Guida maimonidea/Maghreb e Terra Santa: differenze tra le versioni

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{{q|''Un popolo deve forse sparire, per far sapere che esiste?... Il deserto sembra eterno a colui che lo abita e offre l'eternità all'uomo che sa essergli fedele.''|Mano Dayak, ''Sono nato con la sabbia negli occhi'', 2005}}
 
Nella sua conclusione del ''Commentario alla Mishnah'', che chiede anche scusa per gli errori che dovessero verificarsi, MaiomonideMaimonide descrfivedescrive le condizioni frenetiche in cui l'opera fu scritta:
{{q|Abbiamo completato questo trattato come intendevamo, ed io Lo supplico, che sempre sia Egli glorificato, e Lo imploro che mi salvi dall'errare. Tuttavia chiunque abbia ragione di fare una domanda o credere di avere un'interpretazione di qualsiasi [[w:Halakhah|halakhot]] che sia migliore della mia, lo annoti e mi giudichi favorevolmente, poiché ciò che ho intrapreso qui non è cosa da poco, che possa essere compiuta facilmente da colui che possiede la rettitudine ed un buon senso di discernimento. Questo specialmente perché il mio cuore è spesso afflitto dai problemi di questo tempo e da ciò che Dio ha decretato per noi in merito all'esilio e alla peregrinazione per il mondo, da un capo all'altro; e forse ne abbiamo già ricevuto relativa ricompensa, dato che l'esilio espia il peccato. Egli, che Egli sia glorificato, sa che ho scritto la mia interpretazione di alcuni halakhot mentre viaggiavo per strada, e ne elencavo altri mentre ero a bordo di una nave sul Mar Mediterraneo.|Maimonide, ''Commentario alla Mishnah'', conclusione del ''[[w:Mishnah|Seder Taharot]]''}}
 
La famiglia di Maimonide emigrò nel [[w:Maghreb|Maghreb]], arrivando in primo luogo a Fes, in Marocco. Le peregrinazioni per il Maghreb continuarono lungo tutto il corso della terza decade della sua vita, e quegli anni furono segnati da forti persecuzioni religiose.<ref name="Hal2">Moshe Halbertal, ''Maimonides: Life and Thought'', Princeton University Press, 2013, pp. 23-33; si vedano anche Joel L. Kraemer, ''Maimonides, cit.'', pp. 83-142; Abraham Joshua Heschel, ''Maimonides'', Farrar, Strauss & Giroux, 1983, pp. 18-24; Sarah Stroumsa, ''Maimonides in His World: Portrait of a Mediterranean Thinker'', Princeton University Press, 2011, ''passim''.</ref> Non si conosce la ragione per cui la famiglia emigrò nel fulcro dell'infernale dominio almohade, all'interno del Maghreb, invece di dirigersi ad occidente verso la Spagna cristiana o la Provenza. Potrebbe essere stato perché le condizioni al centro del potere degli Almohadi erano più facili che ai margini. È anche possibile che nessi commerciali o famigliari consigliassero questa mossa.
 
L'intensità delle tribolazioni sopportate dagli ebrei maghrebini è evidenziata da una terrificante lettera inviata da Fustat nel 1148. La scrisse Solomon ben Judah Hakohen di Sijilmasa, un profugo del Maghreb, a suo padre, le cui attività commerciali l'avevano condotto a Mirbat, una città portuale della punta meridionale della Penisola Araba sull'Oceano Indiano:
{{q|Tu vorrai sapere notizie del Maghreb, che faranno bruciare le orecchie di tutti coloro che le sentiranno... Dopo ciò, egli [Abd al-Mu`min] conquistò Tlemcen e uccise tutti coloro che vi risiedevano eccetto quelli che trasgredirono [cioè, che si convertirono all'Islam]... Dopo esser entrato in città [Sijilmasa], radunò tutti gli ebrei ed offrì loro l'opzione di trasgredire [convertirsi all'Islam], e dopo sette mesi di pressioni, durante i quali essi [gli ebrei] pregarono e digiunarono, uno dei suoi ufficiali venne e richiese che trasgredissero. Loro si rifiutarono, e centocinquanta ebrei furono trucidati per l'unità del Nome di Dio... e il resto trasgredì.ì Il primo dei trasgressori fu Joseph ben `Imran, il ''dayyan'' di Sijilmasa. Per questo io mi lamento e piango... E le comunità del Maghreb furono tutte distrutte a causa dei loro peccati; nessuno rimase... che portasse un nome ebreo. Coloro che furono uccisi furono uccisi, e coloro che trasgredirono trasgredirono.|Haim Hirshberg, "On the decrees of the Almohads and the Trade with India: A Letter from 1148"<ref>Haim Zeev Hirshberg, "On the decrees of the Almohads and the Trade with India: A Letter from 1148", ''Isaac Beer Jubilee Book'', Israel Historical Society, 1961, pp. 134-135, in ebraico.</ref>}}
 
==Note==