Guida maimonidea/Mishneh Torah: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
pagina completata
Riga 128:
Alla luce di questa distinzione concettuale tra due tipi di canonizzazione, possiamo ritonare a considerare la ''Mishneh Torah''. Se prendiamo la prospettiva radicale e vediamo la ''Mishneh Torah'' come un rimpiazzo della letteratura precedente, la sua composizione diventa un atto canonico intricato e complesso. In questo testo, Maimonide conferma l'autorità normativa del Talmud, stabilendo la ''halakhah'' secondo le direttive talmudiche assolutamente vincolanti. Inoltre, estrapolando la ''halakhah'' pratica trasparente ed accessibile dalla moltitudine delle deliberazioni talmudiche, rende possibile al Talmud di essere usato come canone normativo. Ma con quella stessa azione, Maimonide effettivamente decanonizza il Talmud nel senso formativo. Poiché ora la ''Mishneh Torah'' ci fornisce una versione chiara e limpida della ''halakhah'' talmudica, il Talmud stesso diventa istantaneamente un testo che non c'è più bisogno di consultare. Consolidando la forza normativa del Talmud, la ''Mishneh Torah'' lo spoglia del suo status formativo. In tale lettura, la composizione della ''Mishneh Torah'' non è semplicemente una riorganizzazione della ''halakhah''; è un'azione pregna di significato per il carattere della cultura ebraica in generale.<ref name="Halbertal181"/><ref name="Lenn"/> Se veramente la composizione della ''Mishneh Torah'' costituì un rimarchevole atto canonico inteso a sostituire la precedente letteratura halakhica, bisogna attribuire a Maimonide le seguenti premesse: 1) L'interazione talmudica non ha valore inerente di per se stessa. La sostanza letteraria ed il valore spirituale del Talmud sono limitati alle sue conclusioni halakhiche; 2) Tali conclusioni sono presentate nella ''Mishneh Torah'' in maniera chiara e compiuta e, con la diffusione e accettazione del trattato, queste conclusioni saranno diventate la ''halakhah'' stessa; 3) Riferimento alla ''Mishneh Torah'' sarà l'unico necessario, almeno per la vasta maggioranza dei casi, derivandone una ''halakhah'' pratica senza dover ricorrere a letteratura halakhica precedente; 4) Le materie degne di attenzione costante per loro preciso diritto sone "il Racconto della Creazione" (Genesi 1) e "il Racconto del Carro" (Ezechiele), cioè fisica e metafisica rispettivamente. Poichè trattare di tali materie richiede una precedente fedeltà e conoscenza onnicomprensiva della ''halakhah'', la ''Mishneh Torah'' fornisce all'élite quello spazio interiore necessario a perseguire la conoscenza dell'universo e di Dio. Congiungere tutte queste premesse produce un quadro estremamente radicale della ''Mishneh Torah'' e del suo posto nella cultura ebraica in generale, e i successori radicali di Maimonide nel XIII secolo — da Samuel Ibn Tibbon a Joseph Ibn Kaspi — di fatto le accettarono tutte.<ref name="Halbertal181"/>
 
Naturalmente, ognuna di queste premesse può essere contestata. potrebbe essere che impegnarsi nei grovigli delle materie halakhiche non sia diretto esclusivamente ad arrivare a conclusioni halakhiche ma che in sé e per sé costituisca la più alta attività culturale a cui si posso mai aspirare. I [[w:Tosafisti|Tosafisti]], per esempio, pensavano che i propri commenti fossero espressi alla stessa maniera dello stesso Talmud, come raccolta di differenti possibilità interpretative, offrendo risposte multiple ad un singola domanda. E anche accettando la prima premessa maimonidea, in merito alla natura del Talmud e l'importanza spirituale di impegnarcisi, uno potrebbe ancora dire che Maimonide non abbia estratta la vera ''halakhah'' dal talmud; al massimo egli ha offerto un'interpretazione ragionevolmente convincente che richiede valutazione ed analisi in ogni singola occasione. Tale posizione fu presa da R. Menaẖem ha-Me`iri, che sosteneva che l'importanza del talmud stava sì nella sua determinazione della ''halakhah'', ma che uno doveva esaminare la ''halakhah'' stessa indipendentemente in ogni caso, piuttosto che accettare per buone le interpretazioni di Maimonide date in tutti i casi.<ref name="Lenn"/>
 
