Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/Ludlul bēl nēmeqi: differenze tra le versioni

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==Tavola I==
I primi 30 versi sono perduti. Conosciamo il I rigo ''Ludlul bēl nēmeqi'' grazie ai colofoni delle successive tavole. E, come è usanza mesopotamica, il I rigo riportato nei colofoni ne costituisce il titolo con cui veniva individuato e classificato: ''Ludlul bēl nēmeqi'' (lett. ''[Voglio lodare] il Signore della sapienza'') dove ''ludlul'' (termine derivato dal verbo ''dalālu''<ref>Cfr. anche il CAD (''Chicago Assyrian Dictionary''), vol. 3 p.47.</ref>) costituisce la parte fissa delle "preghiere a mano alzata" (''šu-íl-lá'') recitate in occasione di malattie o disgrazie, per ottenere il soccorso da parte della divinità, il quale, una volta realizzatosi, veniva ripagato con "preghiere di ringraziamento" che consentivano il diffondersi del culto nei suoi confronti; ''Bēl'' è l'epiteto, con il significato di "Signore", con cui si invocava il re degli dèi e dio poliade della città di Babilonia, [[Marduk]]; ''nēmequ'' è il termine in lingua accadica con cui si indica la "conoscenza", la "sapienza, la "saggezza", l'"esperienza".
 
Segue un inno a Marduk considerato come una tempesta che turbina, ma il cui soffio è buono come la brezza di primo mattino, un dio la cui: