La religione romana/Le fabulae/Volcanus: differenze tra le versioni
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{{q|un'altra nel territorio di Modena, che sbuca fuori nei giorni dedicati a Vulcano.|Plinio il Vecchio ''Naturalis Historia'', II, 240; traduzione di Alessandro Barchiesi, Roberto Centi, Mauro Corsaro, Arnaldo Marcone, Giuliano Ranucci, in Gaio Plinio Secondo ''Storia Naturale'', vol. I. Torino, Einaudi, 1982, pp. 362-3|exit in Mutiensis agro statis Volcano diebus.|lingua=la}}
Questo spiega per quale ragione gli aruspici etruschi indicarono in un'area esterna
{{q|Anche gli aruspici etruschi affermano nei loro libri sacri che i templi di Venere, Vulcano e Marte devono essere posti fuori delle mura, onde evitare che i giovani e le madri di famiglia si abituino ai piaceri di Venere, e per preservare la città dal pericolo di eventuali incendi evocando la potenza di Vulcano con riti e sacrifici celebrati fuori dal tessuto urbano. Infine essendo il tempio di Marte collocato fuori dalla cinta muraria non insorgeranno lotte intestine tra i cittadini, ma piuttosto esso fungerà da baluardo contro i nemici e preserverà la città dal pericolo di guerre.|Marco Vitruvio Pollione ''De Architectura'', I, 7,1; traduzione di Luciano Migotto. Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1990, pp. 54-5|Id autem etiam Etruscis haruspicibus disciplinarum scripturis ita est dedicatum, extra murum Veneris, Volcani, Martis fana ideo conlocari, uti non insuescat in urbe adulescentibus, seu matribus familiarum veneria libido, Volcanique vi e moenibus religionibus et sacrificiis evocata ab timore incendiorum aedificia videantur liberari. |lingua=la}}
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