Guida maimonidea/Gli obiettivi del Commentario alla Mishnah: differenze tra le versioni
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{{q|Tuttavia (ci sono) coloro che pensano che anche le leggi che sono disputate furono ricevute da Mosè, e che (inoltre) credono che la controversia si originò a causa di errori nella loro trasmissione, o a causa di dimenticanza, e che uno dei saggi ricevette la tradizione corretta mentre un altro si sbagliò in ciò che ricevette, o dimenticò, o non ricevette dal suo insegnante tutto quello che doveva ricevere... questo tipo di contesa, Dio lo sa, è un'asserzione estremamente depravata e repellente. Queste sono parole di colui che non capisce e non è meticoloso sui fondamenti e che denigra le persone tramite cui furono ricevuti i comandamenti. Tutto questo approccio è vacuo. Ciò che portò uno a credere in tale convinzione depravata fu la scarsezza di contemplazione sulle opere dei Saggi che si trovano nel Talmud.|Introduzione alla ''Mishnah''}}
La posizione geonica viene attaccata così duramente perché considerare la controversia come risultato di un processo corrotto di trasmissione mina la validità della tradizione. Secondo Maimonide, da un lato la tradizione era conservata incontaminata; secondo lui, non c'era controversia su niente di quello che fu ricevuto al Sinai. Dall'altro, sosteneva che la vasta maggioranza dei particolari halakhici si originarono come interpretazione umana e non era ancorata alla rivelazione. Non fu dettato al Sinai quando recitare lo ''Shema'' mattutino o serale, poiché se questo particolare fosse stato dato al Sinai, non ci sarebbe alcuna controversia su di esso. Le sole istruzioni rivelate in merito al tempo della recitazione dello ''Shema'' furono le parole nel versetto "quando giaci e quando ti alzi". La controversia si generò quando i saggi cercarono di determinare un tempo specifico da tali espressioni.<ref name="Levinger">Jacob Levinger, ''Maimonides Halakhic Thinking'', Magnes Press, 1965, ''passim''; ''id.'', ''Ha-Rambam Ke-Filosof U-Ke-Posek [Maimonides As Philosopher and Codifier]'', Mosad Byalik, 1992, pp. 44-71 e segg.</ref>
==Note== ▼
Il dibattito tra Maimonide ed i ''Geonim'' sul fenomeno della controversia rappresenta una tensione basilare tra due possibilità di spiegazione — tensione derivante dalla relazione complessa tra rivelazione da un lato, e tradizione e controversia dall'altro. Scegliere una di queste opzioni è un compromesso problematico teologicamente e normativamente. Da una parte, il tentativo — come quello dei ''Geonim'' — di ancorare l'autenticità e autorità della ''halakhah'', in tutti i suoi dettagli, nella rivelazione compromette la credibilità della tradizione. Dall'altra parte, affermare che la tradizione sia stata preservata e non corrotta, come sosteneva Maimonide, preclude il collegamento dell'intera ''halakhah'' alla rivelazione. Questo modello vede la ''halakhah'' come creazione umana, perlomeno ogni volta che è sottoposto a controversia. Il prezzo teologico dell'insistenza di Maimonide sull'integrità della tradizione fu formulato acutamente dal rabbino del XVII secolo, Yair Bacharach, nella sua opera ''Havot Ya`ir'':
{{q|Pertanto [Maimonide] costruì un muro fortificato intorno alla Legge Orale scrivendo che è impossibile che venga dimenticata... sebbene qualsiasi profitto fosse superato dalla perdita incorsa nello scrivere che qualsiasi altra controversia tra i saggi, che rappresenta la vasta maggioranza della Legge Orale e praticamente l'intera Mishnah, non sia affatto pervenuta dal Sinai.|''Havot Ya`ir'', nr. 192}}
R. Yair Bacharach asserisce che Maimonide difese la tradizione insistendo che non c'era controversia su nulla di quello che fu ricevuto dalla tradizione. Tuttavia, egli credeva che il costo di questa difesa superasse i benefici, poiché richiede che uno affermi che qualsiasi materia controversa non fu dichiarata al Sinai. Sembra comunque che questa difesa della credibilità della tradizione sia predicata sul principio che forma parte della concezione religiosa di Maimonide. Secondo lui, il fatto che la componente umana realizzasse un ruolo importante nella creazione della ''halakhah'', non detrae dal suo valore religioso. La facoltà della ragione ha il potere di creare norme religiosamente significative a patto che tali norme derivino dalla interpretazione consistente della parola di Dio Stesso.<ref name="Levinger"/>
In opposizione all'impostazione corroborante, Maimonide presenta una concezione totalmente differente dei concetti halakhici. Questo dibattito si radica nelle interpretazioni dello scopo e significato della rivelazione. I ''Geonim'' credevano che la conoscenza halakhica iniziasse con una rivelazione completa e totale, erosa nel tempo a causa delle corruzioni nel processo di trasmissione. Maimonide asseriva che la conoscenza halakhica non si atrofizzò col passare del tempo, ma si accumulò costantemente. La rivelazione, secondo lui, provvide solo un nucleo halakhico limitato e fisso, trasmesso nella sua forma pura da generazione a generazione, alla quale furono gradualmente aggiunti, per mezzo dell'interpretazione, nuovi contenuti normativi.<ref name="Levinger"/><ref name="HalbertalM"/>
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