Storia della letteratura italiana/Melchiorre Cesarotti: differenze tra le versioni

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L'importanza di Melchiorre Cesarotti nella letteratura italiana tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento è legata alla sua attività di traduttore, in particolare delle opere inglesi dell'epoca, con le quali contribuì a introdurre nella penisola il Preromanticismo.
==Biografia==
Nato da una famiglia nobile ma impoverita, studia nel seminario della sua città, dove ottiene la cattedra di [[w:retorica]]. Nel 1768 viene nominato professore di [[w:lingua greca]] ed [[w:lingua ebraica|ebraica]] presso l'[[w:Università di Padova]]. Con l'invasione dei Francesi nel 1796, scrisse in sostegno della loro causa: ricevette una pensione e fu nominato cavaliere da [[w:Napoleone Bonaparte|Napoleone]], presso il quale fu inviato come ambasciatore e a cui indirizzò un poema celebrativo intitolato ''Pronea'' (1807). Ispirati alle nuove idee portate dai Francesi sono i suoi lavori ''Saggio sopra le istituzioni scolastiche'', ''Il patriottismo illuminato'', ''L'Istruzione d'un cittadino a' suoi fratelli meno istruiti''.
 
== La vita ==
Cesarotti è soprattutto noto oggi per la sua opera di traduttore di [[w:Omero]] (pubblicò una versione in prosa dell'''[[w:Iliade (Omero)|Iliade]]'' ed un rifacimento in versi dal titolo ''La morte di Ettore'', 1795) ed [[w:Ossian]] (in realtà [[w:James Macpherson]]). Di quest'ultimo pubblicò una prima traduzione di due poemi nel 1763, cui fece seguito nel 1772 la traduzione dell'intero ''corpus'' di canti. Nella sua versione, le poesie di Ossian migliorarono considerevolmente, e la traduzione di Cesarotti attrasse l'attenzione dei letterati in Italia e Francia, suscitando numerosi imitatori dello stile ossianico; lo stesso Napoleone apprezzò molto l'opera. Inoltre, tradusse anche due [[w:tragedia|tragedie]] di [[w:Voltaire]], ''Morte di Cesare'' e ''Maometto''.
[[File:Melchiorre Cesarotti.jpg|thumb|left|Melchiorre Cesarotti]]
Figlio di Giovanni (Zanne) e Medea Bacuchi, Cesarotti nasce a Padova il 15 maggio 1730 da una famiglia di antica origine nobile ma da tempo entrata nel "ceto civile". Studia nel seminario della sua città, dove ottenne il titolo e il privilegio di abate, e dove sarà poi accolto come giovanissimo professore di retorica e belle lettere nei primi anni cinquanta del Settecento. Nel novembre 1760 lascia Padova per trasferirsi a Venezia come precettore presso la famiglia Grimani. Matura in questo ambiente l'esperienza che gli darà una fama europea, la traduzione in italiano dei ''Canti di Ossian'' da poco pubblicati dallo scozzese James Macpherson.
 
Nel 1768 viene nominato professore di lingua greca ed ebraica presso l'Università di Padova, cattedra che manterrà fino al 1797 quando passerà, sempre nella stessa Università a quella di belle lettere, ovvero di eloquenza. Appartengono a questo periodo le sue opere più note: come traduttore dal greco (Demostene, Omero), e dalle lingue moderne (ancora l'Ossian, Gessner, Young), e come teorico dell'estetica (''Saggio sulla filosofia del gusto'') e della lingua (''Saggio sopra la lingua italiana'').
Tra le altre sue opere di [[w:saggistica]], ''Sopra il diletto della tragedia'' e ''Sopra l'origine e i progressi dell'arte poetica'' (1762), ''Corso ragionato di greca letteratura'' (1781), ''Saggio su la filosofia delle lingue'' (1785).
 
Da sempre sostenitore delle idee illuministe, è come molti spiazzato dall'esito violento della rivoluzione francese. All'arrivo delle truppe napoleoniche in Italia si schiera in favore di Bonaparte, per il quale scrive nel 1797 un sonetto encomiastico. Fa inoltre parte della delegazione inviata ad accogliere il generale vittorioso. Allo stesso Napoleone Cesarotti dedicherà, dieci anni più tardi, anche un discusso poema celebrativo, la ''Pronea'' (1807), duramente commentato da [[../Ugo Foscolo|Foscolo]] ("misera concezione, frasi grottesche, e per giunta, gran lezzo di adulazione"). Ispirati alle nuove idee portate dai francesi sono i suoi lavori ''Saggio sopra le istituzioni scolastiche'', ''Il patriottismo illuminato'', ''L'Istruzione d'un cittadino a' suoi fratelli meno istruiti''.
L'edizione completa della sua opera, in 42 volumi in ottavo, iniziò ad uscire a [[w:Pisa]] nel 1800 e fu completata postuma nel 1813.
 
Nella sua villa a Selvazzano da lungo tempo di proprietà della sua famiglia, ospita amici come Madame de Stael, Vittorio Alfieri, Ippolito Pindemonte e forse anche Foscolo, e impianta uno dei primi giardini all'inglese in Italia. Muore a Padova il 4 novembre 1808.
===Saggio su la filosofia delle lingue===
Scritto in un periodo di contatti linguistici con la [[w:Francia]], il trattato affronta il tema del [[w:prestito linguistico]], teorizzando la possibilità che esso possa portare ad un arricchimento della lingua.
 
