Storia dei papi del Novecento/Benedetto XV: differenze tra le versioni

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{{Storia dei papi del Novecento}}
 
'''Eletto a ridosso dello scoppio della prima guerra mondiale, [[w:Papa Benedetto XV''',|Benedetto natoXV]] '''(Giacomo Della Chiesa'''; ('''Genova''', 21 novembre 1854 – '''Roma''', 22 gennaio 1922) fupassò papaalla dalstoria 1914per sinoil allasuo impegno in favore suadella mortepacificazione.
 
== Le origini ==
Giacomo Della Chiesa nacque in unnel piccolo comune, di Pegli, che nelin temposeguito sarebbe poi divenuto un quartiere della più ben notadi Genova, da nobili genitori nobili, Giuseppe Della Chiesa e di Giovanna dei marchesi Migliorati. La famiglia della madre, originaria di Napoli, annoverava tra gli illustrii parenti illustri anche Papapapa Innocenzo VII.
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Giacomo Della Chiesa nacque in un piccolo comune, Pegli, che nel tempo sarebbe poi divenuto quartiere della più ben nota Genova, da nobili genitori, Giuseppe Della Chiesa e di Giovanna dei marchesi Migliorati. La famiglia della madre, originaria di Napoli, annoverava tra gli illustri parenti anche Papa Innocenzo VII.
 
IlLa processoprima difase istruzionedella culminòsua peristruzione la primasi voltaconclude nel 1875, con l'ottenimento della laurea in giurisprudenza, facoltà voluta dal padre, che non acconsentì prima della laurea al ''cursus honorum'' nelle sfere ecclesiastiche del figlio. Ottenuta quindi la laurea, Della Chiesa poté avviarsi agli studi religiosi nei più prestigiosi atenei cattolici, e guadagnòconseguì anche launa seconda laurea, stavolta in teologia.
 
Entrato nella Nunziatura Apostolica insieme al cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, alla morte di questoquesti venne "allontanato" verso l'arcivescovado di Bologna da Pio X, il quale non aveva dimenticato la lotta per l'elezione a pontefice "combattuta" nel 1903 proprio contro Rampolla. Sebbene a quel tempo l'essere arcivescovo di Bologna era una carica riservata ai cardinali, il futuro pontefice poté indossare la berretta cardinalizia solo nel 1914, a meno di tre mesi dal conclave che lo avrebbe eletto papa.<ref>G. Zizola, ''I papi del XX secolo'', Roma 1995, p. 25.</ref>
 
[[File:Bene15coronation1914.jpg|thumb|left|L'incoronazione di papa Benedetto XV]]
Il 3 settembre 1914, a Conclave avviato, fu proprio Giacomo Della Chiesa che andò a succedere a Pio X. La scelta del nome fu in onore del suo predecessore di nome, Papa Benedetto XIV, che proprio come lui fu metropolita presso la diocesi della città emiliana.
==L'elezione==
Il 3 settembre 1914, a Conclave avviato, fu proprio Giacomo Della Chiesa che andò a succederesuccesse a Pio X. La scelta del nome fu inun onoreomaggio del suo predecessore di nome, Papaa Benedetto XIV, che proprio come lui fu metropolita presso la diocesi delladi città emilianaBologna.
 
Benedetto XV fu eletto papa poche settimane dopo l'inizio della prima guerra mondiale. Probabilmente la situazione bellica favorì la sua elezione, essendo un uomo che aveva lavorato alla diplomazia con valenti segretari di Stato, quali Rampolla e Merry del Val; restò un evento eccezionale nella Chiesa l'elezione a papa di un cardinale nominato da soli tre mesi. Consapevole della gravità del momento, decise che l'incoronazione si tenesse non nella basilica di San Pietro ma, più modestamente, nella Cappella Sistina.<ref>G. Zizola, ''I papi del XX secolo'', Roma 1995, p. 24.</ref>
== L'inutile strage della Prima guerra mondiale ==
Per rispetto dei primi morti che la guerra mondiale stava facendo, il nobile pontefice fece tenere la sua incoronazione nella Cappella Sistina, tradizionale palcoscenico delle elezioni dei papi. Sulla guerra, fu estremamente duro il giudizio espresso nell'estate del 1917, quando il conflitto si avviava lentamente alla conclusione:
 
{{quote|Un'inutile== strage|BenedettoLa XV sulla Primaprima guerra mondiale}} ==
[[Immagine:CoA_Benedetto_XV.svg|leftthumb|250pxright|170px|Stemma di Benedetto XV]]
Durante la prima guerra mondiale elaborò diverse proposte di pace e la sua prima enciclica, ''Ad Beatissimi Apostolorum'', del 1º novembre 1914, nella quale si appella ai governanti delle nazioni per far tacere le armi e lo spargimento di sangue. Con l'entrata in guerra anche del regno d'Italia il 24 maggio 1915, la Santa Sede, chiusa e prigioniera in Vaticano, rimase ulteriormente isolata con la dipartita degli ambasciatori degli stati opposti; Benedetto XV non poté far altro che constatare amaramente l'ulteriore allargamento del conflitto e l'incremento dei morti e delle distruzioni. Durante tutto il conflitto non smise di inviare proclami per la pace e per la diplomazia, oltre ad aiuti concreti alle popolazioni civili colpite dalla guerra. È comunemente ricordato per aver definito, nella Nota del 1º agosto 1917, la guerra come «inutile strage»; e va attribuita a lui anche l'espressione, sempre al riguardo dello stesso argomento, della guerra come «suicidio dell'Europa civile».
 
