Guida maimonidea/Gli obiettivi del Commentario alla Mishnah: differenze tra le versioni

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L'approccio di Ibn Daud e della maggioranza dei ''Geonim'' basa l'autorità della ''halakhah'' nella sua interezza sulla rivelazione al Sinai, ma sottosquadra la credibilità della tradizione onde poter spiegare la proliferazione della controversia. Per questa ragione, Abraham Ibn Daud tenta di marginalizzare le controversie halakhiche per poter salvaguardare la tradizione dall'essere completamente compromessa e minata: i saggi non furono in disaccordo sull'obbligo di recitare lo ''Shema'' di sera, ma solo sui momenti in cui si poteva fare. Similmente, non furono mai in disaccordo sul dovere di accendere le candele per accogliere lo Shabbat, ma solo sui tipo di combustibile che poteva essere usato, "cosa uno possa accendere o meno". Tuttavia, il nucleo della tradizione era conservato, anche se la controversia attesta i difetti della catena di trasmissione. In questo concetto, il processo di trasmissione corrotta che porta alla controversia incide solo sui margini della conoscenza halakhica.<ref name="Blid"/>
 
L'impostazione ''corroborante'' presenta sistematicamente le posizioni di tutte le componenti necessarie alla base teorica della ''halakhah'' — rivelazione,interpretazione, verità, e autorità. Secondo tale approccio, l'interpretazione non deve essere vista come un atto creativo di aggiungere nuova conoscenza alla ''halakhah'' basilare, dato che idealmente non c'è posto per l'invenzione umana in una ''halakhah'' che è totalmente radicata nella rivelazione del Sinai. Il bisogno di interpretazione è meramente ''ex post facto'', quando le tradizioni andarono perdute, ed il suo unico scopo è di ricostruire e recuperare informazioni date al Sinai ma perdute. Il concetto di verità deriva, in questo sistema, da una comprensione di rivelazione e interpretazione. Secondo l'impostazione corroborante, è ovvio che una parte di una data controversia sia in errore, e gli errori sono valutati in base al grado a cui corrispondono a ciò che fu enunciato al Sinai. È possibile che non sapremo mai quale parte dei disputanti errò, poiché la controversia si origina da tradizioni dimenticate, ma è chiaro che, in linea di principio, esiste una risposta esatta al dibattito halakhico, e tale risposta fu data sul Monte Sinai.<ref name="Blid"/><ref name="HalbertalM"/>
 
Questo concetto della verità può essere definito "verità da corrispondenza", basato sull'approccio filosofico che definisce la verità in termini di corrispondenza con la realtà, la teoria della corrispondenza della verità.<ref name="Hal1">Questa definizione viene data, ''int. al.'', da M. Halbertal, ''op. cit.'', pp. 102-104.</ref> In questa concezione filosofica, qualsiasi affermazione sul mondo è valutata come vera o falsa basandola sulla sua corrispondenza ai fatti come tali. Nell'impostazione corroborante, un'affermazione di verità halakhica viene valutata in base al grado in cui corrisponde al contenuto che Dio ha comunicato al Sinai. Inoltre, l'approccio dei ''Geonim'' fonda l'autorità sulla dimensione temporale della ''halakhah''. Poiché la conoscenza halakhica è soggetta a dimenticanza e a trasmissione corrotta, l'autorità di un halakhista aumenta quanto prima appare nella catena di trasmissione. La prossimità storica alla fonte della tradizione gli fornisce una maggiore credibilità e padronanza del materiale halakhico prima che venisse dimenticato; per tale ragione, ai primi saggi viene concessa un'importanza preferenziale rispetto ai successori.
 
Nella sua introduzione al ''Commentario alla Mishnah'', Maimonide contesta ciascun elemento di questo approccio ed in alternativa propone un modello completamente differente che può essere definito come "impostazione ''cumulativa''".<ref name="Hal1"/> Nella citata introduzione, egli divide il corpo halakhico in tre componenti basilari:
 
# La prima componente include tutti gli ''halakhot'' dati a Mosè sul Monte Sinai e trasmessi dalla tradizione. Riguardo a questa componente, Maimonide afferma, in contrasto coi ''Geonim'', che qualsiasi cosa trasmess dalla tradizione del Sinai non fu mai soggetta a controversia: "La prima categoria (consiste di) spiegazioni che furono ricevute da Mosè, che sono accennate nella Scrittura, e possono essere ottenute con ragionamento deduttivo. Qui non esiste differenza di opinione; piuttosto, se qualcuno asserisce: «L'ho ricevuta così», uno non deve più metterla in dubbio" (''Introduzione alla Mishnah'').
# La seconda componente del corpo halakhico include tutti i comandamenti che i saggi innovarono basandosi sulla loro interpretazione della Torah scritta. In questa area della ''halakhah'' invero esiste controversia, poiché non esiste una tradizione data: "Leggi che sono derivate tramite metodi di ragionamento deduttivo, e sulle quali avvengono dispute..." (''Ibid.''). Le controversie si infiltrano nella ''halakhah'' in materie sulle quali non c'è tradizione, quando i saggi tentano di ragionare per risposte a domande sollevate durante i loro studi: "Materie su cui egli non udì nulla dal profeta, dalle branche — derivavano la legge su queste materie per inferenza... tra quelle leggi che essi derivarono — c'erano materie sulle quali non avveniva controversia, c'era invece consenso; e altre — c'era controversia tra due fondamenti logici, uno che seguiva un'inferenza e l'altro che preferiva un'altra inferenza. Poiché è nella natura di questa sorta di principi retorici che mentre li si usa come guide di un'inferenza, tale cosa possa accadere" (''Ibid.'')
# La terza componente della ''halakhah'' include decreti rabbinici ed emendamenti che non sono trasmessi dalla tradizione e non derivano dall'interpretazione della Torah Scritta.
 
Maimonide pertanto sosteneva, in opposizione ai ''Geonim'', che la rivelazione del Sinai non incluse l'intero contenuto della ''halakhah''. Molte materie halakhiche furono generate dalla creatività esegetica umana, e la controversia si sviluppa ogniqualvolta che il fattore umano viene introdotto nella produzione della ''halakhah''. La controversia non è il risultato di un processo corrotto di trasmissione, poiché il nucleo dato a Mosè sul Monte Sinai fu conservato completamente e senza cambiamento. La controversia succede quando i saggi tentano di creare nuove leggi mediante l'interpretazione. Maimonide attacca duramente la spiegazione geonica per aver causato la comparsa della controversia:
{{q|Tuttavia (ci sono) coloro che pensano che anche le leggi che sono disputate furono ricevute da Mosè, e che (inoltre) credono che la controversia si originò a causa di errori nella loro trasmissione, o a causa di dimenticanza, e che uno dei saggi ricevette la tradizione corretta mentre un altro si sbagliò in ciò che ricevette, o dimenticò, o non ricevette dal suo insegnante tutto quello che doveva ricevere... questo tipo di contesa, Dio lo sa, è un'asserzione estremamente depravata e repellente. Queste sono parole di colui che non capisce e non è meticoloso sui fondamenti e che denigra le persone tramite cui furono ricevuti i comandamenti. Tutto questo approccio è vacuo. Ciò che portò uno a credere in tale convinzione depravata fu la scarsezza di contemplazione sulle opere dei Saggi che si trovano nel Talmud.|Introduzione alla ''Mishnah''}}
 
==Note==