Categoria:Ricette regionali-Calabria: differenze tra le versioni

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== Antipasti - piattini i rinforzu ==
*
== Biscottu a capunata ==
 
INGREDIENTI:
 
pane casareccio biscottato
olio d'oliva
origano
aceto
sale
peperoncino rosso.
 
Spezzate a grossi pezzi il pane casareccio biscottato ed immerge¬telo in una scodella piena d'acqua; toglietelo subito dopo ed asciu¬gatelo con un tovagliolo; conditelo con un filo d'olio, aceto, origano, sale e strofinatevi su un peperoncino rosso.
Si può omettere l'aceto e spezzettare un pomodoro ma¬turo sul «biscotto» incorporandovi un po' di sugo.*
 
*La pietanza venne introdotta nella Calabria meridionale dai marinai genovesi che venivano qui per caricare olio e vino. Sulle navi, durante la lunga navigazione, i marinai consumavano forzatamente pane biscottato (gallette) condito con olio, aceto e sale. Cibo quanto mai povero al quale avevano dato il nome, con buona dose di autoironia, di capponata che era (ed è) una pietanza ligure a base di cappone, molto prelibata.
 
 
== Cacuccili* sutt ogghiu ==
«Carduas elixos:
piper, cumintini, liquamen et ole**
 
INGREDIENTI
 
due Kg. di cacoccioli
un litro di aceto
60 gr. di sale
olio d'oliva
aglio
menta
comino (o semi di finocchio selvatico).
 
Pulite accuratamente i cacoccioli liberandoli delle fo¬glioline più dure e dalle punte spinose. Mettete al fuoco una pentola con un litro di acqua ed un litro di aceto; quando andrà in ebollizione calate giù i cacoccioli e fateli bollire per 5 minuti circa; scolateli, asciugateli molto bene, cospargeteli di sale e quindi poneteli in un barattolo di vetro insie¬me ad un po' d'aglio a spicchi interi, a foglioline di menta e semi di comino o di finocchio selvatico. Pressateli con la mano e copriteli interamente con l'olio d'oliva'('). Lasciate maturare per circa 20 giorni - un mese e poi servite come antipasto.
 
*Trattasi di una specie commestibile di cardo, comune nell'Europa meridionale e nel Nord d'Africa, nota con il nome di «Cardo mariano». Citati da Guido Miggiano in «Ricordi della vecchia Reggio», editrice «La Voce di Calabria», Reggio Cal., 1970. - Pare che il loro nome derivi dal greco e significhi cattivo chicco.
I cacoccioli si possono conservare anche seguendo quest'altro procedimento: Dopo averli nettati si pongono in un recipiente di vetro e si aggiunge il sale. Si chiude ermeticamente il recipiente e s'immerge in una pentola piena d'acqua; si porta ad ebollizione lasciando cuocere per cinque minuti circa.
**Questa ricetta è riportata da Apicio nel suo «De re coquifzaria», manuale di gastronomia dell'antica Roma in 9 libri, opera pubbli¬cata a cura di Paolo Buzzi - S.A. Notari, Istituto Editoriale Ita¬liano, Milano 1932. Questa la traduzione: «Cardi lessi: pepe, comi¬no, liquamen e olio». Tenuto conto che il liquamen di Apicio era una salsa a base di erbe aromatiche, spezie ed aceto, possiamo ritenere questa ricetta abbastanza vicina al modo calabrese di preparare i cacoccioli.
Se si vogliono consumare subito in insalata occorre cuocerli un po' di più.