Fisica classica/Moti relativi: differenze tra le versioni

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[[Fisica_classica/Energia_e_lavoro| Argomento precedente: Energia e lavoro]]
Abbiamo iniziato lo studio della cinematica chiarendo il concetto che lo studio di un corpo in movimento e di conseguenza la definizione della sua traiettoria è possibile se definiamo a priori un certo sistema di riferimento rispetto al quale calcolare la posizione del corpo e derivarne le leggi del moto.
Nei sistemi di riferimento non inerziali le leggi della dinamica sono modificate e si manifestano delle forze che vengono chiamate '''fittizie''' o '''apparenti'''.
Tali forze non provengono da nessuna interazione tra oggetti, ma piuttosto dalla accelerazione propria del [[w:Sistema_di_riferimento_non_inerziale|sistema di riferimento non inerziale]]. Si noti che un cambiamento di sistema di riferimento ad esempio da cartesiano a polare non comporta l'insorgere di forze apparenti, anche se le leggi del molto possono variare da un tipo all'altro di sistema di riferimento.
 
Le forze dovute al moto relativo non uniforme tra i due sistemi di riferimento sono chiamate forze apparenti. La [[Fisica_classica/Dinamica#Seconda_legge_della_dinamica_.28detta_anche_II_legge_di_Newton.29|II legge della dinamica]] continua ad essere valida e quindi l'accelerazione si mantiene proporzionale alla forza.
Le leggi fisiche ricavate valgono in questo primo sistema di riferimento ma nulla ci impedisce di prenderne in considerazione un altro rispetto al quale il corpo ha una posizione differente ma le leggi che regolano il moto sono dello stesso tipo. Quindi possiamo affermare che le leggi fisiche non dipendono dal sistema di riferimento ma per esse lo spazio è omogeneo ed isotropo, ovvero non vi è un punto privilegiato e nemmeno una direzione privilegiata per lo studio delle leggi fisiche.
 
Una forza apparente compare su un oggetto quando il sistema di riferimento usato per descrivere il movimento dell'oggetto stesso viene accelerato rispetto a un sistema di riferimento inerziale. Le accelerazioni possono avvenire in maniera molto diversa, ma per spiegare i fenomeni si enucleano 4 forze apparenti: 1) quella causata da accelerazioni in linea retta; 2) quella riguardante un sistema in rotazione ([[w:Forza_centrifuga|forza centrifuga]]); 3) moto in un sistema in rotazione ([[w:Forza_di_Coriolis|la forza di Coriolis]]);
Tutto questo vale se i due sistemi di riferimento sono fissi, ma nel caso uno fosse in moto relativo rispetto all'altro allora le cose cambiano: le leggi sono differenti nei due sistemi di riferimento.
4) sistema in rotazione velocità angolare variabile.
 
=Esempi di forze apparenti=
Iniziamo col dire che presi due sistemi di riferimento con origine in ''' O ''' (fisso) ed ''' O' ''' (in moto) un punto '''P''' nello spazio ha una distanza <math>\vec r</math> da '''O''' ed una distanza <math>\vec r_1</math> da ''' O' '''.
Prima di fare una analisi dettagliata si fanno degli esempi chiarficatori
==Accelerazione in linea retta==
 
[[Image:Accelerating car.PNG|thumb |250px|Figura ''in alto'': una macchina in accelerazione di massa ''M'' con un passeggero di massa ''m''. Figura ''di mezzo'' cosa avviene dal punto di vista di un riferimento inerziale. Figura ''in basso'' cosa avviene nel sistema di riferimento solidale alla macchina]]
Possiamo dire allora che
:<math>\vec r = \vec {OO'} + \vec r_1</math>
ed utilizzando le regole di derivazione dei versori e dei vettori e i concetti di relazioni tra spazio, velocità ed accelerazione cerchiamo di ottenere le relazioni vettoriali fondamentali per i due sistemi.
 
