Storia della letteratura italiana/Annibal Caro: differenze tra le versioni
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L'opera di riscoperta dei classici passò anche attraverso il lavoro di traduzione. Tra questi traduttori spicca il nome di Annibal Caro, uno dei massimi letterati dell'epoca, autore di scritti di vario genere, che approntò una parafrasi (più che una traduzione)<ref name="Petronio278">Giuseppe Petronio, ''L'attività letteraria in Italia'', Palumbo, Palermo, 1970, p. 278.</ref> dell'''Eneide'' di Virgilio, rimasta famosa fino ai giorni nostri.
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[[File:Annibal Caro.jpg|thumb|left|Annibale Caro commendatore del Sovrano Ordine di Malta]]
== Le opere ==
▲Fu segretario dal 1543 di Pier Luigi Farnese, primo duca di Parma e di Piacenza, finché questi non fu assassinato a Piacenza nel 1547. In seguito, per intercessione dei cardinali Ranuccio Farnese e Alessandro Farnese, figli del duca, gli fu riconosciuto nel 1555 il cavalierato dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme e, con bolla papale, gli fu affidata la Commenda dei SS. Giovanni e Vittore in Selva a Montefiascone.
Annibal Caro fu autore di scritti tra di loro molto diversi, caratterizzati da un gusto letterario molto raffinato.<ref name="Petronio278" /> Utilizzando i diversi modelli messi a disposizione dalla cultura del suo tempo senza apportarvi modifiche, realizza risultati originali in cui, come scrive Ferroni, presenta «una realtà quasi astratta e raggelata, che sembra sfuggire all'occhio di chi la guarda».<ref name="Ferroni318">Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2001, p. 318.</ref>
Il suo esordio fu segnato da una canzone scritta in onore della
Fu anche commediografo: la sua commedia ''Gli Straccioni'' è un importante esempio di teatro erudito rinascimentale che fornisce uno spaccato di Roma nel Cinquecento.▼
Le ''Lettere famigliari'', costituite da circa ottocento lettere, fornirono non solo un archivio documentaristico di prim'ordine, ma anche un'importante fonte di informazioni sulla cultura rinascimentale. Nelle lettere vengono trattati tematiche letterarie e religiose, di costume e avvenimenti politici e militari.▼
▲Il suo esordio fu segnato da una canzone scritta in onore della Casa di Valois, intitolata ''Venite all'ombra de' gran gigli d'oro'', seguita dai sonetti ''I Mattacchi'' e ''La Corona''.
Tradusse inoltre la ''Poetica'' di Aristotele, ''Gli amori pastorali di Dafni e Cloe'' di Longo Sofista e le ''Lettere a Lucilio'' di Lucio Anneo Seneca.▼
▲Fu anche commediografo: la sua commedia ''Gli Straccioni'' è un importante esempio di teatro erudito rinascimentale che fornisce uno spaccato di Roma nel Cinquecento.
== L'''Eneide'' di Virgilio e le altre traduzioni ==
▲Le ''Lettere famigliari'', costituite da circa ottocento lettere fornirono non solo un archivio documentaristico di prim'ordine, ma anche un'importante fonte di informazioni sulla cultura rinascimentale. Nelle lettere vengono trattati tematiche letterarie e religiose, di costume e avvenimenti politici e militari.
{{vedi source|Eneide (Caro)}}
L'opera che però gli valse la maggior fama fu la sua traduzione in endecasillabi sciolti dell'''Eneide'' di Virgilio. Come fanno notare molti critici, tra cui Giuseppe Petronio, quella di Annibal Caro non fu però una traduzione vera e propria, ma piuttosto una rielaborazione in versi sciolti del poema, anch'essa caratterizzata dall'eleganza tipici del classicismo rinascimentale.<ref>Giuseppe Petronio, ''L'attività letteraria in Italia'', Palumbo, Palermo, 1970, p. 279.</ref> D'altra parte, scrive Ferroni, nell'opera di Caro il classicismo finisce per cristallizzarsi in un puro manierismo.<ref name="Ferroni318" />
▲Tradusse inoltre la ''Poetica'' di Aristotele, ''[[s:Gli amori pastorali di Dafni e Cloe|Gli amori pastorali di Dafni e Cloe]]'' di Longo Sofista e le ''Lettere a Lucilio'' di Lucio Anneo Seneca.
== Altri progetti ==
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