La religione romana/Le fabulae/Ianus: differenze tra le versioni

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Essendo il dio dell'inizio<ref>Da qui anche il suo appellativo di ''Pater'' come nel caso di ''Pater Matutinus'', Padre del giorno.</ref> il suo nome viene pronunciato per primo negli elenchi degli dèi e nelle preghiere <ref>Cfr. Livio VIII, 9, 6</ref>, così il primo mese dell'anno, ''Ianuarius'' è a lui dedicato nel calendario riformato. Il dio Ianus è anche ''rex'' e fondatore del principio di regalità <ref>In tal senso cfr. Angelo Brelich: «Nessuno più di Ianus ha diritto di apparire nelle vesti di un re» ''Tre variazioni romane sul tema delle origini'', p.132.</ref>, così il suo sacerdote è appellato come ''rex sacrorum'', ovvero è quel sacerdote che, in epoca repubblicana, svolge le funzioni sacrali che furono proprie del "re" in epoca monarchica. In questo caso la funzione rituale del ''rex sacrorum'' inerisce probabilmente alla richiesta di protezione divina per l'inizio di qualsiasi azione ritenuta importante come la guerra o l'inizio del nuovo anno religioso e quindi civile. E seppure in epoca repubblicana sono i consoli a guidare l'esercito romana in guerra: {{q|per poter aprire ritualmente le ostilità, per poter entrare ritualmente nello stato di guerra, era necessario aprire le porte del tempio di Giano dell'Argileto, quasi ad indicare l'ingresso nel campo di azione del dio, che peraltro non aveva nessuna caratteristice del guerriero ma aveva a che fare con la guerra soltanto nella misura in cui questa era considerata l'"evento" per antonomasia; con la fine dell'"evento" , cioè a guerra finita, le porte del tempio venivano richiuse.|Paolo Sabbatucci, ''La religione di Roma antica'', p.21}}
 
Ianus è dunque il primo re divino, fondativo della civiltà nel Lazio<ref>Angelo Brelich, '' Tre variazioni romane sul tema delle origini'', p.83.</ref>. Virgilio<ref>''Eneide'' VIII </ref> lo indica come fondatore della rocca del Ianiculum (Gianicolo), come Saturno stabili la rocca di Saturnia.
 
La caratteristica iconografica di Ianus è quello di possedere una testa con due facce. In Macrobio, <ref>''Saturnali'' I, 9, 4,</ref> tale caratteristiche esprime la sua facoltà di conoscere il futuro e di ricordarsi il passato. Tale caratteristica iconografica è comunque antichissima<ref>Herbert Jennings Rose, 1027</ref>. Macrobio <ref>''Saturnali'', I, 9, 7</ref> e Ovidio <ref>''Fasti'', I, 95</ref> raccontano come questo dio sia rappresentato impugnare un bastone e una chiave in qualità di custode degli ingressi<ref>La chiave è direttamente collegabile a questa funzione, il bastone è invece incerto: Seneca lo vuole per cacciare gli intrusi, Macrobio per guidare i viandanti (Stok, nota 49, p.104).</ref>. Il sacrificio a Ianus era eseguita nell'area ''Regia'' del Foro e consisteva in un montone.