La religione greca/Le religioni ellenistiche: differenze tra le versioni

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[[File:Serapis vaticanColosseum Rome Italy.jpg|250px|thumb|BustoStatua di Serapide (Σέραπις), in marmo, copia romana del secolo II d.C. di un originale greco del IV secolo ad.C., opera di Bryaxis e collocato nel Serapeo di Alessandria d'Egitto; è conservatoconservata presso il Museo Pio-Clementino, inMusei VaticanoVaticani. L'origine di questa divinità è stata riportata tradizionalmente a più località<ref> Tacito (IV, 84) la vuole introdotta da Sinope nel Ponto in Alessandria di Egitto grazie all'intervento di Tolomeo I (367 a.C.-283 a.C.) che lì trasferì una statua di JupiterZeus PlutoneDites. Plutarco (''De Iside'' 27-29) offre una tradizione analoga. Sempre Tacito narra di un'altra tradizione che lo vuole introdotto in Egitto dalla Siria. </ref>. Già in antichità comunque una tradizione indicava in Menfi la sua sede originaria. Quest'ultima tradizione è confermata dagli studiosi che individuano ill'origine del suo culto nel tempio posto sopra i sotterranei dove venivano imbalsamati e sepolti i buoi Api morti, figure che ricevevano il nome di ''Osorapis'', come contrazione del nome di Osiris e Apis, quest'ultimo il dio "sacro Toro" che alla sua morte diviene Osiride. A Menfi la divinità di Api divenne di grande rilievo finendo per uguagliareeguagliare la fama di Osiride e Iside. Il culto di ''Osorapis'' venne ellenizzato col nome di ''SerapisSèrapis'' e quindi diffuso per tutto il mondo greco come sposo di Iside e "dio vivente dei viventi". Serapide è normalmente rappresentato seduto, con una folta barba come Zeus, sul capo cinge un recipiente simbolo della fecondità e della fertilità. Il cane alla sua destra è Cerbero (Κέρβερος), il cane di Ade. Serapide è dunque una divinità sia ctonia che della fecondità, conservando il primo carattere da Osiride, il dio della vegetazione che muore e poi risorge, mentre il secondo gli è proprio dal dio "toro" Api. Dio dell'oltre tomba ma anche della fertilità, del Nilo, del mare Serapide è anche un dio oracolare e guaritore. Assimilato in Egitto a Ra-Hèlios e a Zeus dai Greci, Plutarco (28) lo indica come "dio universale". ]]
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