Guida maimonidea/Divinità e aristotelismo: differenze tra le versioni

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Nonostante l'intuizione dell'importanza di questa decisione, Maimonide considerava le sue tesi mere confutazioni degli argomenti opposti, e non prove positive. Poiché era diventato a lui chiaro che la questione rimaneva insoluta in filosofia, egli decise a favore dell'insegnamento proposto dalla profezia, "che rende chiare quelle cose che all'indagine manca la forza di conoscere" (''Ibid.'' II, 16). Quando Maimonide ebbe concluso questa contemplazione, dichiarò con sicurezza di avere eretto un enorme bastione tutt'intorno alla Torah, rendendo impossibile a chiunque di lanciarci contro una pietra (''Ibid.'' II, 17). Il percorso del proprio pensiero condusse Maimonide dal problema dell'intenzionalità a quello della creazione. La questione dell'esistenza individuale concreta ancora lo assillava e fu ciò che egli segnò come limite della ragione. Il criterio dell'intenzionalità veniva ora congiunto a quello della genesi. Sebbene la filosofia fosse riuscita, diceva, a spiegare la genesi dell'esistenza individuale nel mondo terreno, era nondimeno incapace di spiegare la varietà del mondo astrale. Maimonide quindi sentì che tutto quello che Aritotele affermava sulle cose "sottostanti la sfera della luna... è vero oltre ogni dubbio." D'altra parte, nessuno sa nulla di ciò che sta in Cielo, a parte quel poco che offrono gli assiomi matematici. "Tuttavia, affaticare la mente con qualcosa che nessuno può afferrare e sulla quale non si hanno i mezzi per ottenerne conoscenza, indica una mancanza di giudizio o un tipo di follia. Peraltro, dobbiamo arrestarci davanti al limite delle nostre abilità. Quello che non può essere compreso attraverso il ragionamento deve essere lasciato a colui che riceve ispirazione sublime da Dio." (''Ibid.'' II, 24). Pertanto solo la profezia è in grado di risolvere l'enigma dell'esistenza individuale concreta.<ref name="Ravi"/>
 
==Lettera di istruzioni==
{{q|Stai attento a non studiare le opere di Aristotele senza il loro commentario, il commentario di Alexander o il commentario di Themistius, o il commentario di Ibn Rushd.<ref>Quinta sezione della prima lettera scritta da Maimonide a Samuel Ibn Tibbon. Cfr. Joel L. Kraemer, ''op. cit.'', pp. 442-443.</ref> Tuttavia i libri che mi hai citato e che tu hai, incluso il ''Libro della Mela'' ed il ''Libro della Casa d'Oro'', sono tutte ciance, insensate ed insulse. Questi due libri appartengono ad opere spurie attribuite ad Aristotele.</br>
Il libro della ''Sapienza Divina'', scritto da al-Razi,<ref>Abu Bakr Muhammad ibn Zakariyya`al Razi, noto agli europei come Rhazes (ca. 854-925 o 935) fu filosofo, medico e alchemista, uno degli importanti "liberi pensatori" della civiltà islamica. Cfr. J.L. Kraemer, ''loc. cit.''</ref> è autentico ma futile, poiché al-Razi fu solo un medico. Lo stesso si può dire del ''Libro delle definizioni'' e del ''Libro degli elementi'', composti da Isaac Israeli. Anche questi sono stupidaggini, libri insensati ed esoterici, dato che anche Isaac Israeli era semplicemente un medico.<ref>Si veda [http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=6391344 A. Altman & S.M. Stern, ''Isaac Israeli: A Neoplatonic Philosopher of the Early Tenth Century'', Oxford University Press, 1958].</ref></br>
Ma il libro ''Microcosmo'' composto da Rabbi Joseph ha-Saddiq, non l'ho visto, tuttavia, ''conosco l'uomo e i suoi discorsi'' (2 Re 9:11), e riconosco la sua eminenza ed il valore del suo libro, poiché egli senza dubbio seguì il sistema dei Confratelli Sinceri.<ref>La citazione biblica viene di solito interpretata negativamente, ma Maimonide la usa in senso positivo. Joseph ibn Saddiq era anche lui di Cordova, quindi Maimonide potrebbe facilmente averlo conosciuto, a parte il fatto che Maimonide e famiglia lasciarono Cordova quando ibn Saddiq aveva solo dieci anni; è pertanto difficile accettare che lo conoscesse e conoscesse i "suoi discorsi". La migliore spiegazione, se si accetta la data di nascita di Maimonide del 1137/1138, è che lo conobbe dopo il 1148. Cfr. J.L. Kraemer, ''op. cit.'', n. 75, pp. 590-1.</ref></br>
In generale, ti dico: non ti preoccupare di libri sulla logica eccetto quello che il filosofo Abu Nasr al-Farabi ha composto; poiché tutto ciò che ha scritto in generale, ed in particolare i suoi ''Principi degli esseri esistenti'', è frumento senza pula, e si deve prestare attenzione alle sue parole e capire ciò che dice, poiché egli fu estremamente saggio.<ref>Il libro è noto anche col titolo ''al-Siyasa al-madaniyya (Il regime politico)''. Si veda la traduzione di sezioni fatta da Fauzi M. Najjar, in ''Medieval Political Philosophy: A Sourcebook'', R. Lerner & M. Mahdi (curatori), pp. 31-57.</ref> Similmente, Abu Bakr Ibn al-Sa`igh [Ibn Bajja] è un grande filosofo e le sue parole e composizioni — ''sono tutte rette per chi ha intendimento e giuste per quelli che hanno trovato la conoscenza'' [Proverbi 8:9].</br>
I libri di Aristotele sono le fonti e le fondamenta di queste composizioni sulle scienze. Non sono comprensibili, come abbiamo già detto, eccetto che coi rispettivi commentari, [cioè], il commentario di Alexander o Themistius o il commentario di Ibn Rushd.</br>
Ma quanto alle altre composizioni, come i libri di Empedocle, i libri di Pitagora, i libri di Hermes, ed i libri di Profirio — tutti questi sono filosofi antichi sui quali non c'è bisogno di perdere tempo.</br>
Il discorso di Platone, insegnante di Aristotele, nei suoi libri e composizioni, contiene enigmi e parabole che sono superflui all'uomo intelligente; poiché i libri del suo allievo Aristotele coprono tutto ciò che fu composto prima. La sua opinione — intendo dire, l'opinione di Aristotele — è l'opinione umana ultima, a parte coloro che ricevettero l'esubero divino, ottenendo il rango della profezia, che è il rango più alto.</br>
I libri di Abu `Ali Ibn Sina, sebbene accurati e con speculazioni sottili, non sono paragonabili ai libri di Abu Nasr al-Farabi. I suoi libri sono comunque utili. Anch'egli è uno il cui discorso dovresti studiare e le cui composizioni dovresti analizzare. Ti ho guidato e istruito in merito a cosa dovresti studiare ed in cosa dovresti occupare la tua anima preziosa.</br>
Possa la tua pace aumentare, amico mio, figlio e allievo, e possa la salvezza essere vicina ad un popolo povero e miserevole.</br></br>
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Firmato da Mosè, figlio di Rabbi Maimon il Sefardita</br>
(possa la memoria del giusto esserci di benedizione)<br/>
8 Tishri 1511 s.e. [30 settembre 1199 e.v.] Pace.</center>}}
 
==Note==