce i concetti di profezia, provvidenza e creazione in una maniera interamente coerente con la strtuttura causale del mondo, che rispecchia la saggezza di Dio. I riferimenti alla volontà divina che abbondano nel linguaggio della Bibbia e della tradizione sono collegati alle credenze necessarie, senza le quali l'ordine sociale e la fedeltà alla ''halakhah'' potrebbero essere compromessi. E lo stesso potrebbe dirsi della ''Guida'' stessa, che nasconde il suo significato profondo al lettore che non è stato iniziato alla filosofia. Il processo filosofico porta la persona perplessa dalla volontà alla saggezza. Viene liberato dal caos e dalla frenesia e dai desideri mondani, e la sua consapevolezza è diretta totalmente verso l'oggetto del suo anelito: Dio. I comandamenti sono una parte sostanziale del suo percorso e del suo esercizio spirituale che indebolisce la morsa dell'esistenza terrena sul proprio mondo interiore. Alla fine del processo, l'adoratore filosofico di Dio viene liberato dalla potenza distruttiva della morte.<ref name="Quest"/><ref name="Greco">David Blumenthal, "Maimonides Philosophic Mysticism", ''Philosophic Mysticism'', 2006, pp. 128-151; Alfred Ivri, "Islamic and Greek Influences on Maimonides` Philosophy", ''Maimonides and Philosophy'', S. Pines & Y. Yovel (curatori), Kluwer Academic Press, 1986, pp. 139-156.</ref>
 
Le varie letture della ''Guida'' riflettono vedute del mondo che differiscono sostanzialmente l'una dall'altra, e qualsiasi tentativo di proporre una lettura singola e coerente del trattato pare destinata al fallimento, nonostante la buona intenzione del tentativo. Lettori scettiti, per esempio, potrebbero sostenere che la lettura filosofica non è nulla di più di un passo preparatorio verso la molto più significativa lettura scettica ed il conseguente ritorno al mondo. Per converso, l'interpretazione mistica cita gli elementi di illuminazione rivelatrice nell'ambito del trattato, che proseguono dall'annullamento della conoscenza ottenuto mediante la lettura scettica. Proponenti della lettura filosofica affermano che le idee sulla creazione nel tempo, nel modo in cui appaiono nei livelli superficiali della ''Guida'', non sono altro che uno strato esterno di credenze necessarie che occultano il significato nascosto del libro. E gli interpreti conservatori dicono che interpretare l'opera a favore della preesistenza eterna del mondo la fraintende considerando solo i principi di saggezza che riporta, ma ignorando gli sforzi di Maimonide nel difendere gli elementi basilari della fede dagli effetti corrosivi della fede nell'eternità.<ref name="Quest"/>
 
Tentativi come i succitati di interpretare la ''Guida'' in maniera uniforme sono stati fatti nel corso di tutta la storia dell'opera. Tuttavia una lettura profonda e attenta dimostra l'insuccesso di tali tentativi, per quanto siano sofisticati e creativi. Per esempio, come si fa a riconciliare lo spirito della Parte III, Capitolo 51, che descrive la redenzione dell'anima del filosofo dai vincoli mondani e dalla morte, con il Capitolo 54, che descrive il ritorno del filosofo nella vita mondana dopo che ha riconosciuto che tutto ciò che può conoscere di Dio sono le Sue azioni nel mondo che esiste? Come si può armonizzare l'unicità e la miracolosità della profezia di Mosè che viene affermata nella ''Guida'' II, 35, con la descrizione della ''Guida'' I, 51, in cui l'intuizione di Mosè relativa alla natura fornisce la fonte ed il contenuto della sua rivelazione? Oppure, in che modo si può l'asserzione di Maimonide che adotta la creazione ''ex nihilo'' nella ''Guida'' II, 25, mentre gli altri capitoli propongono una spiegazione naturalistica dei passi principali della storia biblica della creazione? E c'è forse una possibilità di riunire la natura miracolosa della provvidenza dsecritta nella ''Guida'' III, 51, che protegge la persona virtuosa da tutti i mali, con la versione naturalistica proposta nella ''Guida'' III, 23, dove l'uomo saggio, come Giobbe, interiorizza che la vera felicità consiste nella conoscenza di Dio, qualsiasi cosa accada? Pare innegabile che la ''Guida dei perplessi'' lasci aperte al lettore possibilità multiple, e ciò potrebbe benissimo essere stata l'intenzione di Maimonide. Permettendo quattro differenti modi di interpretazione, Maimonide si rivolge tacitamente alla persona perplessa come segue: Puoi conservare la tua fede nell'Ebraismo sia che tu affermi l'esistenza eterna o la creazione nel tempo, e la tua ricerca filosofica ti porterà ad un'esperienza mistica o ad un rientro nel mondo. La tua perplessità non è una frattura paralizzante che possa essere risolta solo con un suicidio intellettuale e spirituale mediante l'amputazione di una parte importante del tuo spirito. La tua perplessità, sorta dall'incontro tra Torah e saggezza, ti apre davanti varie possibilità di esistenza religiosa e di significato.<ref name="Quest"/><ref name="HalMo">Moshe Halbertal, ''Maimonides, cit.'', 2014, pp.354-357.</ref>
 
Il trattato quindi non propone un'unica via per comprendere la tradizione ebraica. Se Maimonide sostenne tale posizione — di certo una possibilità — non ce la presenta come tale. È inoltre probabile che egli stesso si dibattesse tra le varie alternative e che le sue posizioni basilari subirono cambiamenti nel corso della sua vita. In ogni case, lo scopo principale del trattato sembra essere quello di prevenire che la persona perplessa giunga alla terribile decisione di negare una parte importante del proprio mondo. Quando il lettore perplesso inizia il libro, pensa di aver abbandonato o la tradizione ebraica o il suo impegno filosofico. Una volta che lo ha terminato, arriva a capire che la sua situazione esistenziale non lo conduce ad una terribile fenditura interna — al contrario, è un potente stimolo ad approfondire la sua visione religiosa. La perplessità rende possibile, tra l'altro, di identificare le prospettive più profonde della tradizione ebraica alla quale rimane fedele.<ref name="Quest"/><ref name="HalMo"/>
 
==Elementi comuni==
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==Note==
<references/>
 
 
{{Avanzamento|50%|8 dicembre 2014}}