Nonostante la posizione di condanna della guerra assunta dal pontefice, l'adesione di fatto a essa da parte dei cattolici e del clero era stata, nei vari paesi, pressoché totale. In Francia si era realizzata un'''union sacrée'' contro i tedeschi con la piena partecipazione dei cattolici e del clero allo sforzo bellico. In Germania i cattolici si attendevano, dal loro consenso entusiastico alla guerra, la definitiva consacrazione del proprio ruolo nazionale. Anche in Italia la grande maggioranza dei cattolici organizzati e la grande maggioranza dei vescovi, pur con diverse distinzioni e sfumature, aveva finito per aderire senza riserve alla guerra.<ref>G. Verucci, ''La Chiesa nella società contemporanea'', Roma-Bari 1999, pp. 3-4.</ref> Nell'agosto del 1917, in seguito alla pubblicazione della ''Nota di pace'' di Benedetto XV, il padre domenicano Antonin-Dalmace Sertillanges, un predicatore della chiesa della Madeleine a Parigi, esclamò: «Santo Padre, noi non vogliamo la vostra pace».<ref>John F. Pollard, ''Il Papa sconosciuto Benedetto XV (1914-1922) e la ricerca della pace'', Cinisello Balsamo 2001.</ref>
== Il massacro degli armeni ==
Sia Benedetto XV, che il Segretario di Stato Pietro Gasparri, si spesero per evitare in ogni modo le uccisioni dei cristiani d'Oriente, ma le parole dei due grandi non servirono ad evitare il grande eccidio degli armeni da parte della Turchia nel lontano 1915. Costantinopoli, comunque, gli riconobbe un tributo sotto forma di statua quattro anni dopo, con l'epigrafe:
 
Al termine del conflitto il papa si adoperò per riorganizzare la Chiesa nel nuovo contesto mondiale. Riallacciò le relazioni diplomatiche con la Francia e con le altre nazioni. Nel 1920 scrisse la prima enciclica sulla pace, ''Pacem Dei munus''. In essa denuncia la fragilità di una pace che non si fondi sulla riconciliazione:
{{quote|Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o religione, in segno di riconoscenza, l'Oriente|Statua di Benedetto XV a Costantipoli-Istanbul}}
 
{{quote|Se quasi dovunque la guerra in qualche modo ebbe fine, e furono firmati alcuni patti di pace, restano tuttavia i germi di antichi rancori}}
== I cattolici della Cina e la Congregazione per le Chiese Orientali ==
Nell'ambito dell'evangelizzazione dei popoli d'Oriente, nel 1917 diede luogo alla nascita della Congregazione per le Chiese orientali, e riuscì inoltre ad inviare una delegazione in Cina, ma gli sforzi per creare una nunziatura nella capitale Pechino furono vani.
 
Nessuna pace ha valore
== Il diritto e l'istruzione cattolica ==
Furono numerose altre le innovazioni e le scelte di Benedetto XV:
*Creazione del Codice di Diritto Canonico, rimasto in vigore fino alla riforma del 1983
*Istituzione dell'Università Cattolica di Milano
*Rimozione del ''non expedit'', il divieto istituito da Pio IX dopo la Breccia di Porta Pia che vietò ai cattolici di partecipare alla vita politica dell'Italia, e sollecitazione alla fondazione di un partito cattolico (il Partito Popolare Italiano di Don Luigi Sturzo)
*Canonizzazione di Giovanna d'Arco
 
{{quote|se insieme non si sopiscano gli odi e le inimicizie per mezzo di una riconciliazione basata sulla carità vicendevole}}
[[Categoria:Storia dei papi del Novecento|Benedetto XV]]
 
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Secondo il papa, per realizzare la riconciliazione c'è bisogno della fede:
 
{{quote|A risanar le ferite del genere umano, è necessario che vi appresti la sua mano Gesù Cristo, di cui il samaritano era la figura e l'immagine}}
 
Durante il suo pontificato, nell'Impero ottomano si verificarono tragici massacri di cittadini cristiani e Benedetto XV cercò di sostenere in tutti i modi questi perseguitati, con la parola, con l'azione caritatevole e con quella diplomatica. Cercò in particolare di evitare, anche mediante il segretario di Stato, cardinale Pietro Gasparri, il massacro degli Genocidio armeno|armeni in Turchia nel 1915. Questo non impedì che a Costantinopoli nel 1919, gli fosse eretta dai Turchi, sebbene fosse ancora vivente, una statua di sette metri con la scritta «Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o religione, in segno di riconoscenza, l'Oriente».<ref>Alla spesa contribuì personalmente pure il Sultano con 500 lire. Fonte: ''Bollettino Ecclesiastico della Diocesi di Ceneda 1920'', pp. 54-55.</ref>
 
== Le missioni ==
[[File:Benedictus XV.jpg|thumb|right|250px|Benedetto XV nel 1915]]
Benedetto XV è all'origine della rifondazione dell'attività missionaria della Chiesa dell'inizio del Novecento. La lettera apostolica ''Maximum illud'' del 1919 favorì un nuovo impulso alle missioni, con un preciso orientamento al distacco dagli interessi politici delle potenze e di concentrazione sulla comunicazione del Vangelo.
 