== Le traduzioni letterarie ==
Cesarotti distingue il ''genio grammaticale'', ovvero la norma [[w:linguistica]] immutabile, ed il ''genio retorico'', che essendo legato alla contingenza può mutare. Sostiene che i prestiti linguistici come i [[w:francesismo|francesismi]] si possano accettare nella [[w:lingua italiana]], a condizione però che essi non vadano in contrasto con le norme del ''genio grammaticale'', ossia che nella lingua di destinazione non sia già presente un termine equivalente.
Cesarotti è noto per la sua opera di traduttore di Omero (pubblicò una versione in prosa dell'''Iliade'' e un rifacimento in versi endecasillabi sciolti dal titolo ''La morte di Ettore'', 1795); tradusse anche due tragedie di Voltaire, la ''Morte di Cesare'' e il ''Maometto'', nonché le opere di Demostene e quelle di altri oratori greci (nel ''Corso ragionato di greca letteratura'', 1781).
{{vedi source|Fingal poema epico di Ossian}}
Ma la traduzione che gli diede una fama europea gli capitò tra le mani quando Charles Sackville, incontrato a Venezia, gli fornì tutte le informazioni riguardanti l'attività di James Macpherson intorno al mitico bardo Ossian.<ref name="M">"Le muse", Novara, De Agostini, 1965, Vol. III, p. 215.</ref>. Dei ''Poems of Ossian'' pubblicati da Macpherson nel 1762-63, Cesarotti diede alle stampe una prima traduzione parziale nel 1763, intitolata ''Poesie di Ossian'' cui fece seguito nel 1772 la traduzione dell'intero ''corpus'' di canti. La sua versione, stilisticamente innovativa e di grande suggestione letteraria, attrasse l'attenzione dei letterati in Italia e Francia, suscitando numerosi imitatori. Fu per suo tramite che Goethe entrò in contatto con l<nowiki>'</nowiki>''Ossian''; e lo stesso Napoleone apprezzava l'opera al punto da portarla con sé anche in battaglia. <ref>Thiesse, Anna-Marie, ''La creation des identites nationales. Europe XVIII-XX siècle'', Paris, Éditions du Seuil, 1999, p. 52. ISBN 2020342472.</ref> . Nelle ''Poesie di Ossian'', Cesarotti riesce nell'intento di convertire tutti gli elementi e i principi della nascente lirica incentrata sulla natura e sui sentimenti, mantenendo una saldatura tra tradizione e nuovi temi poetici, di fatto dando il la al Romanticismo italiano.<ref name = "M"/>
 
=== Il ''Saggio su la filosofia delle lingue='' ==
==Testi==
Pubblicato dapprima nel 1785 con il titolo di ''Saggio sopra la lingua italiana'', poi mutato nell'edizione definitiva (1800) in ''Saggio sulla filosofia delle lingue applicato alla lingua italiana'', il trattato di Cesarotti costituisce una delle voci più autorevoli e intelligenti del dibattito linguistico italiano del Settecento. Scritto in un periodo di contatti linguistici con la Francia, il trattato affronta il tema del prestito linguistico, teorizzando la possibilità che esso possa portare ad un arricchimento della lingua, inserendosi nel dibattito sorto fra i tradizionalisti impegnati a conservare la purezza della lingua e dei principi letterari ed i rinnovatori ansiosi di liberare la lingua dai modelli tipici della Crusca.
 
Cesarotti critica, nella prima parte, i pregiudizi vigenti sulla purezza della lingua e tende ad evidenziarne il collegamento con la storia della civiltà, poi nella seconda sezione distingue il ''genio grammaticale'', ovvero la norma [[w:linguistica]] immutabile, ed il ''genio retorico'', che essendo legato alla contingenza può mutare. SostieneInfine, sostiene che i prestiti linguistici come i [[w:francesismo|francesismi]] si possano accettare nella [[w:lingua italiana]], a condizione però che essi non vadano in contrasto con le norme del ''genio grammaticale'', ossia che nella lingua di destinazione non sia già presente un termine equivalente.
*'''[[s:Elegia di Tommaso Gray sopra un cimitero di campagna]]''' [1] (1772)
*'''[[s:Filippiche]]''' [2] (1807)
 
Tra le altre sue opere di [[w:saggistica]], anche i saggi ''Sopra il diletto della tragedia'' e ''Sopra l'origine e i progressi dell'arte poetica'' (1762), ''Corso ragionato di greca letteratura'' (1781), ''Saggio su la filosofia delle lingue'' (1785).
==Note==
#↑ Traduzione dal testo inglese di Thomas Gray (1750)
#↑ Traduzione dal testo greco di Demostene
 
L'edizione completa della sua opera, in 42 volumi in ottavo, iniziò ad uscire a [[w:Pisa]] nel 1800 e fu completata postuma nel 1813.
[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Cesarotti]]
 
==Altri progetti==
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==TestiNote==
<references/>
 
[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Cesarotti]]
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