Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Ai bordi dell'Europa: la scena italiana: differenze tra le versioni

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Necessariamente, la letteratura discussa in questo capitolo è quella dei sopravvissuti. Direttamente o indirettamente, si esaminerà la storia di questa antica comunità in tempi moderni, così profondamente radicata nella vita della nazione e tuttavia traumatizzata dalla consapevolezza della separazione. Qui si tratta di un prodotto totalmente italiano, erede di un patrimonio ebraico ancor più antico. Nel ventesimo secolo, l'aspetto ebraico fu culturalmente periferico sebbene storicamente decisivo. Il destino ebraico era ora un destino umano piuttosto che uno di tipo specifico etnico o religioso. L'ebraismo italiano, per misura e associazione culturale con la nazione ospitante, fu chiaramente una tendenza moderna — sebbene più ridotta di tante altre comunità ebraiche, non fu meno significativa. Non ha condiviso l'orrore totale delle altre in Europa per svariate ragioni, ma ne è stata più che segnata. E questo è quando interviene la sua specificità: parte integrale della splendida storia d'Italia, ha anche un'altra storia. La letteratura degli ebrei italiani non viene più scritta, seppur parzialmente, in ebraico ma, nella sua italianità, quale che ne sia la tematica, mantiene le precorse caratteristiche.<ref name="LettEbr">Laura Quercioli Mincer, ''Patrie dei superstiti. Letteratura ebraica del dopoguerra in Italia e in Polonia'', Lithos,2010; si veda anche Roberto Bonfil & Maria Mayer (curatori), ''Italia : studi e ricerche sulla cultura e sulla letteratura degli ebrei d'Italia'', Vol. 1 Nr. 1, Universita Ebraica Gerusalemme - Istituto di lingue e letterature, 1976.</ref>
 
[[File:Natalia and Leone Ginzburg.gif|thumb|Natalia e Leone Ginzburg]]
Nella seconda metà del XX secolo, i saggi impegnati non venivano molto coltivati quale genere letterario. Forse il suo posto venne preso dai commenti ed editoriali che apparivano continuamente sui quotidiani italiani, con sporadici scritti pubblicati su varie riviste. '''Natalia Ginzburg''' (1916-1991) si è affemata, oltre che per i propri romanzi e racconti, anche per i suoi commentari e articoli di fondo equilibrati e profondi su temi importanti — formulati con sicurezza e sensibilità, e destinati a perdurare nel tempo. Nei suoi saggi, particolarmente quelli raccolti sol titolo ''Mai devi domandarmi'' (1970), la Ginzburg decide, dopo aver raggiunto un'età al di là delle ambizioni e dei cambiamenti d'umore, di scrivere la sue riflessioni mature su ciò che ella reputa significativo nel campo della vita, dell'arte, politica, religione, il tutto con l'impronta della sua verità.<ref name="Natalia">[http://www.italiadonna.it/public/percorsi/biografie/f090.htm Scheda biografica di Natalia Ginzburg], su ''italiadonna.it''. Natalia Levi nacque a Palermo il 14 luglio del 1916, da un padre medico rinomato e da Livia Tanzi. Tornata a Torino, città originaria della sua famiglia, all'età di tre anni, fu circondata da un'atmosfera specificatamente intellettuale e anti-fascista, e fece l'abitudine ai continui controlli della polizia e persino all'imprigionamento, che toccò diversi membri della famiglia Levi. Questo periodo fu brillantemente sintetizzato dalla scrittrice nel suo romanzo ''Lessico famigliare'' (1963), con il quale vinse il premio Strega. Sposatasi nel 1938 con l'intellettruale di Odessa, Leone Ginzburg, tra il 1943 e il 1944, i Ginzburg presero parte a diverse attività di editoria clandestina (a causa del fascismo e delle leggi razziali) ed al loro ritorno a Roma, Leone fu arrestato e condotto in prigione, dove morì per tortura, senza poter rivedere la moglie ed i tre figli. Natalia passò il suo tempo con i figli e, nel 1945, tornò a Torino, dove lavorò come assistente editore per l'Einaudi. Il frutto di questo periodo difficile fu il romanzo breve ''È stato così'', pubblicato nel 1947. Nel 1952, si sposò con il professore di inglese, Gabriele Baldini e si spostò a Roma. Nello stesso anno, pubblicò ''Tutti i nostri ieri'', la sua impresa letteraria più lunga ed ambiziosa. Nel 1957, uscì ''Valentino'', e il romanzo breve ''Sagittario''. Nel 1961, infine, pubblicò ''Le voci della sera'', un ritorno alla saga familiare di ''Tutti i nostri ieri''. Il secondo marito morì nel 1969 e, l'anno successivo, Natalia pubblicò ''Mai devi domandarmi'', una divertente analisi del suo carattere. Tra il 1974 e il 1977, uscirono ''Vita immaginaria'' (1974), e ''Famiglia'' (1977).
Negli anni '80, la scrittrice si dedicò alla politica e fu eletta alla Camera dei Deputati, con il PCI, sia nel 1983, che nel 1987. Nella sua attività parlamentare, la scrittrice si batté in diverse cause umanitarie, come l'abbassamento del costo del pane, l'assistenza ai bambini palestinesi, la persecuzione legale nei casi di stupro, ed infine insistette per una riforma delle leggi per l'adozione. Nel frattempo pubblicò anche una biografia di casa Manzoni, ''La famiglia Manzoni'' (1983), uno studio sul poeta fiorentino Sandro Penna, ed un romanzo caotico dal titolo ''La città è la casa'' (1984).</ref>
 
==Galleria degli autori==
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PrimoLevi.gif|Primo Levi
Leone Ginzburg plaque Pizzoli.JPG| Placca commemorativa di Leone Ginzburg presso la casa di Pizzoli, a L'Aquila, dove visse al confino
Natalia and Leone Ginzburg.gif|Natalia e Leone Ginzburg
Sandro Pertini e Natalia Ginzburg.jpg|Sandro Pertini e Natalia Ginzburg
Carlo Ginzburg par Claude Truong-Ngoc mars 2013 (1).jpg|Carlo Ginzburg