La religione greca/La religione greca nel periodo arcaico e classico/La ''Teogonia'' di Esiodo: differenze tra le versioni

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{{nota|larghezza = 250px|contenuto=<center>'''Le altre ''Teogonie'':<br> Acusilao, Epimenide e Ferecide'''</center><br>'''Acusilao''' di Argo visse prima delle guerre persiane, compose la Γενεαλογίαι in cui riportò, modificandola, la ''Teogonia'' di Esiodo. <ref>Cfr. Felix Jacoby, ''Die Fragmente der griechischen Historiker'', 1, 1-2; Karl Wilhelm Ludwig Müller, ''Fragmenta historicorum graecorum'' I, 100.</ref><br> La teogonia di '''Epimenide''' (Χρησμοί)<ref>VI secolo a.C., Sull'aedo e indovino Epimenide cfr.: Diels-Kranz III, A, 4; Plutarco ''Vita di Solone'' XII; Diogene Laerzio ''Vite....'' I, 110; Platone ''Leggi'' I, 642 d, e III, 677 d; per la sua teogonia cfr. A. Bernabé, ''La teogonia di Epimenide. Saggio di ricostruzione'' in E. Federico e A. Visconti (a cura di) ''Epimenide cretese'' Napoli, 2001, pp.195-216; sulla figura G. Pugliese Carratelli, ''Epimenide'' in ''Tra Cadmo e Orfeo'', Bologna, Mulino, 1990, pp. 365 e sgg. e Giorgio Colli, ''La sapienza greca'' vol.II.</ref> possiede delle analogie sia con quella esiodea che con quella orfica, individuando le potenze prime nell'Aria e nella Notte, genitrici del Tartaro e quindi del restante cosmo. Taumaturgo, fu anche estatico vivendo al pari di Aristea esperienze di viaggio fuori dal corpo <ref>D-K 3.</ref>. Il dio principale di Epimenide era tuttavia lo Zeus cretese; Plutarco sostiene che lo stesso Epimenide veniva indicato come Κούρης νεός (nuovo Curete).<br> '''Ferecide'''<ref>VI secolo a.C.</ref>, autore del poema cosmogonico Επτάμυχος (''Le sette caverne'', indicato anche come Θεοκρασία o Πεντάμυχος), individua invece come divinità primordiali ed eterne: Zas (Ζὰς, analogo a Zeus), Chthonie (Χθονίη, poi dopo aver avuto in dono la Terra diviene Gaia) e Chronos (Χρόνος). Dal seme di Chronos, defluirono gli elementi di terra, acqua e fuoco che allocati in sette (o cinque) antri dell'universo furono all'origine della restante generazione degli dèi e quindi del cosmo. La teogonia di Ferecide influì, o fu influenzata, sulle teogonie orfiche e quindi su quelle pitagoriche. <ref>Cfr. DK 7. Su Ferecide cfr. Giorgio Colli, ''La sapienza greca'' vol.II.</ref>}}
[[File:Eros bow Musei Capitolini MC410.jpg|thumb|right|200px|''Eros che incorda l'arco'' - Copia romana in marmo dall'originale di Lisippo conservata nei Musei Capitolini di Roma.<br> La prima menzione del dio Eros armato di arco e frecce la si riscontra nell'opera di Euripide ''Ifigenia in Aulide''<ref>Cfr. George M. A. Hanfmann. ''Oxford Classica Dictionary''. Oxford Univeristy Press, 1970. In italiano ''Dizionario delle antichità classiche'' Cinisello Balsamo, Paoline, 1995, pag.849.</ref>: {{quote|Avventurato chi prova fa <br>della dea dell'amore con <br> temperanza e misura, <br> e con grande placidità <br>lungi dagli estri folli, perché <br>duplice è l'arco della beltà <br> che l'Amore (Eros) tende su di noi: <br>l'uno ci porta felicità, <br> l'altro la vita torbida fa.|Euripide ''Ifigenia in Aulide'' 542-50. Traduzione di Filippo Maria Pontani in Euripide ''Le tragedie''. Milano, Mondadori, 2007}}]]
[[File:Afrodite Sosandra Archo Napoli 1.JPG|200px|thumb|Afrodite ''Sosandra'' ("salvatrice degli uomini"), copia romana (II secolo d.C.) dall'originale di Calamide (V secolo a.C.) conservata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli. Luciano di Samosata la descrive come una statua velata che conserva un sorriso "puro e venerando": {{quote|Calamide l'adornerà della verecondia della sua Sosandra e di quello stesso sorriso dignitoso e lieve|Luciano di Samosata. ''Le immagini''. Traduzione di Luigi Settembrini}}.]]