La religione greca/Le religioni ellenistiche: differenze tra le versioni

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Con il termine "Ellenismo" si indica il periodo storico che inizia con la morte di Alessandro Magno, avvenuta nel 323 a.C., e che termina con la vittoria di Ottaviano Augusto su Marco Antonio nella battaglia di Azio combattuta nel 31 a.C.
 
Questo periodo storico si caratterizza con la conquista greca dell'Oriente e, conseguentemente, con lo spostamento dell'asse culturale greco innell'intero OrienteMediterraneo e non solo. La cultura greca, ivi compresa la sua cultura religiosa, fece quindi la sua comparsa nel bacino del Mediterraneo, nell'area del Mar Nero, fino al Danubio, all'Etiopia, all'India, assorbendone costumi e tradizioni anche religiose<ref>Annamaria Ioppolo, "Ellenismo" in ''Enciclopedia filosofica'', vol. 4. Milano, Bompiani, 2006, p.3311.</ref>.
 
{{quote|Fu un processo che dette origine a una nuova civiltà non riconducibile in senso stretto all'una o all'altra delle sue componenti, ma all'intima fusione di elementi greci e orientali che si esprime in una nuova lingua, la κοινή. La storia dell'età ellenistica è quindi la storia di tutti coloro che appartenevano al mondo culturale greco e che parlavano e pensavano in greco, qualunque fosse la loro origine.|Annamaria Ioppolo, ''Op.cit.'', p.3311.}}
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Oltretutto, «Insediati più o meno durevolmente in paesi stranieri, i Greci si rivolgevano con molta naturalezza agli dèi locali: ne sono un esempio i Greci d'Egitto, i quali a partire dal III secolo portano offerte e fanno dediche a dèi specificatamente egiziani, a prima vista molto lontani dall'universo religioso dei Greci, come dèi coccodrilli del Fayyūm. [...] E questa devozione per gli "dèi" stranieri non era solamente di circostanza: alcuni di questi Greci emigrati, rientrati in patria, vi conducevano con sé e vi insediavano gli dèi che avevano imparato a conoscere altrove. Artemidoro, figlio di Apollonio, originario di Perge, in Panfilia, già cacciatore di elefanti al servizio di Tolomeo Filadelfo, ritiratosi verso il 245 a.C. a Tera per trascorrervi la vecchiaia, dedicò un complesso di edifici agli dèi egizi in onore della famiglia lagide»<ref>Françoise Dunand, ''Sincretismi e forme della vita religiosa'' vol.7 p.336.</ref>.
 
Questa unificazione del mondo allora conosciuto all'interno della ''koiné'' greca anche se non porta alla concezione di un dio unico conduce al ritenere che dietro alla molteplicità dei nomi e delle manifestazioni divine, si possa celare una medesima esperienza religiosa<ref>{{q|he thought of one world does not necessarily
lead to the idea of one God, but it does raise questions about a possible spiritual unity behind the manifold manifestations of religious experience.|John Gwyn Griffiths, ''Hellenistic Religions'' in ER (2004/1987) vol.6, p. 3900 }}</ref>