Guida maimonidea/Etica e fede: differenze tra le versioni

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{{q|Anche l'ira è una passione veramente grave, e uno dovrebbe evitarla al massimo... I saggi quindi ci ammonirono che l'ira debba essere evitata in tal grado da doversi addestrare ad essere impassibili anche per cose che provocherebbero ira in modo naturale; e questa è la via giusta. La pratica del giusto è di sopportare l'insolenza e di non infliggerla; di sentirsi rimproverati, ma di non ribattere; da essere spinti dall'amore in ciò che si fa, e di gioire nella sofferenza. Di loro la Scrittura dice: "Ma coloro che Ti amano siano come il sole,
quando sorge con tutto lo splendore" (Giudici 5:31)|''Ibid.''}}
 
L'uomo aristotelico di ''gravitas'' considererebbe tale posizione perlomeno come passività smidollata; alla peggio, ipocrisia. Nel modo in cui [[w:Machiavelli|Machiavelli]], e (specialmente) [[w:Nietzsche|Nietzsche]], consideravano l'immagine del santo cristiano — una misera persona che usa la sua volontà contro se stesso. Nelle tradizioni religiose tuttavia, l'umiltà e la povertà di spirito sono considerate come virtù culminanti ("beati i poveri di spirito...", Matteo 5:3), che riflettono il modo in cui uno deve presentarsi davanti a Dio.<ref name="MosheH3"/>
 
Aristotele e molti dopo di lui consideravano l'umiltà come l'interiorizzazione della falsa stima di sé che la persona umile possiede. Se la propria opinione di se stessi corrispondesse al proprio vero valore, la persona in questione non si sentirebbe umile, poiché essa è persona virtuosa anche se ha una bassa opinione di sé. L'umiltà è uno stato apparentemente paradossale, in cui una persona interiorizza una falsa consapevolezza circa la propria valutazione del suo valore. Tale critica si basa sulla premessa che le persone umili misurano il proprio valore in relazione ad altri, con ciò diminuendo falsamente la propria statura mentre aumentano esageratamente quella degli altri. Nella tradizione dell'umiltà, tuttavia, un'autovalutazione umile non riflette il paragone della persona modesta rispetto ad altre persone. Riflette invece il suo senso di soggezione, che la porta a valutarsi rispetto al cosmo o a Dio.<ref name="Aristotele"/>
 
Inoltre i commenti di Maimonide in materia non asseriscono che egli consideri l'umiltà come negazione dell'autostima.
 
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