Si ricollega a questa visione il tentativo di aprire una nunziatura apostolica a Pechino, al di là della politica delle potenze europee, che rappresentava un forte impedimento all'evangelizzazione. Il Papa riesce a stabilire una delegazione in Cina, che è all'inizio del rinnovamento del cattolicesimo di quel paese.
 
Nella stessa linea si impegnò per l'Oriente cattolico, e fondò nel 1917 la Congregazione per le Chiese orientali. Benedetto XV si mosse con grande rispetto per i popoli a cui la Chiesa si rivolgeva. Per lui il missionario non è portatore di interessi di parte, ma del Vangelo:
 
{{quote|È necessario che chi predica il Vangelo sia uomo di Dio}}
 
La ''Maximum illud'' si conclude con la prospettiva della rinascita di una stagione missionaria:
 
{{quote|È qui, sembrandoci che il divino Maestro esorti noi pure, come un dì Pietro, con quelle parole: "Prendi il largo", quanto ardore di paterna carità ci spinge a voler condurre tutta intera l'umanità all'abbraccio con Lui!}}
 
Sia Benedetto XV, chesia il Segretario di Stato Pietro Gasparri, si spesero per evitare in ogni modo le uccisioni dei cristiani d'Oriente, ma le parole dei due grandi non servirono ada evitare il grande eccidio degli armeni da parte della Turchia nel lontano 1915. Costantinopoli, comunque, gli riconobbe un tributo sotto forma di statua quattro anni dopo, con l'epigrafe:
 
== Altri campi d'azione ==
*CreazioneNel 1917 promulgò la prima edizione del Codice di Dirittodiritto Canonicocanonico, rimastoche rimarrà in vigore fino alla riforma del 1983.
 
Nell'ambito della politica italiana, non soltanto abolì il ''non expedit'', ma incoraggiò la formazione di un partito con base cristiana: il Partito Popolare Italiano.
 
Nel campo religioso curò lo sviluppo degli studi ecclesiastici, e in tal senso decretò l'istituzione della Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, e favorì il riavvicinamento delle chiese orientali.
 
Nel 1920 proclamò santa Giovanna d'Arco; il 28 luglio dello stesso anno scelse Sant'Antonio da Padova quale patrono della Custodia di Terra Santa; durante il suo pontificato si sbloccò la causa di beatificazione del Roberto Bellarmino.
 
In continuità con il predecessore, il pontefice condannò fermamente gli "errori" e lo "spirito" del modernismo nella sua prima enciclica ''Ad Beatissimi Apostolorum'' del 1914 e nominando il più stretto collaboratore del suo predecessore, il Cardinale Merry del Val al Sant'Uffizio. Il Sodalitium Pianum fu riorganizzato e posto sotto la protezione del cardinale Gaetano De Lai nell'agosto 1915, e formalmente sciolto nel 1922.<ref>J. Hennesey, ''La lotta per la purezza dottrinale di una Chiesa arroccata'', in: G. Alberigo, A. Riccardi, ''Chiesa e papato nel mondo contemporaneo'', Roma-Bari 1990</ref>
 
Il pontefice si dimostrò avverso nei confronti dei sionisti e dei loro progetti riguardo alla Palestina. Allo stesso modo di Pio X, si oppose ai piani relativi al controllo ebraico della Terra Santa, affermando in un'allocuzione del 1921 che si era rallegrato «quando i cristiani, con l'aiuto delle truppe alleate ritornavano in possesso dei luoghi santi», e temeva che «gli israeliti potessero trovarsi in una posizione di preponderanza e di privilegio in Palestina». Secondo il papa «La posizione dei cristiani in Palestina non solo non è migliorata, ma è stata anzi peggiorata dai nuovi ordinamenti civili, i quali mirano a scacciare la cristianità delle posizioni finora occupate per sostituirvi gli ebrei».<ref>J. Hennesey, ''La lotta per la purezza dottrinale di una Chiesa arroccata'', in: G. Alberigo, A. Riccardi, ''Chiesa e papato nel mondo contemporaneo'', Roma-Bari 1990.</ref>
 
==Gli ultimi anni e la morte==
Apparentemente dotato di ottima salute (si vantava di aver speso solo 2,5 lire in medicine in tutta la sua vita), morì a causa di una broncopolmonite il 22 gennaio 1922. Il pontefice si ammalò dopo che il suo autista arrivò in ritardo a prenderlo con l'auto nei giardini vaticani, lasciandolo sotto la pioggia gelida dei primi giorni di gennaio troppo a lungo; gli succedette papa Pio XI.
 
==Note==
<references/>
 
 
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