Gli dèi della Grecia/Le caratteristiche di un dio greco: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 5:
{{quote|il fondamento di ogni essere e di ogni accadere, e tale fondamento traspare così chiaramente attraverso ogni cosa e fatto, che essa è obbligata a parlarne anche in rapporto alle cose e ai fatti più naturali e comuni|Walter F. Otto. ''Gli dèi della Grecia''. Milano, Adelphi, 2004, p. 25}}
 
Sulla domanda inerente alla natura del "dio" greco lo studioso statunitense di origini tedesche, Albert Henrichs<ref>Albert Henrichs. ''What is a Greek God?'' In ''The Gods of Ancient Greece. Identities and Transformations'' (a cura di Jan N. Bremmer e Andrew Erskine). Edinburgh University Press, Edinburgh, 2010, pp. 19 e sgg.</ref>, chiarisce infine che le risposte possono risultare diverse, dipendendo soprattutto da chi pone la domanda. Così se ponessimo questa domanda a un Grecogreco del periodo classico, questi probabilmente risponderebbe che potrebbe descrivere tale "dio" solo nel momento in cui, per mezzo di visioni o sogni, lo ha incontrato; anche se un greco più attento potrebbe subito replicareaggiungere che un incontro con la manifestazione reale di una divinità eè sempre estremamente pericoloso vista la loro “potenza” <ref>Cfr. ''Iliade'' XX, 131</ref>.
 
Henrichs ci ricorda inoltre che un’importante risposta alla domanda in cosa consista un dio greco è conservata in un oracolo riferito ad Apollo Klarios (Κλάριος), inciso su un altare rinvenuto nella città di Oinoanda (nord della Licia) e risalente al III secolo d.C.