Filosofia presocratica e socratica/Pluralisti: differenze tra le versioni

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===Le quattro radici===
[[File:Populaire wetenschap.PNG|thumb|I [[quattro elementi]]]]
Cercando di spiegare i fenomeni naturali mantenendo però l'assunto parmenideo per cui l'essere è ingenerato e imperituro, Empedocle individua come elementi primordiali '''quattro radici''' (''rhizòmata''), cioè la ''terra'' (elemento solido), l<nowiki>'</nowiki>''aria'' (elemento gassoso), l'''acqua'' (elemento liquido), il ''fuoco'' (luce e calore). Tali radici si mescolano e si separano dando origine alla realtà e al suo divenire. Si noti che, a differenza degli [[Filosofia presocratica e socratica/Naturalisti ionici|ionici]], per i quali il principio si trasformava negli altri elementi, per Empedocle ciascuna delle quattro radici rimane qualitativamente immutata. Il numero di quattro, invece, è probabilmente dovuto all'influenza pitagorica.<ref>Reale, pag. 161</ref>
La filosofia di Empedocle si presenta come un tentativo di combinazione sintetica delle precedenti dottrine ioniche, pitagoriche, eraclitee e parmenidee. Dalla filosofia ionica e da quella di Eraclito egli accoglie l'idea del divenire, del continuo e incessante mutamento delle cose. Da Parmenide, al contrario, accetta la tesi dell'immutabilità e dell'eternità dell'Essere. Empedocle – e come lui anche gli altri fisici pluralisti – cerca di risolvere questa contraddizione distinguendo la realtà che ci circonda, mutevole, dagli elementi primi, immutabili, che la compongono.
 
Cercando di spiegare i fenomeni naturali mantenendo però l'assunto parmenideo per cui l'essere è ingenerato e imperituro, Empedocle giunge così a individuare come elementi primordiali '''quattro radici''' (''rhizòmata''), associando ognuno di essi a un particolare dio della mitologia greca, sulla base di concezioni orfiche e misteriche proprie dei riti iniziatici allora in uso presso la Sicilia orientale.<ref>{{Cita libro|autore=Peter Kingsley|titolo=Misteri e magia nella filosofia antica. Empedocle e la tradizione pitagorica|anno=2007|editore=Il Saggiatore|id=ISBN 978-88-428-1033-9}}</ref> I quattro elementi (e i rispettivi dèi associati) dunque sono:
*fuoco (Zeus),
*aria (Era),
*terra (Edoneo),
*acqua (Nesti).
 
Cercando di spiegare i fenomeni naturali mantenendo però l'assunto parmenideo per cui l'essere è ingenerato e imperituro, Empedocle individua come elementi primordiali '''quattro radici''' (''rhizòmata''), cioè laLa ''terra'' (elemento solido), l<nowiki>'</nowiki>''aria'' (elemento gassoso), l'''acqua'' (elemento liquido), il ''fuoco'' (luce e calore). Tali radici si mescolano e si separano dando origine alla realtà e al suo divenire. Si noti che, a differenza degli [[Filosofia presocratica e socratica/Naturalisti ionici|ionici]], per i quali il principio si trasformava negli altri elementi, per Empedocle ciascuna delle quattro radici rimane qualitativamente immutata. Il numero di quattro, invece, è probabilmente dovuto all'influenza pitagorica.<ref>Reale, pag. 161</ref>
 
La realtà è governata dai princìpi di '''amicizia''' (''philia''), che porta le radici ad aggregarsi tra loro, e di '''inimicizia''' (''neikos''), che le separa. Si tratta di realtà naturali, che stabiliscono i ritmi dello sviluppo e dei mutamenti naturali:<ref>Reale, pag. 162</ref> il divenire è un moto ciclico che vede contrapporsi amore e odio, dando vita a quattro età. In una prima fase in cui predomina l'amicizia e le cose sono unite in armonia (''sfero'') si inserisce l'odio (''età dell'odio''), il quale prende il sopravvento e separa tutto ciò che era unito (''caos''), fino al ritorno dell'amore (''età dell'amore'').<ref>Cioffi ''et al.'', pag. 148</ref>
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Tutto questo ha dei risvolti nel campo della conoscenza. Basandosi sul principio secondo cui «il simile conosce il simile», il filosofo afferma che, siccome tutte le cose sono composte dalle quattro radici, la conoscenza avviene quando gli elementi che sono in noi vengono a contatto con gli stessi elementi all'esterno. La sensazione avviene per mezzo di effluvi che si distaccano dagli oggetti e penetrano in noi attraverso pori.
 
===LaLe purificazionepurificazioni===
Nel pensiero di Empedocle ricopre un ruolo importante l'aspetto religioso. Uno dei suoi due poemi a noi giunti, le ''Purificazioni'', tratta del tema della divinità, intesa come una mente in grado di muoversi per l'intero universo a una velocità istantanea, non coglibile attraverso i sensi. L'anima dell'uomo è invece un dèmone cacciato dall'Olimpo per una colpa originaria, il quale potrà però ritornavi in seguito a una '''purificazione''', attraverso una serie di incarnazioni in vite via via sempre più nobili.<ref>Reale, pagg. 167-168</ref>
Qui Empedocle riprende la teoria orfica e pitagorica della metempsicosi, affermando l'esistenza di una legge di natura che fa scontare agli uomini i propri peccati attraverso una serie continua di nascite e di morti, tramite cui l'anima, di origine divina, trasmigra da un essere vivente all'altro (animale o vegetale) per millenni. Questa concezione conduce al rifiuto assoluto dei sacrifici, poiché in ogni essere vivente vi è un'anima umana, che sta compiendo il suo ciclo di reincarnazioni. Se nel corso di questo ciclo l'anima si è comportata secondo giustizia, al termine potrà tornare nella sua condizione divina.
 
==Anassagora==