La religione romana/Premessa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 9:
L'espressione "religione romana" è di conio moderno. Il termine italiano "religione" possiede tuttavia la sua chiara etimologia nel termine latino ''religio'' ma, nel caso termine latino, esso esprime una nozione circoscritta alla cura nei confronti dell'esecuzione del rito a favore degli dèi, rito che, per tradizione, va ripetuto finché non risulti correttamente eseguito<ref>{{q|Per i Romani ''religio'' stava a indicare una serie di precetti e di proibizioni e, in senso lato, precisione, rigida osservanza, sollecitudine, venerazione e timore degli dèi.|Mircea Eliade, ''Religione'' in ''Enciclopedia del novecento''. Istituto enciclopedico italiano, 1982, pag.121}}</ref>, e in questo senso i Romani collegavano al termine ''religio'' un senso di timore nei confronti della sfera del sacro, sfera propria del rito e quindi della religione stessa<ref>Enrico Montanari, ''Dizionario delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo, Torino, Einaudi, 1993, pag. 642-4</ref>:
{{q|''Religio'' è tutto ciò che riguarda la cura e la venerazione rivolti ad un essere superiore la cui natura definiamo divina|[[Cicerone]]. ''De inventione''. II,161|Religio est, quae superioris naturae, quam divinam vocant, curam caerimoniamque effert|lingua=la}}
La nozione moderna di "religione" è invece più complessa e problematica <ref>{{q|Ogni tentativo di definire il concetto di "religione", circoscrivendo l'area semantica che esso comprende, non può prescindere dalla constatazione che esso, al pari di altri concetti fondamentali e generali della storia delle religioni e della scienza della religione, ha una origine storica precisa e suoi peculiari sviluppi, che ne condizionano l'estensione e l'utilizzo. [...] Considerata questa prospettiva, la definizione della "religione" è per sua natura operativa e non reale: essa, cioè, non persegue lo scopo di cogliere la "realtà" della religione, ma di definire in modo provvisorio, come ''work in progress'', che cosa sia "religione" in quelle società e in quelle tradizioni oggetto di indagine e che si differenziano nei loro esiti e nelle loro manifestazioni dai modi a noi abituali.|Giovanni Filoramo, ''Religione'' in ''Dizionario delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, pag.620}}</ref>. andando a coprire un più ampio spettro di significati:
{{q|Le concezioni religiose si esprimono in simboli, in miti, in forme rituali e rappresentazioni artistiche che formano sistemi generali di orientamento del pensiero e di spiegazione del mondo, di valori ideali e di modelli di riferimento|[[Enrico Comba]]. ''Antropologia delle religioni. Un'introduzione''. Bari, Laterza, 2008, p. 3}}