Guida maimonidea/Egitto: Alessandria e Fustat: differenze tra le versioni

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{{q|''...ed egli [Mosè] aveva detto "Sono uno straniero'' (ger)<ref>''Ger'' (ebraico: גר ) straniero.</ref> ''in terra straniera!"''|''Esodo'' 18:3}}
 
Gli anni di peregrinazione di Maimonide, durante i quali sopportò dure persecuzioni religiose, volsero al termine quando arrivò in Egitto con la famiglia, in una regione governata dalla [[w:Fatimidi|dinastia fatimide]] e libera dall'influenza almohada. Giunsero in Egitto nel 1166, in primo luogo ad Alessandria e successivamente a Fustat, vicino al Cairo, dove rimase fino alla sua morte nel 1204. Il padre di Maimonide, Rabbi Maimon, morì poco dopo l'arrivo della famiglia in Egitto, e non si conosce nulla della madre di Maimonide, nenahce il nome. Oltre a Maimonide stesso, la famiglia includeva suo fratello minore David, che amava profondamente e all'istruzione del quale si dedicava con ardore, e almeno tre sorelle. In una lettera importante scritta a Maimonide da sua sorella Miriam, rinvenuta nella [[w:Geniza del Cairo|Geniza del Cairo]] da [[w:Shlomo Dov Goitein|Shlomo Dov Goitein]], ella dalla Spagna o dal Maghreb gli chiede disperatamente aiuto, avvisandolo che il proprio figlio era scomparso e non lo aveva più sentito da tre mesi, preoccupata della sua sorte. Spera che il rinomato e influente fratello possa usare le sue conoscenze per aiutarla a ritrovare il figlio e dirgli di scrivere a casa appena possibile. La lettera inoltre manda saluti alle sorelle di Maimonide - l'uso del plurale fa capire che egli avesse almeno tre sorelle - e a David.<ref>Shlomo Dov Goitein, "A New Light on Maimonides' Life", ''Ha`arez'', 1966 (in ebraico); id., "Maimonides' Life in Light of New Discoveries from the Cairo Geniza", ''Peraqim'', 1966, pp. 29-42 (in ebr.)</ref>
 
Non molto dopo il suo arrivo, Maimonide si sposò; aveva allora passato i 30 anni, un'età abbastanza avanzata per il matrimonio. L'avere ritardato il proprio matrimonio oltre la norma era coerente con la sua posizione, dichiarata nella ''Mishneh Torah'', che permetteva di rinviare il matrimonio per poter studiare la Torah. Inoltre Maimonide affermava un'opinione di minoranza nel Talmud che colui che desiderava soltanto la Torah fosse esentato dal comandamento di procreare.<ref>''Leggi sul matrimonio'', 15, 2-3.</ref>
 
Le vedute di Maimonide circa il ritardare di sposarsi potrebbe provenire dal suo atteggiamento nei riguardi della sessualità enunciato in tutti i suoi scritti. In vari punti della ''Guida'' egli cita con approvazione la convinzione di Aristotele che "il senso del tatto è per noi una disgrazia".<ref>Si veda per esempio la ''Guida'' II, 36.</ref> La sessualità è una necessità che dovrebbe essere limitata alla conservazione della specie e non praticata altrimenti. Sostiene questa interpretazione rispetto non solo alla sessualità fisica ma anche a qualsiasi altra cosa relativa alla possibilità di relazioni intime con le donne. Anche prima di sposarsi Maimonide scrisse con durezza - coerente con lo spirito del tempo - del contatto con le donne.<ref name="Melamed"/> Nel suo commentario di ''Avot'' 1:5, egli considera la ''Mishnah'' che afferma: "Non intrattenetevi troppo in conversazione con una donna. Ciò con riferimento alla propria moglie, e ''a fortiori'' con la moglie dell'amico. Per cui i saggi dicono: Uno che si intrattiene molto in conversazione con una donna si provoca del male, e abbandona la parola della Torah, ed il suo destino è la [[w:Geenna|Gehenna]]." Maimonide commenta: "E si sa che la maggior parte delle conversazioni con le donne vertono sul rapporto sessuale, ed egli asserisce che conversare troppo con loro è proibito, poiché ci si fa del male e [l'uomo] sviluppa un difetto di carattere, cioè eccessiva libidine."
 
