Gli dèi della Grecia/Chaos: differenze tra le versioni

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{{Quote|Dunque, per primo fu il Chaos, e poi<br> Gaia dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti<br> gli immortali che tengono le vette dell'Olimpo nevoso,<br> e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,<br> e poi Eros, il più bello fra gli dèi immortali,<br> che rompe le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini<br> doma nel petto il cuore e il saggio consiglio.<br> Da Chaos nacquero Erebo e nera Nyx. <br> Da Nyx provennero Etere e Hemere<br> che lei partorì concepiti con Erebo unita in amore.|Esiodo, ''Teogonia'', 116-125. Traduzione di Graziano Arrighetti, in Esiodo ''Opere'' : 1998 Einaudi-Gallimard; 2007 Mondadori, p. 9|Ἦ τοι μὲν πρώτιστα Χάος γένετ᾽, αὐτὰρ ἔπειτα<br>Γαῖ᾽ εὐρύστερνος, πάντων ἕδος ἀσφαλὲς αἰεὶ<br>[ἀθανάτων, οἳ ἔχουσι κάρη νιφόεντος Ὀλύμπου,<br>Τάρταρά τ᾽ ἠερόεντα μυχῷ χθονὸς εὐρυοδείης,]<br>ἠδ᾽ Ἔρος, ὃς κάλλιστος ἐν ἀθανάτοισι θεοῖσι, <br>λυσιμελής, πάντων δὲ θεῶν πάντων τ᾽ ἀνθρώπων<br>δάμναται ἐν στήθεσσι νόον καὶ ἐπίφρονα βουλήν.<br>Ἐκ Χάεος δ᾽ Ἔρεβός τε μέλαινά τε Νὺξ ἐγένοντο•<br>Νυκτὸς δ᾽ αὖτ᾽ Αἰθήρ τε καὶ Ἡμέρη ἐξεγένοντο,<br>οὓς τέκε κυσαμένη Ἐρέβει φιλότητι μιγεῖσα. |lingua=grc}}
 
Considerando che il termine greco antico "Chaos" non possiede in alcun modo l'attuale connotazione di "disordine" che si riscontra nella parola d'uso comune "caos" <ref>Cfr. Cesare Cassanmagnago p.927 nota 23.</ref>, esso viene reso come "Spazio beante", "Spazio aperto"<ref>La resa in "Spazio beante", "Spazio aperto" è di Herbert Jennings Rose «il nome significa chiaramente "spazio vuoto, beante"» (Cfr. p.375 dell' ''Oxford Classical Dictionary'' 1970; trad. it. ''Dizionario di antichità classiche''. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995). Così rende anche Cesare Cassanmagnago.</ref>, "Voragine"<ref>Questo termine preferito ad esempio da Vernant (cfr. Jean-Pierre Vernant, ''L'universo, gli dei e gli uomini''. Torino, Einaudi, 2001), verte sull'analisi etimologica che lo fa derivare dalla radice *''cha'', radice che richiama il verbo ''cháino/chásko'', "aprire la bocca", quindi qualcosa che si "spalanca" (cfr. Maria Michela Sassi, ''Gli inizi della filosofia: in Grecia'', Torino, Boringhieri, 2009, p.71).</ref> dove indica, nella sua etimologia, la "voraginefenditura".
 
Esiodo lo descrive come ''eghèneto'', non il principio quindi, ma ciò che da questo per primo appare: