Guida maimonidea/Mishneh Torah: differenze tra le versioni

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Maimonide sembra considerare l'ascesa dell'Islam, e la dispersione delle comunità ebraiche nel Maghreb e in Spagna, come la "grandissima dispersione" avvenuta a partire dal completamento del Talmud. I suoi commenti sulla crisi storica intensificatasi durante il suo tempo, pare correlata alla distruzione degli ebrei andalusi da parte degli Almohadi e al suo senso di esule privato della sua patria culturale non più esistente. Organizzando la sua introduzione come un ''continuum'' di trasmissione e sviluppo organico interrotto da due brusche spezzature storiche, egli forgia un vincolo immediato tra la ''Mishnah'' di Rabbi Giuda e la propria ''Mishneh Torah''.<ref name="Shma"/>
 
Il primo ruolo giocato dalla formulazione di storia halakhica nell'introduzione di Maimonide sembra dunque alquanto chiara. Maimonide forgia una connessione fondamentale da una parte, tra i cambiamenti nei modi di trasmissione della ''halakhah'' e l'espressione letteraria e, dall'altra, tra le crisi politiche e storiche. Usa tale narrazione per porre la ''Mishnah'' di Rabbi Giuda quale precedente che legittimi la sua ''Mishneh Torah''. Vedremo in seguito che la formulazione specifica della storia halakhica ha un altro ruolo, più sostanziale, riguardo alla ''Mishneh Torah'' e la sua natura essenziale. Tuttavia, prima di affrontarla, dobbiamo considerare diversi punti relativi ai paralleli che Maimonide fa tra la ''Mishnah'' di R. Giuda e la propria ''Mishneh Torah''.<ref name="Halbertal171">Moshe Halbertal, ''Maimonides, cit.'', 2014, pp. 171-175181.</ref>
 
È la ''Mishnah'' veramente un precedente per la ''Mishneh Torah''? Considerarlo tale è reso possibile, tra le altre cose, da un'interpretazione contestata sul tipo di composizione che la ''Mishnah'' rappresenta. Poiché Maimonide prende la ''Mishnah'' come precedente per la creazione della propria opera, egli deve rappresentarla in una maniera che le permetta di giocare tale ruolo nella storia della ''halakhah''. Il primo passo in questo processo è di affermare che la ''Mishnah'' fosse infatti scritta. Tale conclusione tuttavia non era accettata universalmente dai saggi medievali che avevano preceduto Maimonide, alcuni dei quali pensavano che la ''Mishnah'' fosse un trattato trasmesso oralmente e diffuso dagli studiosi ''[[w:Tannaim|tanna`im]]'' che recitavano la ''Mishnah'' e che erano in effetti adibiti a "libri viventi" nelle sale di studio. Secondo tale opinione — riconosciuta dalla cultura contemporanea come la più ragionevole — la ''Mishnah'' non era una composizione scritta, disseminata copiandola; piuttosto, la redazione della ''Mishnah'' implicava la cristallizzazione di una versione precisa e autorevole di materiale halakhico che continuava ad essere tramandato oralmente. Se tale era il caso, la composizione della Mishnah non era una dipartita profonda, sostanziale o persino halakhica dai modi in cui la ''halakhah'' era stata trasmessa in passato.<ref name="Elon"/>
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Ciò nondimeno, seguendo la sua politica selettiva, Maimonide accettò due altre promulgazioni importanti dei ''Geonim'' sebbene differissero dalle sentenze talmudiche. Il Talmud stabilisce che la riscossione di un debito dagli eredi può essere fatto solo dalla terra di proprietà che è stata ipotecata per tale scopo e non da beni mobili. I ''Geonim'' che desideravano proteggere gli interessi dei prestatori promulgarono che il debito può essere riscosso anche da beni mobili degli eredi. Nella ''Mishneh Torah'' Maimonide accettò questa promulgazione in alcuni punti. Uno di questi si riferisce alla riscossione di un debito che risulta causato da danneggiamento: "I ''Geonim'' hanno già sentenziato che un debito dovuto ad un creditore può essere esatto da beni mobili [del patrimonio]. Questa sentenza è stata accettata da tutti i tribunali giuridici [ebraici]. Pertanto anche i danni possono essere esatti da beni mobili lasciati agli eredi." (Leggi sul Danno alla Proprietà, 8:12).
 
