Guida maimonidea/Vita in esilio: differenze tra le versioni

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Ogni volta che Maimonide usa il termine "i miei insegnanti" nel suo ''Mishneh Torah'' e altri scritti, si riferisce a Rabbi Alfasi e all'insegnante di suo padre, Rabbi Joseph Halevi Ibn Migash. Ma Maimonide non studiò direttamente con questi maestri; Alfasi morì anni prima che Maimonide fosse nato e Ibn Migash morì nel 1141, quando Maimonide era ancora un bambino. Che adottasse come in segnanti coloro che non erano più in vita supporta l'opinione che persino in giovane età offuscasse i suoi pari, nel proprio ambiente sociale e circolo intellettuale. Conosceva gli insegnamenti di questi saggi dalle relative opere o attraverso le tradizioni che aveva imparato da suo padre o altri dotti della tradizione spagnola. Maimonide possedeva le ''novellae'' di Ibn Migash sui trattati ''[[w:Bava Batra|Bava Batra]]'' e ''[[w:Shevuot|Shevu`ot]]'' ed i suoi ''[[w:Storia dei responsa nell'Ebraismo|responsa]]'', che erano ancora disponibili; inoltre, aveva i compendi delle lezioni di Ibn Migash che aveva ricevuto da suo padre.<ref name="Hal1"/> In uno dei suoi ''responsa'', Maimonide afferma di avere consultato quei libretti per chiarire un punto che non gli era comprensibile: "Questa lotteria [usata dai sacerdoti per assegnare compiti nel Tempio] creò grandi problemi per tutti coloro che vennero prima, ed io non ho sentito alcuna interpretazione che combaci con le asserzioni del Talmud. Tuttavia ho trovato in un libretto del mio insegnante e padre, di benedetta memoria, qualcosa circa questo Rabbi Joseph Halevi, che il ricordo del giusto sia benedetto" (''Teshuvot'', sez. 126, pp.223-224).<ref name="Teshuvot">Maimonide, ''Teshuvot ha-Rambam'' [I ''responsa'' di Maimonide, in ebraico e arabo], cur. e trad. Yehoshua Blau, 1-4, Gerusalemme: Reuven Mass Publication, 1986.</ref>
 
L'impegno di Maimonide per la tradizione halakhica di Rabbi Alfasi è evidente nella sua dichiarazione, nell'introduzione al ''Commentario alla Mishnah'', che dissentiva da Alfasi non più di dieci volte. In una lettera che scrisse dopo il completamento di ''Mishneh Torah'', aumentò tale numero a circa trenta.<ref>Maimonide, ''Responsa'' 251.</ref> (In realtà, un attento studio delle sentenze maimonidee rivelerà che il numero è sostanzialmente superiore). Tuttavia, mentre le discordanze con Alfasi certamente esistevano, queste richiedevano una giustificazione maggiormente approfondita di quelle che poteva avere con altri halakhisti precedenti. Maimonide affermò di avere scritto, in gioventù, una compilazione che spiegava le sue critiche a Rabbi Alfasi. In seguito, consigliò al suo allievo Joseph di studiare la ''Mishneh Torah'' e, dove trovasse disaccordi con Alfasi, di esaminare attentamente il passo talmudico che aveva provocato la disputa. Come altri che seguivano la tradizione halakhica andalusa, Maimonide reputava lo ''Hilkhot ha-Rif'' <ref>Isaac ben Jacob Alfasi ha-Cohen (ebraico: ר' יצחק אלפסי) - era noto anche solo come ''Alfasi'' o con il suo acronimo ebraico ''Rif'' ('''R'''abbi '''I'''saac al-'''F'''asi). La sua opera ''[[w:Sefer ha-Halachot|Sefer ha-Halachot]]'' (ספר ההלכות; citato anche come ''Hilkhot ha-Rif'' - "''Hilchot'' del Rif") estrae tutte la decisioni legali pertinenti dai tre Ordini talmudici [[w:Moed|Moed]], [[w:Nashim|Nashim]] e [[w:Nezikin|Nezikin]] come anche dai Trattati di ''Berachot'' e ''Chulin'' - 24 trattati in tutto. Alfasi trascrisse le conclusioni halakhiche del Talmud in maniera ''verbatim'', senza le delibere circostanti; escluse anche tutta la materia [[w:Haggadah|aggadica]] (non legale, omiletica) e l'interpretazione della ''Halakhah'' osservabile solo in [[w:Terra d'Israele|Terra d'Israele]]. Maimonide scrisse che l'opera di Alfasi "ha rimpiazzato tutti i codici [[w:gaon|gaon]]ici, poiché contiene tutte le decisioni e leggi di cui abbiamo bisogno oggigiorno". ''Sefer ha-Halachot'' ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della ''Halakhah'': in primo luogo, "il Rif" riuscì a produrre un ''Digesto'', che divenne oggetto di attento studio e portò poi alla creazione dei grandi ''Codici'' di Maimonide e di Rabbi [[w:Yosef Caro|Yosef Caro]]. In secondo luogo, servì come una delle "Tre Colonne dell'Halakhah", quale autorità alla base sia dell‘''[[w:Arba'ah Turim|Arba'ah Turim]]'' che dello ''Shulkhan Arukh''. Nelle scuole yeshivah tali opere vengono regolarmente studiate come parte del programma talmudico quotidiano. Cfr. {{Cita libro|titolo=Blackwell Companion to Judaism |autore= Jacob Neusner, Alan Jeffery Avery-Peck|anno= 2003|editore=Blackwell Publishing|url= http://books.google.com/books?vid=ISBN1577180593&id=asYoIwz9z2UC&pg=PA154&lpg=PA154&dq=%22Isaac+Alfasi%22&ie=ISO-8859-1&output=html&sig=vAYNmkPfBBAS3WcfGMbMtDszFBU|isbn=1-57718-059-3}}</ref> quale trattato fondamentale indipendente da usarsi nella formazione degli studiosi, una sorta di sostituto primario del Talmud. Come asserito da lui stesso, Maimonide insegnò lo ''Hilkhot ha-Rif'' nella sua yeshivah molte volte come trattato indipendente.<ref name="Hal1"/>
 
