Guida maimonidea/Critica del linguaggio: differenze tra le versioni

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Un tribunale può modificare temporaneamente la legge della Torah, per conformarsi a diverse circostanze, ma un cambiamento permanente è proibito, poiché metterebbe in dubbio l'autorità della legge. L'eternità e unità della legge non consegue, in linea di principio, dalla struttura e importanza essenziali della legge. Al contrario: la legge deve essere idonea al tempo e al luogo, valutando i cambiamenti di contesto e di circostanze. La necessità di invarianza e unità sorge a causa di costrizioni politiche relative alla percezione soggettiva dell'autorità della legge. Uno deve quindi distinguere tra le ragioni dei comandamenti e la fonte della loro autorità. La ragione di un dato comandamento si basa su una realtà storica transitoria, ma l'autorità di tutti i comandamenti è eterna, al di là del tempo. Di conseguenza, sebbene Maimonide assegni ai sacrifici una motivazione fondata su circostanze storiche che non sono più pertinenti, egli non ha dubbi, come halakhista, sulla loro applicabilità continuativa. Nella ''Mishneh Torah'', Maimonide afferma che le leggi relative ai sacrifici mantengono la loro forza vincolante per sempre, e grandi porzioni della ''Mishneh Torah'' sono dedicate ai dettagli dei sacrifici, al Tempio ed ai suoi utensili sacri, e alla purezza e impurità.<ref>Haym Soloveichiek, "Reflections on Maimonides` Organization of ''Mishneh Torah'': Real and Imagined Difficulties", ''Maimonidean Studies'' 4, 2000, pp. 107-115 (in ebr.)</ref>
 
Ma c'è qui ben più di una battaglia storica contro l'idolatria che dà significato ai comandamenti. Sotto la superficie degli insegnamenti di Maimonide troviamo evidenza anche del suo forte disaccordo con le idee relative alle ragioni dei comandamenti che erano attuali al suo tempo. Secondo queste interpretazioni, che Maimonide conosceva attraverso gli scritti di Abraham Ibn Ezra e Judah Halevi, i comandamenti havevano un potere causale ed adempierli influenzava la realtà. Il Tempio, per esempio, aveva la forma di strutture cosmiche stellari, e giocava un ruolo chiamato "talismano" nel Medioevo. Tramite la sua corretta forma esterna, aiutava ad attrarre i poteri divini sulla Terra. I cabalisti, coi quali Maimonide non era familiare, sviluppavano l'idea della forza causale dei comandamenti oltre il mondo naturale, estendendola allo stesso mondo divino. Judah Halevi credeva che i comandamenti riuscissero a portare il divino nel mondo, e li paragonava a medicine assunte in dosi giuste che avevano effetto anche se il paziente non sapeva perché. Questa sorta di interpretazioni magiche ed astrologiche si svilupparono sulla base di pretese scientifiche provenienti dalla tradizione della magia astrale, secondo cui le strutture terrestri andavano in parallelo con l'ordine celeste delle costellazioni e delle stelle, e attingevano dai poteri spirituali di queste, agendo per loro mezzo. Maimonide associava queste posizioni all'idolatria sabiana:
 
===Esercizi spirituali===
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<references/>
 
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