Anche se uno è dell'opinione che il Talmud non abbia avuto interprete più abile e profondo di Maimonide, potrebbe ancora darsi il caso che la ''halakhah'' pratica non si possa far derivare riferendosi solo alla ''Mishneh Torah'', senza una comprensione del materiale talmudico sottostante sulla cui base Maimonide è giunto alle sue conclusioni corrette. Tale fu la posizione di Rabbi [[w:Asher ben Jehiel|Asher ben Yeẖiel (detto ''Rosh'')]], che non era d'accordo anche con le altre premesse. Secondo questa contestazione, la ''Mishneh Torah'' non avrebbe mai potuto sostituire il Talmud, poiché senza le delibere talmudiche la ''Mishneh Torah'' sarebbe stata di limitata applicabilità pratica.<ref>''Rosh Responsa'', principio 31, 9.</ref> Similmente è possibile accettare le prime tre premesse ma stabilire comunque una struttura di contemplazione proficua completamente differente da quella che Maimonide intende applicare. Si potrebbero interpretare i resoconti della creazione e del carro non come la fisica e metafisica dei filosofi, ma come letteratura mistica dei [[w:Cabala|cabalisti]]. Di conseguenza, ciascuna delle premesse implicite nella lettura radicale fu soggetta a intenso scrutinio appena la ''Mishneh Torah'' si diffuse negli angoli più remoti del mondo ebraico.<ref name="Critic"/>
 
Gli halakhisti che consideravano la ''Mishneh Torah'' non come ''halakhah'' vincolante ma semplicemente come una delle possibili interpretazioni — forse anche una delle più importanti — accoglievano i suoi giudizi su base "al dettaglio": ogni singolo giudizio doveva essere controllato a fronte delle fonti talmudiche. Secondo loro, come annotato da Ra`abad nei suoi commenti all'introduzione, sarebbe stato meglio se Maimonide avesse identificato le sue fonti e spiegato i suoi fondamenti logici. Poiché l'opera, secondo loro, non era ''halakhah'' ma solo una sua rappresentazione, l'inclusione delle fonti sottese e delle argomentazioni non avrebbe diminuito la sua autorevolezza. Al contrario: è possibile che la presentazione dei suoi argomenti e fonti avrebbe potuto rafforzare la mano di Maimonide contro coloro che dissentivano senza sapere esattamente come egli avesse fatto a raggiungere le sue conclusioni.<ref>''Facile è criticare, difficile creare.'' Infatti coloro a cui manca il genio creativo e non sanno nulla, diventano critici. Cfr. [[q:Critica#Proverbi italiani|"Critica" su Wikiquote.]]</ref> Inoltre, questi studiosi critici vedevano nella ''Mishneh Torah'' una splendida opportunità per estendere il discorso halakhico stesso. Se l'intenzione di Maimonide era quella di bloccare l'espansione delle deliberazioni halakhiche incontrollabili e superflue, finì invece che gettò olio sul fuoco che sperava di estinguere. Dozzine di libri furono scritti sulla ''Mishneh Torah'', e fornì un'opportunità d'oro a quegli studiosi che si appassionavano all'argomentazione talmudica, usando l'opera maimonidea a tale scopo, in tal modo glorificando ed esaltando la Torah. Il trattamento della ''Mishneh Torah'' in susseguenti interpretazioni e novelle conferma il commento incisivo ed ironico del rinomato rabbino del XVI secolo, Maharshal (Solomon Luria), che affermò che ogni tentativo di chiudere il discorso halakhico mediante un'opera riconosciuta e trasparente diventa un'altra opportunità di espandere il discorso stesso.<ref>[http://www.ou.org/judaism-101/bios/leaders-in-the-diaspora/rabbi-solomon-luria-the-maharshal/ Rabbi Solomon Luria, il Maharshal], su ''ou.org''</ref>
 
==Note==
<references/>
 
{{Avanzamento|75100%|5 novembre 2014}}
[[Categoria:Guida maimonidea|Mishneh Torah]]