Fisica e filosofia: differenze tra le versioni

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<br/>Nel 1895 Planck spostò il problema dalla radiazione all''''atomo radiante'''; analizzando i risultati delle ricerche di Curlbaum e Rubens (1900) tentò di ridurli a formule matematiche; da un successivo incontro tra Planck e Rubens nacque la legge di Planck sulla radiazione termica. Tale teoria affermava che l'atomo radiante (o oscillatore) può contenere solo quanti definiti di energia. L'idea era incredibile e rivoluzionaria (pari alle teorie newtoniane, come confessò Planck stesso al figlio). Conferme della teoria vennero da Einstein che ricorse ai quanti per spiegare l'effetto fotoelettrico (per cui i metalli emettono elettroni non secondo l'intensità di luce da cui sono colpiti, ma secondo la frequenza della stessa) e il calore specifico dei corpi solidi (tramite l'ipotesi quantistica delle vibrazioni elastiche degli atomi era possibile definire il calore specifico di un corpo a qualsiasi temperatura). Questi risultati condussero a ulteriori scoperte e quesiti, come il problema della natura corpuscolare (secondo la teoria quantistica) e ondulatoria (secondo la ''teoria di Maxwell'') della luce.
 
 
[[Image:Ernest Rutherford.jpg|thumb|left|Rutherford in una foto dell'epoca]]
Frattanto nel 1911 [[w:Rutherford|Rutherford]] giunse a delineare l'omonimo '''modello atomico'''; tale modello, detto anche planetario, non poteva essere giustificato secondo le leggi della fisica classica, in quanto secondo le leggi newtoniane nessun sistema planetario è stabile e non sarebbe stato dunque possibile spiegare in quale modo, dopo ogni collisione, un atomo ritorna sempre alla sua conformazione originale. La stabilità dell'atomo venne spiegata da Bohr, il quale affermò l'esistenza nell'atomo di stati stazionari diversi, l'ultimo dei quali, il più basso, è quello normale a cui l'atomo tende sempre a tornare.
<br/>Con questa teoria Bohr riuscì sia a dimostrare la stabilità dell'atomo sia a interpretare gli spettri degli atomi stimolati da scariche elettriche o da calore. Le nuove teorie minavano la consistenza della meccanica newtoniana, ma nonostante il loro fondamento di verità erano ancora piene di contraddizioni. Dai risultati di Bohr gli scienziati impararono a formulare con correttezza i loro problemi e ciò li portò più vicini alle soluzioni. I problemi da risolvere erano le contraddizioni; si discuteva spesso su esperimenti ideali, ma le chiarificazioni sembravano lontane.