Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Ai bordi dell'Europa: la scena italiana: differenze tra le versioni

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[[File:It-map-HE.png|thumb|350px|center300px|Mappa dell'Italia in ebraico]]
{{quote|Cristo è sceso nell'inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le porte nel tempo e sigillarle nell'eternità. Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli.|Carlo Levi, ''Cristo si è fermato a Eboli'', 1945}}
 
Dopo duemila anni di storia di insediamento continuo, gli ebrei italiani non si possono certo dire stranieri in questa terra originariamente latina. In verità è tanto antico e radicato quanto qualsiasi altro elemento in ambito territoriale italiano. Tuttavia, pur essendo culturalmente integrato localmente, questo gruppo di comunità ha anche prodotto un'opera poetica che risale a più di milleduecento anni fa e una cultura ebrico-giudaica generalmente distinta in tutte le sue ramificazioni. È ai margini dell'Europa, in gran parte periferica come esperienza, non svuotata così rapidamente e acutamente dall'Illuminismo — che in Italia venne conosciuto anticipatamente sotto forma di Rinascimento — né tarpata così totalmente dall'Olocausto europeo. Gli ebrei italiani erano già un numerto alquanto ristretto: la cifra di 40000 anime non crebbe nel secolo tra il 1830 ed il 1930, nonostante l'espansione generale della popolazione. Tale fu l'effetto del Risorgim,ento, al qualer gli ebrei parteciparono entusiasticamente, attraendo la popolazione ebraica verso un'identificazione con lo spirito del nuovo nazionalismo italiano.<ref name="italebrei">Per i dettagli demografici e storici dell'ebraismo italiano, cfr. Centro di Documentalia Ebraica Contemporanea, ''Gli Ebrei in Italia'', nr. 2, Milano, 1962; si vedano anche Sergio Della Pergola, ''Anatomia dell'ebraismo italiano. Caratteristiche demografiche, economiche, sociali, religiose e politiche di una minoranza'', Roma: Crasucci, 1976; Attilio Milano, ''Storia degli ebrei in Italia'', Torino: Einaudi, 1963; Shlomo Simonsohn , ''The Jews of Italy: Antiquity'', Brill Academic Publ., 2014; ed il classico Cecil Roth, ''The History of the Jews in Italy'', Jewish Publication Society of America, 1946.</ref>
 
Tuttavia, fino alle guerre napoleoniche, gli ebrei italiani in tutti i vari staterelli dove era stato loro permesso di stabilirsi (per esempio, non nel Regno di Napoli), furono un elemento distinto nell'ambito territoriale, separati su base religiosa dai cattolici. Il primo ghetto fu creato a Venezia nel 1516, e l'Italia del postrinascimento vide una fuga di ebrei a causa dell'intolleranza e delle restrizioni proibitive. Per esempio, dalla metà del XVII secolo alla metà del XVIII secolo, gli ebrei di Venezia diminuirono in numero da 5000 a 1500 residenti. L'apice di tali deprivazioni fu l'"Editto sopra gli ebrei" di Pio VI del 1775, che "riassumeva in quarantaquattro clausole, una più degradante dell'altra, tutte le misure persecutorie dei suoi predecessori."<ref name="italebrei"/> Tuttavia, come l'Impero Austriaco stava subendo cambiamenti, così anche succedeva per i possedimenti austriaci in Italia. Il ''Toleranz-Patent'' dell'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, emesso nel 1781, offriva agli ebrei dell'Impero condizioni modificate sebbene condizionali; ed in seguito, un'altra grande potenza europea, la Francia, invase l'Italia e ne occupò una parte. I "Diritti dell'uomo" della Francia rivoluzionaria furono abbracciati entusiasticamente dagli ebrei italiani, che sostennero l'invasore. Gli ebrei adottarono quindi il titolo di "cittadino" e le porte dei ghetti cominciarono a cadere (nel vero senso della parola).<ref name="italebrei"/>
 
==Galleria degli autori==
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Lollo+moravia la romana 1954.jpg|Alberto Moravia e Gina Lollobrigida, 1954
Moravia & Morante.jpg|Alberto Moravia ed Elsa Morante
Carlolevi.jpg|Carlo Levi nel 1947
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{{Avanzamento|025%|318 settembre 2014}}
[[Categoria:Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo|Ai bordi dell'Europa: la scena italiana]]