Dalla ''Halakhah'' talmudica Maimonide ereditò varie regole discriminatorie verso le donne, come la loro squalifica a servire da testimoni o ad ottenere cariche pubbliche. L'atteggiamento problematico verso le donne era aggravato nei suoi scritti a causa dell'impatto dell'interpretazione aristotelica e della pratica islamica contemporanea sul suo pensiero ed i suoi giudizi. Maimonide ripetutamente attribuì alle donne una statura intellettuale inferiore e una mancanza di carattere stabile e forte.<ref>Si vedano ''int. al.'' ''Leggi del Pentimento'', 10, 1; ''Leggi dell'Idolatria'', 11, 17; ''Guida dei perplessi'', 3, 37.</ref> Ciò era in linea con la posizione aristotelica che assunse nelle sue letture allegoriche della Sacra Scrittura, identificando la femmina con materia inferiore e il maschio con forma superiore. Tuttavia tale posizione non si basava sul suo pensiero, su un'ontologia rigida che è immutabile, bensì su un livello sociale ed educativo che erano soggetti a cambiamento. Data la sua posizione non ontologica, Maimonide pensava che le donne in realtà fossero capaci di raggiungere la più alta forma di perfezione profetica.<ref name="Melamed">Abraham Melamed, "Maimonides On Women: Formless Matter or Potential Prophet?" in Alfred Ivry, Eliot Wolfson & Alan Arkush (curatori), ''Perspectives on Jewish Thought and Mysticism'', Harwood Academic Publishers, 1998, pp. 99-134.</ref> Assegnava tale realizzazione a Miriam, sorella di Mosè, che ottenne una "morte per bacio", la più glorificata forma di stato profetico mistico:
{{q|A causa di ciò i ''Saggi'' hanno indicato con riferimento alle morti di ''Mosè, Aronne'' e ''Miriam che questi tre morirono per bacio''... E dicono lo stesso di ''Miriam'': ''anche lei morì con un bacio''. Ma riguardo a lei non si dice per ''bocca del Signore''; perché era una donna e l'uso dell'espressione figurativa non era adatta a lei.|''Guida'', 3, 51}}
 
Oltre all'atteggiamento aristotelico misogino che Maimonide internalizzò, l'impatto delle tendenze patriarcali islamiche è presente nella ''Mishneh Torah'', dove egli devia dalle sue fonti talmudiche verso una posizione più limitativa e dura verso le donne; deviazioni che furono identificate e dibattute da altri halakhisti medievali. Una di queste regolamentazioni non citate esplicitamente dal Talmud ed osservate dalla tradizione islamica del suo tempo restringe i movimenti delle donne nella sfera pubblica:<ref name="Melamed"/>
{{q|Poiché ogni donna ha diritto di andare alla casa di suo padre per visitarlo, o ad una casa di lutto e ad una festa nuziale come atto di gentilezza verso amiche e parenti, affinché a loro volta costoro possano ricambiare le visite in occasioni simili, dato che ella non è in una prigione dove non si può andare e venire. D'altra parte, non è decoroso per una donna andare costantemente all'estero e per le strade, ed il marito dovrebbe impedire alla moglie di farlo e non la dovrebbe fare uscire, ad eccezione di una o due volte al mese, secondo necessità. Invece la cosa decorosa che la donna dovrebbe fare è di star seduta in un angolo della casa, poiché così sta scritto: ''La figlia del re è tutta splendore nel palazzo'' (Salmi 45, 15).|''Legge del Matrimonio'' 13, 10}}