Piemontese: differenze tra le versioni

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Il piemontese:
#È una '''lingua neolatina occidentale''' parlata in Piemonte, ma non su tutto il suo territorio è la prima lingua minoritaria. Nelle valli del Canavese e la Val di Susa (TO), c'è una penetrazione arpitana (la stessa lingua che si parla in Val d'Aosta e che continua al di là delle Alpi in Savoia). Dalla Val Chisone a scendere verso le vallate di Cuneo, il piemontese è compreso, ma le parlate di alta valle di solito vengono incluse nell'occitano. [Se ti stai annoiando passa al punto 54]. A sud-est della città di Alessandria la lingua locale diventa particolarmente dissimile dal Piemontese standard, per via delle influenze liguri, lombarde ed emiliane. Per queste ragioni Novi Ligure è considerata parte dell'area linguistica ligure e Tortona di quella lombarda. La Lomellina, dal punto di vista dei lombardi è un'area con influenze piemontesi, ma si tende a considerare quest'area come i ''granai di Milano''. La provincia di Novara e quella di Verbania, vengono considerate dai piemontesi aree molto influenzate dal lombardo, il che è naturale in un contesto di ''Continuum dialettale''. Tuttavia non ci sono difficoltà ad ammettere il novarese e il verbano nella koiné standard di Torino. Diviene più arduo includere l'ossolano, che rientra a tutti gli effetti nel lombardo occidentale, o ''insubre''.
#Si è '''evoluta dal latino''' parallelamente all'occitano e all'arpitano, conservando alcuni elementi delle parlate celtiche e subendo alcune influenze germaniche.
#Il piemontese rientra nel cosiddetto ''croissant'' che parte da Alessandria e arriva a Valencia (in Catalogna). Il ''croissant'' è identificato come l'area di origine delle lingue neolatine occidentali. Lungo il Ticino i linguisti collocano una confine linguistico sfumato (isoglossa) fra le lingue neolatine occidentali e quelle orientali, di cui fanno parte il veneto, il lombardo e le lingue italiche, assieme con il rumeno.
#Non è necessario fondare nuove correnti di pensiero ortografico. Il piemontese è una lingua in cui '''il parlato non sempre aderisce allo scritto''': questo carattere è necessario per tenere dentro tutte le pronunce geografiche (variazioni diatopiche), dovrebbe essere, a livello teorico, un aiuto a non confondersi e ad avere risposte precise a domande precise.
#Il piemontese ha una grafia scritta con una '''codifica''' che con gli anni è diventata accuratamente '''definita''', abbastanza da poter prendere in mano una penna rossa e correggere accenti acuti e gravi. Si chiama '''Grafìa dij Brandé''', codificata nel '700 e ristrutturata negli anni '30. Questa è una grande fortuna rispetto a lingue che hanno svariati germogli di tradizioni (e stravaganti sperimentazioni) ortografiche. Sappiatela apprezzare.