Guida maimonidea/Divinità e aristotelismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 26:
L'uomo è chiamato microcosmo, un "piccolo mondo". Ma nessuno ha mai sentito parlare di un asino o di un cavallo riferendocisi come "piccolo mondo". Non è quindi la struttura organica dell'uomo bensì la sua ragione inerente che costituisce la sua somiglianza al tutto universale. Poiché proprio come l'uomo è guidato dalla ragione, così il cosmo è guidato da Dio. Maimonide considera l'universo come un insieme organico le cui parti sono coerenti, come in un organismo umano. La terra è il centro dell'universo circondato dal innumerevoli sfere celesti che sono in moto costante. Ogni movimento, ogni evento che accade nel mondo, si origina nelle moto delle sfere: "E come l'uomo muore istantaneamente quando il suo cuore si ferma, così anche il mondo, se le sfere stessero ferme, verrebbe a morire e tutto ciò che contiene verrebbe a cessare" (''Moreh Nevukhim'' I, 72). Ma qual'è la causa del moto delle sfere?<ref name="Ravi">Nei successivi paragrafi ed in base al testo primario di ''Moreh Nevukhim'', si sono consultate anche le seguenti fonti secondarie: Aviezer Ravitzky, "Maimonide Concealed Teaching in ''The Guide of the Perplexed'': The Interpretation in the Past and Present", ''Al Da`at ha-Maqiom: Studies in the History of Jewish Thought'', Keter Press, 1991, pp. 142-181 (in ebr.); Shalom Rozenberg, "Biblical Interpretation in the Guide", ''Jerusalem Studies in Jewish Thought'', State University of N.Y. Press, 2000; Kenneth Seeskin, ''Searching for the Distant God: The Legacy of Maimonides'', Oxford University Press, 2000; Yair Lorberbaum, "On Allegory, Metaphor, and Symbol in ''The Guide for the Perplexed''", ''Studia Judaica'' 16, 2008, pp. 95-106.</ref>
 
Maimonide pensava che le idee sostenute da Aristotele circa il moto delle sfere, e dalle quali otteneva la convinzione dell'esistenza di esseri razionali immateriali, fossero molto vicine alla verità, sebbene fossero solo asserzioni per le quali non esisteva ancora un'evidenza valida. Maimonide considerava queste idee più metodiche e meno aperte a contestazioni di altre affermazioni di pensiero. Inoltre, erano in accordo con le Scritture ed i [[w:Midrash|Midrashim]] (''Ibid.'' II, 4). I suoi ragionamenti in merito erano i seguenti:<ref name="MNII">Estratto in sintesi e parafrasi da ''Moreh Nevukhim'' II, 4, 11-13, 15-19.</ref> è chiaro che ciascuna sfera possiede veramente un'anima. Ma chiunque senta ciò per la prima volta avrà difficoltà a comprendere, o semplicemente rifiuterà di comprendere. Perché? Perché quando sente la parola "anima", si immaginerà che la sfera abbia un'anima come un uomo o un asino o un toro. Tuttavia, il significato è questo: l'orbitare della sfera implica che ha un principio a causa del quale essa si muove — e tale principio è, senza dubbio, un'anima. Vero, il moto circolare avviene a causa di una condizione che le richiede di muoversi in tal maniera. Però questa condizione non sarebbe presente nella sfera se non ci fosse una ragione che la occupasse. Ma non tutto ciò che ha una ragione, per cui concepisce qualcosa, e che ha un'anima, per cui si muove, in realtà si muove quando concepisce qualcosa; poiché la sola concezione non provoca moto. Se qualcuno concepisce molte cose e può muoversi verso di esse, ciò nondimeno non si muoverà verso di esse a meno che un desiderio impellente per le cose concepite non insorga in lui. Si muoverà solo per raggiungere ciò che ha concepito. La sfera desidera l'oggetto del suo amore, che è Dio. Dio, il motore immobile, muove le sfere in quanto le sfere aspirano a diventare simili a ciò che son venute a conoscere: cioè l'essere concepito che è completamente immateriale e in cui non c'è assolutamente nessun cambiamento né generazione di condizione, e da cui emana sempre il bene.<ref name="MNII"/><ref name="Ravi"/>
 