Un esempio facilmente comprensibile è quello mostrato nella figura a fianco nella porzione in alto. Una macchina di massa ''M'' con un passeggero di massa ''m'' in fase di accelerazione.
== Velocità relativa ==
Il passaggero si sente schiacciare contro il sedile. Nel sistema di riferimento inerziale non vi è nessuna forza che spinge il passaggero contro il sedile. Mentre nel sistema di riferimento non inerziale della macchina vi è una forza fittizia -m'''a''' che spinge il passeggero contro il sedile. Vi sono due modi possibili di analizzare il problema:
 
Iniziamo dalla velocità rispetto al sistema fisso: derivando abbiamo che <math>\vec v = \frac{d \vec r}{dt}</math>, quella rispetto ad ''' O' ''' è <math>\vec v_1=\frac{d\vec r_1}{dt}</math> e quella del sistema ''' O' ''' rispetto ad ''' O ''' <math>\vec v_{O'}=\frac {d \vec {OO'}}{dt}</math>
 
# Figura centrale. Punto di vista di un sistema di riferimento inerziale la macchina sta accelerando. Per mantenere il passeggero sul sedile dellla macchina deve essere esercitata una forza sul passeggero. La forza è la reazione vincolare del sedile, che ha incominciato a muoversi in avanti quando la macchina ha accelerato e ha compresso il sedile verso il passeggero fino a raggiungere una situazione di equilibrio dinamico in maniera che la macchina e il passeggero si muovono insieme. Il passeggero quindi viene accelerato esattamente come la macchina con la forza della spinta del sedile.
Otteniamo <math>\vec v = \vec v_{O'}+\vec v_1+x'\frac{d \vec u_x'}{dt}+y'\frac{d \vec u_y'}{dt}+z'\frac{d \vec u_z'}{dt}</math> e ricordando che <math>\frac{d \vec u_i}{dt}=\vec \omega \times \vec u_i</math> otteniamo
# Figura in basso. Dal punto di vista dell'interno della macchina, un sistema di riferimento non inerziale, vi è una forza fittizia che spinge il passeggero contro il sedile, con valore pari alla massa del passeggero moltiplicata per la accellerazione della macchina. Questa forza spinge il passegero contro il sedile, fino a quando il sedile compresso non compensa esattamente la forza fittizia. In questo sistema di riferimento il passeggero è in quiete.
:<math>\vec v = \vec v_{O'}+\vec v_1+\vec \omega \times \vec r_1</math>
Questa relazione è il '''teorema delle velocità relative'''
Mentre nel sistema inerziale vi è solo la forza propulsiva della macchina che accelera la vettura e con essa il sedile rigidamente connesso, mentre la spinta del sedile agisce sul passeggero che si muove con la vettura. Nel sistema di riferimento non inerziale, la vettura in moto, lo stato di quiete è giustificato da due forze equali ed opposte quella fittizia del passeggero contro il sedile e quella del sedile contro il passeggero. La spiegazione fisica è più semplice nel sistema inerziale, ma la formulazione matematica potrebbe essere più complicata nel sistema inerziale. In questo caso specifico non vi è differenza di calcolo nei due sistemi di riferimento.
La differenza tra le velocità dei due sistemi viene chiamata '''velocità di trascinamento''' e risulta <math>\vec v_t=\vec v_{O'}+\vec \omega \times \vec r_1</math>
 
L'esempio illustra come le forze apparenti sono una conseguenza dell'osservazione dei fatti in un sistema di riferimento non inerziale. Vi sono dei casi in cui è più semplice studiare i fenomeni dal punto di vista di un sistema non inerziale.
Questo termine ha due componenti, una traslatoria legata a <math>\vec v_{O'}</math> ed una rotatoria legata a <math>\vec \omega</math>, corrisponde in generale ad un '''moto rototraslatorio'''.
 
