La religione romana/Premessa: differenze tra le versioni

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La nozione moderna di "religione" è invece più complessa e problematica <ref>{{q|Ogni tentativo di definire il concetto di "religione", circoscrivendo l'area semantica che esso comprende, non può prescindere dalla constatazione che esso, al pari di altri concetti fondamentali e generali della storia delle religioni e della scienza della religione, ha una origine storica precisa e suoi peculiari sviluppi, che ne condizionano l'estensione e l'utilizzo. [...] Considerata questa prospettiva, la definizione della "religione" è per sua natura operativa e non reale: essa, cioè, non persegue lo scopo di cogliere la "realtà" della religione, ma di definire in modo provvisorio, come ''work in progress'', che cosa sia "religione" in quelle società e in quelle tradizioni oggetto di indagine e che si differenziano nei loro esiti e nelle loro manifestazioni dai modi a noi abituali.|Giovanni Filoramo, ''Religione'' in ''Dizionario delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, pag.620}}</ref> andando a coprire un più ampio spettro di significati:
{{q|Le concezioni religiose si esprimono in simboli, in miti, in forme rituali e rappresentazioni artistiche che formano sistemi generali di orientamento del pensiero e di spiegazione del mondo, di valori ideali e di modelli di riferimento|Enrico Comba, ''Antropologia delle religioni. Un'introduzione''. Bari, Laterza, 2008, p. 3}}
 
Precisare la differenza di "contenuto" tra il termine latino ''religio'' e quello di uso comune e moderno di "religione", rende conto della caratteristica unica dei contenuti religiosi del vivere romano:
{{q|La religione romana o più in generale greco-romana) può essere caratterizzata da due elementi: è una religione sociale ed è una religione fatta di atti di culto. Religione social, essa è praticata dall'uomo in quanto membro di una comunità e non in quanto singolo individuo, persona; è squisitamente una religione di partecipazione e nient'altro che questo. Il luogo dove si esercita la vita religiosa del romano è la famiglia, l'associazione professionale o di culto, e soprattutto, la comunità politica. |John Scheid, ''La religione a Roma''. Bari, Laterza, 1983, p. 8}}
 
Ne consegue che per i Romani, la ''religio'' non aveva molto a che fare con quello che noi indichiamo come credenza religiosa individuale in quanto è lo Stato ad essere il tramite tra l'individuo e la divinità<ref>In tal senso Pierre Boyance, ''Etudes sur la religion romaine'', Roma, École française de Rome, 1972, p.28.</ref>:
 
{{q|L'atteggiamento religioso del romano va [...] distinto dal sistema della fede. ''Religio'' non equivale a ''credo''.| Robert Schilling, ''Rites, Cultes, Dieux de Rome''. Parigi, Klinck, 1979, p.74; cit. in John Scheid, ''Op.cit.'', p. 8 }}