Pragelatese/Morfologia/Sostantivi: differenze tra le versioni

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Sostantivi

Dal punto di vista dei sostantivi e delle loro forme, il pragelatese ha un vocabolario molto interessante, perché trae le sue parole da quelli occitano, francese e piemontese, per di più con delle forme fonetiche con influenze della zona francoprovenzale.

Inoltre le caratteristiche della formazione del femminile e dei plurali, per esempio, si distinguono notevolmente dalla regolarità più comune delle varianti di occitano del resto delle valli pinerolesi e del piemonte occidentale.

Nonostante questo fatto che renda il pragelatese abbastanza difficile da comprendere per un parlante di un'altra variante, è sufficiente conoscere un piccolo insieme di esempi di corrispondenza tra lou patouà davalìn e 'l pradzalenc per passare agevolmente da una variante all'altra.

Toponimi

Forme singolari

La maggior parte dei maschili singolari termina in con una consonante mentre invece i femminili singolari possono finire sia in consonante che in vocale, anche se c'è una predominanza del primo caso.

I generi dei sostantivi ricalcano in modo abbastanza sistematico i generi dell'italiano e del piemontese, ma con alcune eccezioni, come negli esempi della tabella seguente.

Pragelatese Piemontese Italiano
'l cazèi la casa la casa
la flour la fior il fiore


Formazione del maschile plurale

Le regole di formazione del plurale sono abbastanza significative perché le eccezioni non sono numerose. Anche in questo aspetto questa variante si distingue notevolmente dagli schemi, più semplici, di altre varianti, ma nonostante ciò nella maggior parte dei casi è sufficiente guardare come termina la forma singolare per ricavare quella plurale:

Singolare Plurale Singolare e plurale
-n diventa -n 'l bleton/lou bleton (larice)
-él diventa -aou 'l ratél/lou ratàou (rastrello)
-et diventa -ei 'l ratél/lou ratàou (rastrello)
-t perde la -t 'l tsôt/lou tsô (gatto)
-c +s l'amic/louz amics (amico)
altre consonti +i 'l frair/lou frairi (fratello)
vocale invariante 'l mitìa/lou mitìa (mestiere)


Formazione del femminile

Il caso più frequente, tipico dell'occitano delle valli piemontesi, è che il plurale acquisti una -a finale, cosa che suona già particolare sia a italiani, che francesi che piemontesi. Questo è tipico di tutte le varianti dell'occitano, ma nei comuni più a valle si ha che il femminile singolare termina con una -o che nel pragelatese si è persa nel corso dell'evoluzione (francesizzazione) della lingua.

Italiano Piemontese Germanasco Pragelatese Francese
coperta/coperte cuberto/cuberta cubert/cuberta
catena/catene caden-a/cadene tsein/tseina
tasca/tasche sacòcia/sacòcie satsìër/satsìëra


Le poche eccezioni a questa regola dei singolari terminanti in consonante sono alcuni vocaboli di origine antica che, nella forma plurale, mutano la ou della sillaba tonica in ó e prendono una -s finale.

Singolare Plurale
volpe la voulp la vólps
fiore la flour lâ flórs

Negli altri casi la forma plurale è invariata rispetto al singolare. Tuttavia esistono alcune eccezioni, per esempio la furmì, lâ furmìa.

Caso Plurale Singolare e plurale
invariato la/lâ bourdzô
-ou invariato la/lâ claou
-on -on la mon/la mon

Forme alterate

Esiste una vasta gamma di possibili suffissi tipici delle diverse forme alterate dei sostantivi. In molti casi si ha contemporaneamente anche il cambio di genere.

I diminutivi e i vezzeggiativi sono molto simili, non c'è una netta demarcazione tra le due categorie.

Gli accrescitivi sono usati raramente, in realtà spesso il concetto viene reso antecedente un articolo come gront (grande) o gró (grosso).

Diminutivi e vezzeggiativi

Peggiorativi

Accrescitivi