== Forza centrifuga==
Un effetto simile si ha nel moto lungo un circuito circolare di una macchina. Dal punto di vista di un sistema di riferimento sulla strada si osserva un moto circolare della macchina. Quando lo stesso fenomeno è osservato in un sistema sulla macchina appare una forza apparente detta forza centrifuga. Se la macchina si muove a velocità costante lungo il tratto di strada circolare, gli occupanti della macchina si sentono spinti in fuori dal centro di rotazione dalla forza centrifuga. Anche in questo caso il fenomeno può essere visto dal punto di vista del sistema inerziale e da quello non inerziale solidale con la macchina.
 
# Dal punto di vista del sistema di riferimento inerziale stazionario rispetto alla strada, la macchina accelera verso il centro del cerchio. L'accelerazione è necessaria in quanto la direzione della velocità cambia, anche se in modulo rimane costante. La accelerazione verso il centro è chiamata accelerazione centripeta e richiede una forza centripeta per permettere il moto circolare. Nel caso di una macchina questa forza è fornita in genere dall'attrito statico tra le ruote e la strada. Questa forza causa il movimento lungo una circonferenza. In questo caso a causa dell'attrito statico tra passeggero e il sedile su cui è poggiato, anche il passeggero si muove di moto circolare uniforme come la macchina.
# Dal punto di vista del sistema del sistema di riferimento ruotante, che si muove con la macchina, vi è una forza fittizia centrifuga che spinge gli occupanti della macchina verso l'esterno a cui ci oppone l'attrito del sedile che impedisce che le persone vadano a urtare la portiera. In questo riferimento il passeggero è fermo.
 
== Forza di Coriolis ==
[[File:Coriolis_effect09.png|thumb |250px|Schema di come nasce un tifone tropicale]]
 
Se da una torre alta 50 m viene lanciato un oggetto, se l'attrito dell'aria è trascurabile, cadrà in un punto a 7.7 mm ad est dalla verticale. Dal punto di vista di un osservatore sulla terra, sistema ruotante non inerziale, vi è la forza apparente di Coriolis che causa un moto non rettilineo, dal punto di vista di un osservatore inerziale durante il tempo di caduta la terra ruota e quindi l'oggetto cade in linea retta e la terra gli si sposta di sotto. Nei sistemi di riferimento ruotanti la forza di Coriolis dipende dalla velocità relativa rispetto al sistema di riferimento inerziale. Quindi se vi è un apparente equilibrio statico non vi è nessuna forza di Coriolis.
 
Un altro esempio di forza di Coriolis è dato da quello che succede se vi è una area di bassa pressione su cui convergono dei venti (frecce blu). A causa della forza di Coriolis se si è nell'emisfero boreale a causa della rotazione terrestre una corrente che viene da Nord viene deviata verso Ovest (tanto più quanto veloce è il vento). Mentre per una che viene da sud viene deviata verso est. Dal punto di vista di un osservatore esterno è la terra che ruota. Se non vi è vento l'atmosfera ruota con la terra e non si ha formazione di nessun vortice: quindi la combinazione del moto della terra e di correnti d'aria causa tale effetto. Come conseguenza nell'emisfero boreale i vortici girano in verso antiorario e nell'emisfero australe ruotano in senso antiorario.
 
 
== Forza di trascinamento angolare==
Se durante il moto di una macchina lungo una circonferenza aumenta la velocità angolare si ha un qualcosa di simile a quello che si è descritto nel moto accelerato lineare. Dal punto di vista del sistema non inerziale vi è oltre alla forza centrifuga una forza apparente che spinge il passeggero verso il sedile. Se invece la macchina è in fase di decelerazione il passeggero viene spinto verso il parabrezza. Dal punto di vista di un osservatore inerziale vi sono solo la forza centrifuga e la accelerazione angolare con la relativa forza.
 