Anche un'altra promulgazione dei ''Geonim'' accettata da Maimonide contro la posizione del Talmud mira a proteggere l'interesse del creditore. Secondo la legge del Talmud, un mutuatario che non ha capacità di pagare il suo debito è esentato da tale pagamento fino al momento in cui avrà una qualche proprietà/bene in suo possesso. I ''Geonim'' peggiorarono la posizione del debitore e lo obbligarono in tale caso di giurare di non avere proprietà e quando ne venisse in possesso di usarla immediatamente per pagare il suo debito:
{{q|Quando però i ''Geonim'' delle prime generazioni che vennero dopo la compilazione del Talmud videro che il numero di persone ingannevoli era aumentato e la possibilità di ottenere prestiti diminuiva, ordinarono che quel debitore che dichiari banacarotta deve impegnarsi a fare un giuramento rigoroso, paragonabile al giuramento scritturale, amministrato mentre regge un articolo sacro, che non possiede alcuna proprietà a parte quella in questione, che non ha nascosto alcuna sua proprietà in mano d'altri, o dato proprietà ad altri come donazione con l'intento di farsela ridare.|Leggi sui Creditori e Debitori 2, 2}}
 
Tuttavia Maimonide fece un tentativo esplicito di limitare la portata della promulgazione in modo che non danneggiasse la posizione concessa dalla Torah ad un creditore in difficoltà. L'ordinanza non dà diritto al creditore di perquisire la casa del debitore, ma se si sa che il creditore è povero, è proibito forzarlo a prestare giuramento (''Ibid.'' 2, 4).
 
Nella posizione di Maimonide la riduzione dell'autorità dei ''Geonim'' si basa su una più ampia teoria di autorità della' ''halakhah''. Secondo Maimonide, come si è detto, l'autorità del Talmud scaturisce dal fatto che fu accettata dal popolo di Israele, ma le promulgazioni dei ''Geonim'' e la loro interpretazione non aveva ottenuto tale riconoscimento. Uno può concepire altri fondamenti per l'autorità talmudica, e infatti furono proposti dagli oppositori di Maimonide. Accusandolo di basare l'autorità del Talmud su deboli presupposti di circostanza storica casuale, cercavano invece di ancorare tale autorità a qualcosa di più sostanzioso: la prossimità del Talmud e la sua fedeltà all'antica tradizione halakhica, oppure ad una nozione più generale di declino generazionale continuativo, che accresceva la statura degli ''[[w:amoraim|amora`im]]'' (saggi talmudici) in relazione a coloro che li seguirono.<ref name="Shma"/>
 
Maimonide fonde il suo quadro specifico di storia halakhica con un concetto fondamentale delle fonti dalle quali la letteratura halakhica acquisisce autorità. Forgia pertanto un forte collegamento tra storia e ''halakhah'' e limita decisamente l'autorità dei ''Geonim'' mentre aumenta quella del Talmud. La perdita di centralizzazione — una condizione politica — non impedisce soltanto la diffusione delle decisioni halakhiche in tutto Israele; ne indebolisce la stessa autorità, poiché tale autorità dipende dalla loro diffusione e accettazione. I ''Geonim'', nonostante i loro sforzi, furono incastrati in un periodo di rottura geopolitica, e questa rottura minò la loro abilità di generare ''halakhah'' vincolante. Secondo questa opinione, la connessione tra ''halakhah'' e circostanza è interna: un certo grado di centralizzazione è necessario non solo per mantenere la ''halakhah'' come sistema effettivo ma, più fondamentalmente, per farla diventare ''halakhah''. Maimonide usa il quadro storico nel quale immette il suo nuovo concetto di autorità come meccanismo per creare il desiderato divario tra l'autorità assoluta del Talmud e l'autorità limitata dei ''Geonim''.<ref name="Shma"/><ref name="Halbertal171"/>
 
;Autorità talmudica e ''Mishneh Torah''
L'approccio di Maimonide all'autorità del Talmud e la sua connessione alla geopolitica ebraica, gioca un ruolo importante anche rispetto alla stessa ''Mishneh Tora'' come composizione. Ci sono due possibilità principali per comprendere la ''Mishneh Torah'' come composizione: una la chiameremo "moderata" e l'altra "radicale". La distinzione ci assisterà a definire più precisamente il ruolo giocato dal concetto di Maimonide in merito all'autorità talmudica in materie collegate al suo trattato.<ref name="Halbertal181">La discussione che segue viene proposta, ''int. al.'', da Moshe Halbertal, ''Maimonides, cit.'', 2014, pp. 181-189; Isadore Twersky, ''op. cit.'', pp. 389-400; Israel Ta-Shma, ''loc.it.'', pp. 111-118.</ref>
 
