Guida maimonidea/Etica e fede: differenze tra le versioni

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==Risurrezione e perfezione==
[[File:Valley of Hinom PA180093.JPG|thumb|Tombe nella Valle di Gē-hinnom, nota anche come Geenna, sul lato sud del monte Sion (Israele)]]
L'interpretazione da parte di Maimonide della natura e scopo della vita umana portò ad un riesame non solo della Geenna ma anche della risurrezione dei morti come elemento centrale del sistema tradizionale di ricompensa e punizione. Questo problema venne a galla durante la vita di Maimonide, a seguito della critica fattagli da Samuel ben Eli. I capitoli della ''Mishneh Torah'' che parlano in dettaglio del mondo a venire non menzionano la risurrezione, e Samuel ben Eli sosteneva che non fosse una coincidenza. Secondo Samuel, Maimonide negava la risurrezione del corpo, reputandola allegoricamente come una sopravvivenza dell'anima dopo la morte. La stessa affermazione fu fatta, verso la fine della vita di Maimonide, nel 1202, da R. Meir Halevi Abulafia di Toledo. In risposta a tale accusa, R. Aaron Hakohen di Lunel, un ammiratore provenzale di Maimonide, scrisse una difesa particolareggiata. Maimonide stesso aveva risposto a samuelSamuel ben Eli nel suo ''saggioSaggio sulla risurrezione'', scritto nel 1191. Ma in realtà Maimonide negava proprio qualcosa che egli stesso aveva elencato come uno dei principi determinanti l'appartenenza al popolo ebraico? Prima di proporre una risposta a tale domanda, si devono descrivere gli aspetti degli insegnamenti di Maimonide che sollevano questala domanda stessa.<ref name="MosheH1">Moshe Halbertal, ''Maimonides, op. cit.'', cap. 3, pp. 142-148.</ref><ref name="Principi"/><ref name="Anima"/>
 
Nei passi del ''Commentario alla Mishnah'' e della ''Mishneh Torah'' che discutono dei riferimenti biblici alla ricompensa e punizione fisiche, Maimonide propone un argomento chiave: le ricompense fisiche promesse nella Torah per l'osservanza dei comandamenti, come la pioggia, l'assenza di malattie, la prosperità, e l'indipendenza, non sono lo scopo di quell'osservanza. Lo scopo della ricompensa fisica è quello di facilitare la ricerca del vero scopo — la consocenzaconoscenza del Creatore. Un uomo che si confronta con la sventura, la fame, la malattia, o l'esilio, non sarà libero di perseguire ciò che lo conduce alla perfezione. La sua vita sarà consumata dalle avversità che gli si presentano e non avrà né il tempo psicologico né quello fisico di dedicarsi all'impresa che lo renderebbe veramente capace di svilupparsi. Allora, la ricompensa fisica promessa dalla Torah è semplicemente un modo di liberare l'uomo a seguire aspirazioni più elevate:
{{q|Poiché l'uomo non si può impegnare nel servizio di Dio quando è ammalato, o affamato, o assetato o durante un tempo di guerra; ed Egli dichiarò pertanto che tutto ciò fosse rimosso, e che fossero sani e in pace, cosicché la loro conoscenza di Dio potesse essere perfezionata e si meritassero il mondo a venire. Dato che non è il proposito della Torah che la terra sia riccamente produttiva o che il popolo viva a lungo o abbia copicorpi sani; piuttosto, essi saranno sostenuti da tutte queste cose nel realizzare [il vero proposito].|''Introduzione a Pereq Ḫeleq''}}
 
La stessa idea viene ribadita nella ''Mishneh Torah'':
{{q|Egli ci ha inoltre promesso nella Torah che, se osserveremo i relativi ordini gioiosamente e allegramente, e mediteremo continuamente sulla sua [della Torah] saggezza, Egli rimuoverà da noi gli ostacoli che ci impediscono di osservarla, come la malattia, la guerra, la carestia, e altre calamità; e ci conferirà tutti i benefici materiali che rafforzeranno la nostra abilità ad adempiere la legge, come l'abbondanza, la pace, la copiosità di d'argento ed oro. Pertanto non occuperemo tutti i nostri giorni a soddisfare i nostri bisogni corporali, ma avremo tempo libero per studiare la saggezza e osservare il comandamento, e quindi ottenere la vita nel mondo a venire.|''Libro della Conoscenza'', "Leggi sul pentimento", 9:1}}
 
==Note==