Storia di Roma/Da Pompeo a Cesare: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 35:
== Guerra civile e trionfo di Cesare ==
[[Immagine:0092 - Wien - Kunsthistorisches Museum - Gaius Julius Caesar-edit.jpg|thumb|Busto di Cesare]]
La situazione politica di Roma purtroppo non era ancora nadibotrosata e cambiata, infatti gli accordi che il triumvirato aveva stipulato avevano messo in luce la poca fattibilità della politica romana. Dopo la morte di Crasso Pompeo si vide da solo a fronteggiare il grande potere che Cesare aveva conquistato dalle vittorie in Gallia, anche il senato aveva paura di Cesare e cercò un modo per privarlo di ogni comando, portandolo alla condizione di privato cittadino. Nel 52 a.C. Clodio morì, dopo uno scontro tra i seguaci di Cesare e quelli di Pompeo nella via Appia, alla notizia la plebe urbana attaccò la curia, la sede del senato dove si tenevano le riunioni. I senatori spaventati cercarono l'appoggio di Pompeo nominandolo '''console senza collega''' (consul sine collega); violando la collegialità di una carica amministrativa tramutando la carica in una sorta di dittatura. Cesare, consapevole della posizione di debolezza in cui si trovava, cercò un accordo con Pompeo e i suoi seguaci, ma le trattative non trovarono una fine. Con un colpo id scena, nel gennaio del 49 a.C. il senato obbligò Cesare a rinunciare al comando sulle sue legioni e emanò un '''senatusconsultum ultimum''' con il quale affidava a Pompeo la difesa dello Stato. Cesare a questo punto con le sue legioni ''varcò il Rubicone'', ovvero il ''pomerium'', il limite che non doveva essere passato con un esercito in armi; questo gesto gravissimo fece scatenare una nuova guerra civile. Alla notizia di quanto aveva fatto Cesare, gran parte dei senatori si rifugiarono a Brindisi presso Pompeo, che stava radunando le sue legioni; la sua strategia era chiara: attaccare Cesare da due fronti, la Spagna dove i trovavano le sue legioni e da Oriente dove erano vasti i rapporti di clientela di Pompeo. Così quest'ultimo partì alla volta della Spagna, lasciando in questo modo a Cesare il pieno controllo su Roma. Cesare, invece, sul piano politico cercò di raffigurarsi come un uomo rispettoso della legge e pronto a restaurare l'ordine; giunto in Spagna sconfisse le truppe pompeiane in pochi mesi, trovando solo un ostacolo a Marsiglia, dopodiché sbarcò in Grecia a Durazzo, dove fu battuto, ma nonostante seguì Pompeo fino in Tessaglia e Farsalo dove sconfisse nuovamente le legioni di Pompeo nel 49 a.C. A questo punto Pompeo si rifugiò in Egitto presso il faraone [[w:Tolomeo XIII|Tolomeo XIII]] che lo fece uccidere a tradimento sperando di guadagnarsi la riconoscenza di Cesare. Giunto in Egitto Cesare uccise Tolomeo, poiché doveva punire colui che aveva osato uccidere un senatore romano e proclamò come suo successore al trono la sorella [[w:Cleopatra VII|Cleopatra]]; con sui instaurò una relazione, dalla quale nacque un figlio, basata sull'interesse politico di entrambi: Cesare mirava alle ricchezze dell'Egitto, mentre Cleopatra al dominio romano. La presenza delle legioni romane in Egitto provò un'insurrezione in Alessandria, ma Cesare comunque riuscì a pacificare l'Egitto nel 47 a.C. e a sconfiggere Farnace il re del Bosforo, che aveva tentato di riconquistare il regno paterno. Nonostante tutto, non tutti i pompeiani avevano rinunciato a combattere, i figli di Pompeo [[w:Sesto Pompeo|Sesto]] e [[w:Gneo Pompeo|Gneo]] radunarono delle truppe in Spagna, ma Cesare con due spedizioni sconfisse questi ultimi avversari, nella battaglia di Tapso in Africa nel 46 a.C. e nella battaglia di Munda in Spagna nel 45 a.C. Cesare rientrò a Roma nel settembre del 45 a.C. e iniziò a presentarsi come '''imperator''' <<generale vittorioso>> (comandate militare). Nessuno a Roma era riuscito a mettere insieme un potere così vasto, conquistare così tante ricchezze con l'aiuto e l'appoggio delle forze armate.
 
[[Categoria:Storia di Roma|Da Pompeo a Cesare]]