Il fatto che le stelle differiscano l'una dall'altra in velocità e lentezza di moto cokme anche in direzione, è prova che ci sono molte sfere. Ci sono probabilmente tanti esseri razionali immateriali quante sono le sfere. Ogni sfera anela all'essere razionale che è la sua causa e determina il suo moto. Esistono nove sfere, cioè: la sfera senza stelle che circonda il cosmo, la sfera delle stelle fisse, e le sfere dei sette pianeti. Ogni sfera ha il suo spirito di sfera, un essere razionale, dal quale emana, e che desidera e cerca di raggiungere, che la presiede e la muove. Il decimo essere razionale è l'"intelletto attivo". La sua relazione col nostro mondo è la stessa della relazione che ogni essere razionale immateriale ha con la propria sfera. La sua esistenza è comprovata dal fatto che il nostro pensiero passa dalla semplice capacità e possibilità del pensare alla realtà, e dal fatto che anche le forme che sono meramente possibili nella materia di questo mondo possono diventare reali. Poiché tutto ciò che passa dalla possibilità slls realtà deve avere qualcosa al di fuori di se stesso che lo porta alla realtà, e questo deve necessariamente essere dello stesso tipo di ciò che è portato alla realtà. Dato che il falegname non costruisce il mobile perché egli è un artigiano ma perché la forma del mobile era presente nella sua ragione. La relazione della ragione vera presente in noi (proveniente dall'emanazione dell'intelletto attivo) con l'intelletto attivo è lo stesso della relazione della ragione presente in ogni sfera (ed emanante dallo spirito che la controlla e per mezzo della quale ragione la sfera pensa e concettualizza lo spirito, aspira a divenire come esso, e si muove) con lo spirito della sfera. Il controllo di tutti gli eventi "è trasferito dall'effetto di Dio sugli esseri razionali secondo il loro ordine; da esseri razionali, alcune delle loro proprietà e quella della luce fluiscono nei corpi delle sfere", e da loro al nostro mondo crescente e decadente.<ref name="MNII"/>
Riga 33:
 
L'idea che gli eventi naturali siano un'emanazione ininterrotta da Dio, che i movimenti cosmici siano determinati da un incessante anelito verso il più alto, un desiderio di divenire come il più alto, corrisponde al carattere stesso di Maimonide: è un ''[[w:pathos|pathos]]'' — nel senso greco: una grande passione — che regola il mondo. E l'idea ''passionale'' dell'universo trova una corrispondenza ed un eco nel carattere ''passionale'' di Maimonide.<ref name="Ravi"/>
 
Diverse volte mainmonide si era trovato a combattere su due fronti: in Fes contro l'odio ed il fanatismo degli Almohadi, e nella ''Lettera allo Yemen'' contro le pressioni maomettane e lo zelo eccessivo di certi ebrei. Ed ora, ancora una volta, nella sua lotta filosofica, Maimonide si ritrovava un conflitto da due parrti. Ottenere una veduta del mondo da fonti filosofiche e dalla tradizione ebraica costituiva un prologo piuttosto che un epilogo al suo pensiero. D'altra parte, gli ebrei nella loro fede ingenua rifiutavano tale concetto; ma c'erano anche passi degli insegnamenti aristotelici che sollevavano violente proteste da parte di Maimonide stesso.
{{q|Se dici ad un uomo che viene considerato un dotto tra i dotti di Israele, che Dio manda il suo angelo a penetrare il grembo di una donna e genera una nuova vita, allora tale immagine lo attrae sicuramente. L'accetterà e ci vedrà l'infinita onnipotenza e saggezza di Dio, sebbene creda che l'angelo è un corpo di fuoco ardente un terzo della misura del mondo intero. Tutto ciò lo colpirà come possibili. Ma se gli dici che Dio ha inserito una forza plasmante nel seme, una forza che dà agli organi la loro forma e determina le loro abilità; se gli dici che tale forza è l'angelo, e che tutte le forme derivano dall'attività dell'"intelletto attivo" — l'angelo e il regolatore del mondo di cui sempre parlano i nostri saggi — allora quest'uomo si rifiuterà di ascoltare, perché non capisce le vere condizioni di onnipotenza e potere assoluto, che si esprimono nella creazione delle forze che non sono percepibili dai sensi e che operano nelle cose.|''Moreh Nevukhim'' II, 13}}
 
L'Ebraismo insegna che Dio ha intimato l'esistenza del mondo dal nulla, e che soltanto Lui esisteva e niente al di fuori di Lui, che Egli ha poi portato tutto l'Essere nell'esistenza secondo il Suo volere e gradimento. Maimonide non include questo precetto nella tabella dei dogmi che presentò nella sua opera giovanile; ma in maturità comprese che la fede nella creazione del mondo "è la seconda dottrina principale dopo quella dell'Unità di Dio."<ref name="MNII"/><ref name="Ravi"/><ref name="HeschelAJ"/> Aristotele tuttavia, nel suo concetto del mondo, insegnava che l'universo, il cielo e la terra, il tempo ed il moto, sono eterni e perenni, non crescono e non decadono. Insegnava che le forme entrano nelle cose una dopo l'altra, perdendo una forma ed assumendone un'altra. Quest'ordine del mondo superiore e inferiore, diceva, non si fermerà mai. Né alcunché si genera in tale ordine senza che la sua genesi si basi sulla sua natura. Ed è impossibile che la volontà di Dio cambi, o che Egli improvvisamente deisderi creare il mondo in un dato punto del tempo. Invece Dio ha generato il cosmo mediante la Sua volontà, ma non l'ha creato da uno stato in cui precedentemente non esisteva nulla.<ref name="Ravi"/>
 