La questione basilare riguardo all'essenza della ''Mishneh Torah'' è la seguente: Maimonide credeva che la ''Mishneh Torah'' fosse una rappresentazione compiuta, forse perfetta, della ''halakhah'', o credeva invece che fosse la ''halakhah'' stessa? La questione può essere chiarita riferendosi alla giurisprudenza in generale. La letteratura legale include numerosi trattati scritti da vari esperti in varie aree della legge — illeciti, contratti, diritto penale, e così via. Questi trattati hanno un'influenza considerevole sulle sentenze dei giudici e vengono considerati rappresentazioni compiute e cristallizzate della legge, ma il sistema legale non ne viene vincolato poiché è vincolato da uno statuto. Secondo la lettura moderata, la ''Mishneh Torah'' è un trattato di tale sorta, che esamina l'intera gamma della ''halakhah''. È una rappresentazione ampia e onnicomprensiva della ''halakhah'', da prendersi in considerazione nei giudizi dei decisori. Ma è anche possibile che Maimonide considerasse la ''Mishneh Torah'' non una rappresentazione della legge bensì la legge stessa. In questa lettura radicale, la ''Mishneh Torah'' gioca il ruolo di raccolta di leggi che sono vincolanti nello stesso senso del Talmud.<ref name="Halbertal181"/>
 
La distinzione tra lettura moderata e lettura radicale può essere impostata come segue. Nell'alternativa radicale, Maimonide credeva che un futuro giudice che sentenziava in opposizione alla ''Mishneh Torah'', avrebbero errato in materia di legge. La situzione di costui sarebbe quella di uno che ha errato rispetto a qualcosa stabilito esplicitamente nel Talmud, e il suo giudizio sarebbe quindi nullo, perché la ''Mishneh Torah'' è ''halakhah''. In contrasto, nell'alternativa moderata Maimonide credeva che tale giudice avrebbe errato nel ragionamento: la sua sentenza non contraddice un principio halakhico di per se, ma omette di seguire, forse erroneamente, una migliore interpretazione della ''halakhah''.<ref name="Halbertal181"/>
 
La distinzione tra possibilità moderata e possibilità radicale può essere articolata come distinzione tra autorevolezza al dettaglio e autorevolezza all'ingrosso. Nella lettura moderata, l'autorità di ogni sentenza nella ''Mishneh Torah'' deriva dalla sua corretta interpretazione delle fonti canoniche della ''halakhah''. Ogni singola sentenza viene valutata individualmente — su base dettagliata — per determinare se rappresenti veramente la letteratura halakhica. Se però la ''Mishneh Torah'' è la ''halakhah'' stessa, allora la sua autorità deve essere considerata su base complessiva, all'ingrosso. Nel momento stesso che il libro è riconosciuto come canonico, l'autorità delle sentenze di Maimonide deriva da quella che il [[w:Herbert Lionel Adolphus Hart|giurista H. L. A. Hart]] definisce la "regola del riconoscimento", che assegna forza vincolante a tutte le sentenze, senza considerare l'affidabilità di ciascuna individualmente.<ref>[http://books.google.co.uk/books?id=53u8K7jNGioC&dq=H.+L.+Hart+books&source=gbs_navlinks_s Herbert L. A. Hart, ''The Concept of Law''], Oxford University Press, 2012, Parte II, pp. 20-25 e ''s.v.'' "Rule of recognition" (regola del riconoscimento).</ref>
 
Se Maimonide in realtà credeva che le sue sentenze nella ''Mishneh Torah'' costituivano la ''halakhah'' stessa e che il suo libro aveva uno status canonico nello stesso senso della ''Mishnah'' e del Talmud, ci possiamo chiedere ragionevolmente cosa pensava che fosse la fonte d'autorità del suo libro. La domanda non ci concerne se Maimonide credeva che la ''Mishneh Torah'' fosse semplicemente una rappresentazione e riassunto della ''halakhah'' — cioè, secondo la lettura moderata — poiché la sua autorità deriverebbe quindi dalla compiuta revisione e presentazione delle precedenti fonti autorevoli. Ma se la ''Mishneh Torah'' è la ''halakhah'' stessa — cioè, la lettura radicale — qual'è la fonte della sua autorità e cosa la trasforma da una splendida rappresentazione della legge ad un testo canonico vincolante? <ref name="Halbertal181"/>
 
==Note==
<references/>
 
{{Avanzamento|75%|14 novembre 2014}}
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