Guida maimonidea/Critica del linguaggio: differenze tra le versioni

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La posizione di Maimonide si scosta indubbiamente dall'interpretazione tradizionale della provvidenza, che afferma che Dio punisce il malvagio e ricompensa l'ordinario (cioè, coloro che non sono né malvagi né virtuosi). Secondo Maimonide, il malvagio e l'ordinario, costituendo la maggior parte dell'umanità, sono relegati all'imprevidibilità. Ma nonostante questa divergenza drammatica, il concetto che egli presenta ha una sua logica religiosa interna: la provvidenza non è un fatto scontato e non si applica a tutte le persone; è invece qualcosa che solo poche persone provano. In tutta l'esistenza, Dio si cura solo delle specie nel loro complesso, ma gli esseri umani perfezionati meritano una provvidenza individuale. Come operi questa provvidenza individuale è tuttavia oggetto di interpretazioni molto discordanti.<ref name="Provvide"/>
 
La lettura conservatrice della ''Guida'' offre una di queste interpretazioni. La struttura causale è ciò che controlla tutta l'esistenza ed il fato della maggior parte degli esseri umani, ma le persone perfezionate sono soggette all'attenzione speciale di Dio, ed Egli esercita la propria volontà per proteggerle dai pericoli e dalle sventure che colpiscono le altre creature. Secondo questa lettura, natura e saggezza sono conservate rispetto alla realtà nel suo complesso, ma quando necessario la volontà divina interferisce ed agisce nel mondo. Se è così, allora Maimonide rifiuta la posizione ash`arita, secondo cui la provvidenza intenzionale di Dio governa ogni individuo ed evento fino al punto di negare l'intero ordine causale. Ma rifiuta anche la posizione aristotelica, che vede l'ordine causale come principio esclusivo a governo di tutta l'esistenza, sia malvagia che perfezioniataperfezionata. Secondo la lettura conservatrice, l'interpretazione di Maimonide della provvidenza è in parallelo con le sue opinioni in merito alla creazione e alla profezia. Rispetto alla creazione, Maimonide conserva un elemento necessario fondamentale della creazione nel tempo — la creazione dell'esistenza ''ex nihilo'' — e accetta l'azione della volontà divina quando necessaria. Rispetto alla profezia, egli interpreta il fenomeno come naturale, ma lascia spazio ad un esercizio soprannaturale della volontà nel caso della profezia di Mosè. La stessa struttura può essere vista in connessione alla provvidenza. L'ordine causale si applica ovunque eccetto che nel caso di persone perfezionate, che sono protette dalla volontà di Dio. Di conseguenza, il principio della saggezza causale non è la sola spiegazione di ciò che accade nell'universo, ed è limitato in aree relative ai principi di religione — creazione, profezia e provvidenza.<ref name="Provvide"/><ref name="Davidson">Herbert Davidson, "Maimonides` Secret Position on Creation", ''Studies in Medieval Jewish History and Literature'', Harvard University Press, 1979, pp. 16-40; Sarah Klein-Brelavy, ''Maimonides` Interpretation of the Creation Story'', Kluwer Academic Publishers, 2001, ''loc. cit.''</ref>
 
I lettori filosofici della ''Guida'', da parte loro — cioè coloro che la comprendono a supporto della preesistenza eterna — assumono un'opinione alquanto diversa dell'idea che le persone perfezionate siano soggetti alla divina provvidenza su base individuale. Secondo la loro lettura, che sembra avere una migliore logica testuale interna, gli individui perfezionati non sono protetti provvidenzialmente mediante l'intervento divino riservato intenzionalmente solo a loro. Piuttosto, la protezione della provvidenza viene loro concessa dalla realtà causale stessa, e può essere comprovata in termini di saggezza, non di volontà. La perfezione degli individui che fruiscono di provvidenza è in proporzione alla loro comprensione di Dio e del mondo, come sottolinea Maimonide, e tale comprensione concede loro due vantaggi che li distinguono da altre presone e bestie. Tali vantaggi appartengono a loro senza alcun intervento di volontà divina.<ref name="Davidson"/><ref name="Halbert2"/>
 