La stima di Maimonide per Rabbi Joseph Ibn Migash, successore di Alfasi, è evidente da un suo commento particolarmente forte: "Ed io raccolsi ciò che fui in grado di ottenere dalle interpretazioni di mio padre, che la memoria del giusto ci sia di benedizione, e anche quelle date da R. Joseph Halevi [Ibn Migash], di benedetta memoria. Poiché il ragionamento talmudico di quell'uomo è sorprendente — Dio solo lo sa — per chiunque consideri i suoi commenti e la profondità della sua analisi, al punto che mi sento di dire che nessuno che lo precedette fu sovrano come lui in questo modo" (Introduzione al ''Commentario alla Mishnah''). Maimonide fu uno che non mostrò favori nei suoi giudizi, ed il suo standard nel valutare il talento intellettuale era severo e critico. La sua indipendenza intellettuale ed halakhica non richiede conferma, poiché in molti punti dei suoi ''responsa'' e nella ''Mishneh Torah'', egli cita le posizioni dei suoi insegnanti, il Rif e Ibn Migash, solo per dissentire da loro. Pertanto, le suddette parole di lode sono prova di un enorme grado di stima.<ref name="Hal1"/>
 
Non si sa l'anno esatto in cui la famiglia di Maimonide fu obbligata ad emigrare dall'Andalusia. Sembra che la famiglia abbia lasciato Cordova alla conquista degli Almohadi nel 1148 ma rimase nell'Andalusia, apparentemente a Siviglia, per alcuni anni prima di andare nel Maghreb. Alla fine, comunque, Maimonide lasciò l'Andalusia che era già diventato un esperto studioso. Il ''Commentario alla Mishnah'', che iniziò a scrivere all'età di 23 anni e completò sette anni dopo, nel 1168, dimostra come egli abbia acquisito una formidabile padronanza della letteratura talmudica mentre era ancora giovane. Scrisse il ''Commentario'' durante gli anni di peregrinazione, dopo avere abbandonato l'Andalusia, finendolo due anni dopo il suo arrivo in Egitto. Inoltre, Maimonide racconta che, ancora prima di scrivere il ''Commentario'', aveva scritto un commentario su difficili passi talmudici negli Ordini del ''Mo`ed'', ''Nashim'' e ''Neziqin'', come anche nel trattato ''Hullin'' nell'Ordine del ''[[w:Kodashim|Qodashim]]''. La sua vasta conoscenza del [[w:Yerushalmi|Talmud Yerushalmi]], o Talmud di Gerusalemme — il Talmud prodotto in terra d'Israele — gli permise di scrivere, mentre era ancora giovane, il suo ''Hilkhot ha-Yerushalmi'', un trattato analogo all'opera di Alfasi sul [[w:Talmud babilonese|Talmud Babilonese]]. Maimonide menziona un altro libro che scrisse, contenente commenti critici su sentenze del Rif che egli considerava errate. Ma non considerava tali sue opere abbastanza raffinate, e quindi non le fece pubblicare; alcuni dei relativi manoscritti rimasero nella famiglia di Maimonide per generazioni. Tale considerevole ''oeuvre'' halakhica indica che le fondamenta della grandezza halakhica maimonidea furono gettate mentre viveva ancora in Andalusia.<ref name="Heschel"/>
 
Un interessante pezzo che comprova la totale padronanza della letteratura talmudica che Maimonide acquisì in giovinezza, appare in un commento su di lui scritto da Joseph Ben Aknin prima che Maimonide pubblicasse il suo ''Commentario alla Mishnah''. Ben Aknin viveva in Marocco quando la famiglia di Maimonide arrivò a Fes. Nel suo commentario al ''[[w:Cantico dei cantici|Cantico dei cantici]]'', cita l'arrivo di Maimonide in città come espressione della fedeltà alla Torah degli ebrei maghrebini, anche in tempo di persecuzione: "E la prova di ciò che sto dicendo è l'apparizione a Fes del grande saggio, il nostro Rabbino Moshe — figlio di Suo Onore, Rabbi Maimon — la cui statura nella sapienza è senza paralleli."<ref>Ibn Aknin, ''Perush le-Shir ha-Shirim'' - trad. ingl. ''Commentary on Song of Songs'', cur. S.A. Halkin, Mekitzei Nirdamim, 1964, p.398.</ref>
 
==Note==