Maimonide capiva che gli argomenti di Aristotele non danno nessun tipo di prova. Aristotele, "che insegnò agli uomini come ragionare o invalidare una prova e quali siano i prerequisiti di una prova valida", non poteva aver considerato come prove questi argomenti inadeguati. Maimonide pare sia stato l'unico del suo tempo a giudicare Aristotele in questo modo. Gli studiosi suoi contemporanei credevano che Aristotele avesse già provato la perpetuità del mondo. Molti di "coloro che si repitavano filosofi" accettavano le opinioni di Aristotele in questo campo e credevano che tutto ciò che aveva detto in merito fosse provato definitivamente e indubitabilmente. Dicevano che fosse impossibile polemizzare contro di lui o congetturare che qualsiasi cosa gli fosse sfuggita o che avesse fatto un qualche tipo di errore. Maimonide era ora costretto a prendere posizione contro coloro che avevano frainteso Aristotele.<ref name="MNII"/><ref name="HeschelAJ"/>
 
Secondo lui, Aristotele stesso non aveva affermato d'avere offerto alcuna prova in tale materia. "Purtroppo però le passioni hanno avuto la meglio tra molti partiti, anche tra i filosofi, e vogliono quindi insistere che Aristotele abbia risolto questo problema mediante la prova. Ciò può essere la loro opinione, ma non gli è mai passato in testa di aver mai provato alcunché. Solo i suoi seguaci hanno osato affermare tale convinzione."<ref name="MNII"/> Maimonide stesso era dell'idea che la questione se il mondo fosse creato o esistesse eternamente non potesse essere risolto col ragionamento. "Molti che si reputano pensatori, sebbene non capiscano nulla delle scienze, emettono un verdetto decisivo sulla perennità del mondo, perché ciò è stato loro tramandato da dotti rinomati, che dicono che il mondo è sempiterno, e rifiutano le parole di tutti i profeti, perché sono strutturate come una proclamazione nel nome di Dio piuttosto che mediante un metodo didattico."<ref name="MNII"/> La vera contraddizione con la dottrina ebraica, come la vedeva Maimonide, non era nell'affermazione che il mondo fosse eterno, né nella confusione del "punto temprale", ma nella relativa convinzione che il mondo necessariamente proceda da Dio, che il mondo sia determinato dall'esistenza di Dio "come l'effetto dalla sua causa. Poiché consegue dall'opinione della perennità del mondo che Essere ''necessariamente'' proceda da Dio. La relazione tra il Creatore e la creatura è, presumibilmente, basata sulla necessità. È quindi impensabile che qualunque delle cose esistenti possa essere alterata nella propria natura." (''Moreh Nevukhim'' II, 21, 25).
 
Cosa infine regoli l'universo, il libero arbitrio o la necessità; che Dio debbe essere concepito come il sovrano supremo che regola il mondo seconda la Sua volontà o se Egli sia inalterabilmente legato all'ordine eterno della natura — Maimonide comprese che tale alternativa
era il problema cardinale, che deriva dall'alternativa della creazione del mondo o dalla sua perpetuità. Presentato con questo dilemma, Maimonide non venne influenzato da pregiudizi religiosi. Rispetto ai [[w:Mutazilismo|mutaziliti]], filosofi arabi che cercavano di provare a tutti i costi la creaturalità del mondo,<ref>J. van Ess, articolo sul "Mutazilismo" in: ''The Encyclopedia of Religion'', Macmillan Reference USA, 1987, X, pp. 220-229.</ref> Maimonide controbattè: "Non voglio illudermi così tanto da considerare come prova i metodi sofistici."<ref name="MNII"/> Il suo rifiuto di credere nell'eternità del mondo non era fondata sulla spiegazione biblica che il mondo era stato creato:
{{q|Poiché i passi delle Scritture che indicano la creaturalità del mondo non sono più numerosi di quelli che descrivono Dio come essere fisico. Né sono i portali dell'esegesi a noi chiusi in alcun modo o a noi inaccessibili rispetto alla creaturalità del mondo. Al contrario, ci sarebbe stato possibile interpretare questi versetti biblici nello stesso modo della non-fisicità di Dio; in verità, ci sarebbe stato molto più facile, e la nostra interpretazione dei passi biblici in termini di perennità del mondo sarebbe stata superiore alla nostra interpretazione che esclude la nozione dell'incorporeità di Dio.|''Moreh Nevukhim'' II, 25}}
 
Tuttavia, l'incorporeità di Dio è comprovata, "e ne consegue necessariamente che tutti i passi la cui comprensibilità letterale è confutata da quella prova debbano essere interpretati differentemente... d'altra parte, la perennità del mondo non è stata provata, e non c'è bisogno di eliminare dai versetti biblici il loro significato letterale e rinterpretarli in modo da far pendere la bilancia a favore dell'opinione che possa forse essere deciso in maniera opposta da qualche altro tipo di argomentazione." Maimonide intraprese quindi un'analisi di questa asserzione indimostrata di Aristotele, che "rovescia la religione dalle sue fondamenta e nega tutti i miracoli delle Scritture."<ref name="MNII"/>
 
==Note==
<references/>
 
{{Avanzamento|5075%|914 ottobre 2014}}
[[Categoria:Guida maimonidea|Divinità e aristotelismo]]