Guida maimonidea/Halakhah e comandamenti: differenze tra le versioni

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Secondo l'approccio alternativo, basato sull'affermazione che anche le future interpretazioni degli studenti furono enunciate a Mosè sul Monte Sinai, la distinzione tra biblico e rabbinico non crea confini alla rivelazione, ma fa soltanto delle differenziazioni legali interne. la rivelazione stessa include l'intero corpo della ''halakhah'', dai Dieci Comandamenti alle inferenze e promulgazioni dei Rabbini. Per questa ragione, un'espressione come "613 comandamenti furono enunciati a Mosé al Sinai" non necessita di un halakhista come l'autore di ''Halakhot Gedolot'' per distinguere tra obblighi biblici e decreti rabbinici. Si può invece dire l'opposto: il suo impulso di base è offuscare le differenze tra promulgazioni rabbiniche e doveri biblici, così da includere l'intero corpo halakhico nella rivelazione.<ref name="Sinai"/><ref name="Archi"/>
 
La principale mossa di maimonideMaimonide è di identificare il contenuto trasmesso al Sinai con la categoria giuridica biblica/''de-Orayta'' mentre allontana lo strato maggiore della legge rabbinica dalla rivelazione del Sinai. Maimonide sapeva che per isolare l'autorità di Mosè dall'autorità dei saggi, doveva sfidare la prestabilita tradizione talmudica di incorporare tutti gli strati della ''halakhah'', incluse le promulgazioni rabbiniche, nella rivelazione. Per emarginare questa tradizione, Maimonide, più in là nella prima regola presentata all'inizio del ''Libro dei Comandamenti'', fa una mossa brillante. Secondo lui, i decreti rabbinici sono collegati alla rivelazione del Sinai tramite la mediazione di una proibizione: "non devierai da quello che ti avranno esposto" (Deut. 17:11). Questo obbligo, che è esplicito nella Torah e comanda obbedienza al tribunale rabbinico, forma il ponte stretto che collega il gigantesco corpo talmudico alla rivelazione:<ref name="Levi">Jacob Levinger, ''Maimonides Halakhic Thinking'', Magnes Press, 1965, pp. 67-101.</ref>
{{q|Ogni adempimento che i saggi comandarono e tutto ciò che proibirono, Mosè ci comandò di osservare, poiché disse: "Agirai in base alla legge che essi ti avranno insegnato e al giudizio che ti hanno dichiarato." E ci ammonì contro la violazione dei loro pronunciamenti su quello che promulgano o deducono, dicendo: "non devierai da quello che ti avranno esposto."|''Libro dei Comandamenti'', primo principio}}
I contenuti specifici dei decreti rabbinici non furono menzionati o finanche allusi al Sinai. Tuttavia, tramite la mediazione del dovere di ubbidire i saggi, si può dire che anche secondo Maimonide, qualunque cosa i saggi comdandarono fu già data al Sinai.<ref name="Levi"/> Successivamente, sempre nella prima regola, Maimonide cita una singola fonte che può essere interpretata a significare che l'intero corpo della ''halakhah'' fu dato al Sinai. Maimonide rinterpreta questa fonte, tramite la mediazione della proibizione contro il deviare dai saggi, come comandamento di secondo ordine:
{{q|Il Talmud nel Trattato ''Shevu`ot'' dice: "Questo implica solo comandamenti dati sul Monte Sinai. Qual'è la fonte per includere anche quei comandamenti che saranno inventati in futuro, come la lettura del Rotolo [di Ester]? Si insegna col versetto "hanno accolto e accettato" — essi hanno accolto quello che avevano già accettato." Cioè, essi avevano accettato ogni comandamento che i profeti ed i saggi avrebbero promulgato in futuro.|''Ibid.''}}
 
È possibile intendere il passo talmudico citato da Maimonide come dicesse che anche l'ordinanza di leggere il Rotolo di Ester fu enunciata al Sinai, ma entrò in vigore solo molto più tardi. Maimonide rifiuta la nozione che la rivelazione possa prefigurare un comandamento che si riferisca ad un evento futuro, fornendo la sua propria interpretazione a questo passo talmudico: "crederanno qualsiasi comandamento che i profeti ed i saggi avrebbero promulgato in futuro." Il dovere di leggere lo Scrollo di Ester fu accettato al Sinai solo nel senso che forma parte dell'obbligo generale di tutto Israele di obbedire tutto ciò che i profeti ed i saggi avrebbero promulgato in futuro — come un assegno in bianco.<ref name="HalMoshe"/> Il principio di "tu non devierai" come norma mediante serve quindi ad ancorare l'autorità della creatività halakhica dei saggi. Similmente, Maimonide lo usa per rinterpretare le fonti talmudiche, asserendo che tutti i principi e dettagli della ''halakhah'' furono dati al Sinai.<ref name="Levi"/>
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==Decodificazione e critica==
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<references/>
 
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[[Categoria:Guida maimonidea|Halakhah e comandamenti]]