Utente:Riccardo Rovinetti/Sandbox 13: differenze tra le versioni

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I primi a porsi il quesito su quale fosse l'intima struttura della materia furono i filosofi greci. '''[[w:Leucippo|Leucippo]]''' e '''[[w:Democrito|Democrito]]''' (V secolo a.C.) sostenevano che ''la materia fosse composta da microscopici corpuscoli detti '''atomi'''''. Questi erano indistruttibili e infatti il nome atomo, dal greco ἄ-τομος (letteralmente senza-pezzi), significa indivisibile. Essi, secondo i due filosofi, sono sempre esistiti e si muovevano, separati dal vuoto, incessantemente; avevano anche forme, pesi e temperature diverse.<ref>Bertand Russel, op. cit., pag 83.</ref><br />
La loro teoria tuttavia cozzava con quella di un loro precedente, [[w:Anassagora|Anassagora]] (VI secolo a.C.),[[w:Anassagora|Anassagora]], il quale sosteneva che ''la materia fosse divisibile all'infinito'': secondo lui, preso un oggetto potevo spezzarlo a metà, in quarti, in decimi, in millesimi e così via all'infinito.
 
Chi di loro avesse ragione non si saprà fino al XX secolo, e per ora non si vuole certo rovinare al lettore la sorpresa. Comunque le teorie di questi filosofi erano pensieri astratti; erano logici ma non erano provati da alcun esperimento scientifico, e quindi rimasero semplici congetture per più di 25 secoli.