Il primo vantaggio è quello di un posto nel mondo a venire; le loro anime non periscono e non vengono eliminate dal mondo. Come Aristotele, Maimonide credeva che la provvidenza implicasse la possibilità di eternità e stabilità inerenti all'ordine causale. La capacità di eternità è concessa a coloro che ottengono conoscenza e vengono legati all'intelletto attivo; di conseguenza, la provvidenza — concessa, secondo Aristotele, solo a coloro la cui eternità è assicurata — spetta agli individui perfezionati. Samuel Ibn Tibbon interpretò Maimonide in questo modo, pensando che supportasse la posizione che la divina provvidenza non coinvolgesse un intervento divino intenzionale nella vita dell'individuo. In una lettera sulla provvidenza che inviò a Maimonide (a cui Maimonide non rispose mai), Ibn Tibbon dava un'interpretazione filosofica al concetto di profezia come appariva nella ''Guida''. Secondo lui, le avversità colpiscono persone perfezionate nello stesso modo degli altri, e Dio non interviene per liberarle da povertà, malattie, o tribolazioni. Ma poiché aderiscono al giusto fine di comprendere gli intellegibili, cosa che assicura loro la vita eterna, tali persone non considerano questi eventi come tribolazioni.<ref name="IbnT">La lettera di Samuel è stata pubblicata in Z. Diesendruck, "Samuel and Moses Ibn Tibbon on Maimonides` Theory of Providence", ''Hebrew Union College Annual'' 11, 1936, pp. 352-366.</ref> Non considerano tali cose come una perdita di ricchezza, o come malattie, o ostacoli, poiché sono legati a ciò che conta veramente e che assicura loro la vita eterna. Di conseguenza, oltre alla vita eterna assicurata loro, queste persone vengono a contatto con la provvidenza durante la loro vita quotidiana, espressa non in forma di eventi che accadono ma come un profondo cambiamento di consapevolezza.<ref name="IbnT"/><ref name="Halbert2"/>
 
Il secondo vantaggio che la comprensione concede agli individui supervisionati dalla provvidenza, viene descritto da Moses Ibn Tibbon, figlio di Samuel. A differenza di suo padre, Moses sosteneva che quelli perfezionati nel pensiero erano protetti da tribolazioni in maniera pratica, ma non perché Dio controllasse intenzionalmente la realtà a loro beneficio, come afferma la lettura conservatrice.Piuttosto, la conoscenza del mondo che queste persone acquisivano permetteva loro di vivere vite meglio protette, e questo è il loro secondo vantaggio naturale: sanno come prevedere i rischi e valutare opportunamente le situazioni. Inoltre, il loro concentrarsi sulla meta più alta di conoscere Dio li libera da dolori fisici e mentali che affliggono la vita della persona dominata dai desideri. Pertanto gli individui perfezionati si distinguono perché sono protetti provvidenzialmente dalle afflizioni del mondo meglio delle altre persone, ma nell'interpretazione associata all'universo preesistente, tale distinzione non comporta una dipartita miracolosa dall'ordine causale. La protezione e la resistenza rispecchiano semplicemente il fatto che lo stesso ordine causale agisce per il bene.<ref name="IbnT"/>
 
I lettori conservatori e filosofici sono d'accordo che la grande innovazione di Maimonide qui consiste nell'idea che la provvidenza è qualcosa concessa solo a certi individui e che gli altri sono dati in pasto al caso. Egli quindi rifiutò la posizione del Kalam, che vedeva l'intervento divino in ogni evento del mondo, e dissentì dall'interpretazione tradizionale ebraica che la provvidenza individuale goverbava tutti gli esseri umani. Secondo Maimonide, la presenza e provvidenza di Dio, per la maggioranza delle persone, sono mediate dall'ordine causale che Egli ha creato, un ordine al quale le persone sono assoggettate. La disputa tra la lettura conservatrice e quella filosofica riguarda come si debba interpretare la provvidenza elargita agli individui perfezionati: viene data tramite un intervento divino intenzionale, come asserisce il Kalam, oppure è insita nell'ordine causale stesso, da interpretarsi in termini di eternità ed immortalità, come Aristotele interpretava la provvidenza relativa ad altre specie? La lettura filosofica permette a Maimonide di accettare la realtà, dichiarata enfaticamente nella discussione della [[w:Teodicea|teodicea]], con un significato più profondo. L'esistenza stessa, strutturata mediante la saggezza divina, corrisponde ai vari livelli della virtù umana, reagendo alle differenze tra le persone senza nessun bisogno di un intervento divino intenzionale.<ref name="Provvide"/>
 
==Le Ragioni dei Comandamenti==
[[File:The10Commandments.png|300px|left|I Dieci Comandamenti]]
{{WIP|Monozigote}}
 
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