Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Ai bordi dell'Europa: la scena italiana: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 14:
[[File:Natalia and Leone Ginzburg.gif|thumb|Natalia e Leone Ginzburg]]
Nella seconda metà del XX secolo, i saggi impegnati non venivano molto coltivati quale genere letterario. Forse il suo posto venne preso dai commenti ed editoriali che apparivano continuamente sui quotidiani italiani, con sporadici scritti pubblicati su varie riviste. '''Natalia Ginzburg''' (1916-1991) si è affemata, oltre che per i propri romanzi e racconti, anche per i suoi commentari e articoli di fondo equilibrati e profondi su temi importanti — formulati con sicurezza e sensibilità, e destinati a perdurare nel tempo. Nei suoi saggi, particolarmente quelli raccolti
Negli anni '80, la scrittrice si dedicò alla politica e fu eletta alla Camera dei Deputati, con il PCI, sia nel 1983, che nel 1987. Nella sua attività parlamentare, la scrittrice si batté in diverse cause umanitarie, come l'abbassamento del costo del pane, l'assistenza ai bambini palestinesi, la persecuzione legale nei casi di stupro, ed infine insistette per una riforma delle leggi per l'adozione. Nel frattempo pubblicò anche una biografia di casa Manzoni, ''La famiglia Manzoni'' (1983), uno studio sul poeta fiorentino Sandro Penna, ed un romanzo caotico dal titolo ''La città è la casa'' (1984).Cfr. Nadia Castronuovo, ''Natalia Ginzburg. Jewishness as Moral Identity'', Troubador Publishing, 2010; Maja Pflug , ''Natalia Ginzburg: Eine Biographie'', Wagenbach Klaus Gmbh, 2011.</ref>
Tutto ciò che scrive emana da se stessa, dal suo interiore e dalle sue esperienze. Anche i suoi racconti hanno un carattere riflessivo. Come afferma il critico letterario Isabel Quigly nell'introduzione alla versione inglese della succitata raccolta (''Never Must You Ask Me'', 1973): "Tutto quello che ella scrive ha una presenza così 'inconfondibile' che è impossibile non pensare che non sia in qualche modo autobiografico."<ref>Introduzione di Isabel Quigly alla trad. ingl. di ''Mai devi domandarmi'' (''Never Must You Ask Me'') del 1973.</ref> Il suo racconto "La madre" ha tale carattere riflessivo, retrospettivo:
==Galleria degli autori==
|