La religione greca/La religione greca nel periodo arcaico e classico/Il tempo sacro: calendario religioso e feste: differenze tra le versioni

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!colspan="3"|Autunno (Φθινόπωρον)||
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|'''4'''||Pianepsione '''''Pyanopsión''''' (Πυανεψιών)||ottobre-novembre||[[File:Kylix Theseus Aison MNA Inv11365 n1.jpg|250px|thumb|Interno di una ''kylix'' (κύλιξ; "coppa") risalente al V secolo a.C. e conservata al Museo archeologico nazionale di Madrid. In questa immagine l'eroe Teseo è di fronte al Minotauro sconfitto, alla sua sinistra lo osserva la dea Atena, divinità poliade della città di Atene. Teseo (Θησεύς) è già menzionato nell'<nowiki></nowiki>''Iliade'' <ref>I, 265.</ref> anche se il testo potrebbe essere interpolato; è comunque presente nell'<nowiki></nowiki>''Odissea''<ref>XI, 322</ref>. Mitico re e legislatore di Atene, Teseo è figlio di Etra e di Egeo (o Posidone), vissuto una generazione prima di quella che partecipò alla distruzione di Troia. Nell'immagine, Teseo ha appena ucciso il Minotauro (Μινώταυρος), il mostro con la testa di toro e il corpo di uomo, frutto dell'unione tra Pasifae (Πασιϕάη), figlia del dio Helios e moglie del re di Creta, Minosse (Μίνως), questi figlio di Zeus e della fanciulla fenicia Europa<ref>Cfr. ad es. Diodoro Siculo V, 84.</ref>, e il Toro divino<ref>Igino, ''Miti'', 40.</ref> che Posidone donò a Minosse affinché gli venisse sacrificato<ref>Callimaco, ''Inno a Zeus'', 47.</ref>. Al Minotauro venivano consegnati i sette giovinetti e le sette fanciulle ateniesi, pegno del riscatto imposto da Minosse che aveva sconfitto la città di Atene a seguito dell'uccisione da parte degli Ateniesi di suo figlio Androgeo (Ανδρόγεως). Sarà Teseo, con l'aiuto della figlia di Minosse, Arianna (Αριάδνη), a uccidere il mostro e a liberare i giovani<ref>Cfr. ad es. Plutarco ''Vita di Teseo''.</ref>.]]Era il mese della vendemmia. In questo mese, il 7º giorno, si celebravano, susseguendosi, due festività religiose: le "'''Pianèpsie'''" (Πυανέψια), quando si cuocevano, in adempimento al voto fatto da Teseo ad Apollo, le fave insieme ad altri legumi in ricordo del cibo consumato dai fanciulli ateniesi appena sbarcati in Attica, sani e salvi con l'eroe di ritorno da Creta; e le "'''Oscoforie'''" (ὀσχοϕόρια), sempre in ricordo dell'avventura cretese dell'eroe Teseo, consistenti dapprima in un corteo sacro che muoveva dal santuario di Dioniso in Atene fino al santuario di Atena Scìrade al Falèro (Φάληρον, il porto della città) e quindi in una gara di corsa tra venti ragazzi, due per ogni tribù. Dal 6º al 9º giorno, con il culmine l'8º giorno, venivano celebrate le "'''Tesee'''" (Θήσεια), festività antiche ma che acquisirono particolare importanza a partire dal 475 a.C. quando Cimone, a seguito di un oracolo, riportò ad Atene da Sciro le presunte spoglie di Teseo: queste festività consistevano in agoni di lotta e di corse di cavalli e, infine, in un grande sacrificio a beneficio soprattutto dei cittadini più poveri. Le "'''Tesmoforie'''" (Θεσμοϕόρια), le importanti feste panelleniche, si celebravano dall'11º al 13º giorno in onore di Demetra Tesmofora (Θεσμοϕόρος "legislatrice", in quanto fondatrice dell'agricoltura e della famiglia). Questa antica festa della fecondità, celebrata nell'imminenza della semina del grano, riguardava essenzialmente le donne di condizione libera e sposate e si esprimeva in tre momenti: nel primo giorno (detto ῎Ανοδος "salita") le donne, le ''thesmophoriazousai'' (Θεσμοφοριάζουσαι), che si erano già raccolte nel demo di Alimunte dove avevano vegliato l'intera notte, salivano al santuario di Demetra Tesmofora situato sulla collina della Pnice; nel secondo giorno (Νηστεία "Digiuno") digiunavano accampate in uno speciale recinto lamentando la scomparsa di Persefone e mescolando le sementi con i resti putridi dei porcellini sacrificati (forse durante le Scire) e con oggetti "misterici" (''àrreta''), forse figurine di falli o serpenti in pasta di farina; nel terzo giorno (Καλλιγένεια "Felice generazione") celebravano i sacrifici e i conseguenti banchetti, invocando la Dea affinché garantisse una numerosa e sana prole. Le "'''Apatùrie'''" (Απατούρια), la festa di coloro che possedevano il medesimo "capostipite", era il modo di celebrare l'iscrizione degli efèbi alla propria fratria (φρατρία). Di origine ionica, ed erede dei riti di iniziazione protostorici diffusi in tutta le Grecia, questa festa si celebrava dall'11º al 13º giorno, periodo in cui la navigazione veniva sospesa: il primo giorno detto "Dorpia" (Δορπία, "cena") i membri di ogni fratria si riunivano la sera per banchettare insieme; il secondo giorno, detto "Anarrusi" (ἀνάρρυσις, "sacrificio") si eseguivano dei sacrifici in onore di Zeus ''Phràtrios'' Atena ''Phratrìa'' e Apollo ''Patròos''; il terzo giorno detto "Cureotide" (Κουρεῶτις, da ''kûros'', "ragazzo" o da ''kurèo'', "taglio"), i capifamiglia presentavano alle proprie fratrie i nuovi membri per la loro iscrizione, sia quando questi nascevano (la loro registrazione doveva tuttavia essere approvata dalla fratria), sia quando raggiungevano l'età della efèbia (sacrificio forse detto ''kureotis''), sia quando, con il matrimonio, la sposa entrava a far parte della fratria del proprio sposo (sacrificio forse detto ''gamèlia''). In questa circostanza i fanciulli donavano ad Artemide una parte dei loro capelli. Le "'''Efèstie'''" (Ηϕαιστία), le feste in onore di Efesto (Ἥφαιστος) si celebravano, forse, il 28º giorno ed erano penteteriche (πεντετηρικός) ovvero si celebravano ogni cinque anni. Attestate a partire dalla fine del V secolo a.C. consistevano in una lampadedromia (λαμπαδηδρομία), una gara di corsa con le torce a squadre, e in agoni musicali.
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|'''5'''||Maimacterione '''''Maimakterión''''' (Μαιμακτηριών)||novembre-dicembre||In questo mese, intorno al 20º giorno, venivano celebrate le feste in onore di Zeus ''Maimáktes'' (Μαιμάκτης, Impetuoso).