= Formulazione analitica=
[[Image:Moving coordinate system.PNG|thumb|400px|| Un oggetto in '''x'''<sub>A</sub> nel sistema di riferimento inerziale ''A'' ha una posizione '''x'''<sub>B</sub> nel sistema accelerato ''B''. L'origine di ''B'' è in '''X'''<sub>AB</sub> nel sistema ''A''. Le orientazioni del sistema ''B'' è determinato dai versori lungo i suoi assi delle coordinate '''u'''<sub>j</sub> con ''j'' = 1, 2, 3. Usando questi assi, le coordinate dell'oggetto nel sistema ''B'' sono '''x'''<sub>B</sub> = ( '''''x'''''<sub>1</sub>, '''''x'''''<sub>2</sub>, '''''x'''''<sub>3</sub></font> )]]
 
La figura serve per fare una formulazione analitica dei moti relativi. Un punto materiale di massa ''m'' e posizione '''x'''<sub>A</sub>(''t'') in un sistema di riferimento inerziale A. Consideriamo
un sistema di riferimento non inerziale B la cui origine è in '''X'''<sub>AB</sub> nel sistema ''A''. Nel sistema B la posizione del punto materiale è '''x'''<sub>B</sub>(''t''). Vogliamo determinare le forze agenti nel sistema di riferimento B sul punto materiali
Gli assi delle coordinate nel riferimento B sono identificati dai versori '''u'''<sub>j</sub> con ''j'' {&thinsp;1,&thinsp;2,&thinsp;3&thinsp;} per i tre assi delle coordinate.
 
Quindi la posizione del punto materiale secondo il sistema B è:
:<math> \mathbf{x}_\mathrm{B} = \sum_{j=1}^3 x_j \mathbf{u}_j \ . </math>
Mentre nel sistema A la posizione è:
:<math>\mathbf{x}_\mathrm{A} =\mathbf{X}_\mathrm{AB} + \sum_{j=1}^3 x_j \mathbf{u}_j \ . </math>
I versori {&thinsp;'''u'''<sub>''j''</sub>&thinsp;} non variano di ampiezza nel tempo, quindi la loro derivata temporale è diversa da zero se il sistema B ruota. Inoltre il vettore '''X'''<sub>AB</sub> fornisce la posizione dell'origine di B rispetto ad A, e non include la rotazione del sistema B solo i versori possono ruotare.
== Velocità relativa==
 
Quindi facendo la derivate temporali, la velocità del punto materiale diviene:
:<math> \frac {d \mathbf{x}_\mathrm{A}}{dt} =\frac{d \mathbf{X}_\mathrm{AB}}{dt} + \sum_{j=1}^3 \frac{dx_j}{dt} \mathbf{u}_j + \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} \ . </math>
Il primo termine è la velocità con cui si sposta l'origine di B ('''v'''<sub>AB</sub>). Il secondo termine è la velocità del punto materiale, cioè '''v'''<sub>B</sub> nel sistema di riferimento B, quindi possiamo scrivere:
 
:<math> \frac {d \mathbf{x}_\mathrm{A}}{dt} =\mathbf{v}_\mathrm{AB}+ \mathbf{v}_\mathrm{B} + \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt}. </math>
L'interpretazione di questa equazione è che la velocità del punto materiale vista dall'osservatore in A considte di quella che l'osservatore in B chiama velocità, cioè '''v'''<sub>B</sub>, più due termini aggiuntivi uno dovuto alla velocità dell'origine
e l'altro dovuto alla rotazione del sistema di riferimento, l'effetto di quest'ultimo termine è tanto più grande quanto il punto materiale è lontano dall'origine in B.
== Accelerazione relativa ==
Per ottenere l'accelerazione bisogna fare una ulteriore derivata nel tempo:
:<math> \frac {d^2 \mathbf{x}_\mathrm{A}}{dt^2} = \mathbf{a}_\mathrm{AB}+\frac {d\mathbf{v}_\mathrm{B}}{dt} + \sum_{j=1}^3 \frac {dx_j}{dt} \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} + \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d^2 \mathbf{u}_j}{dt^2}=\mathbf{a}_\mathrm{AB}+\frac {d\mathbf{v}_\mathrm{B}}{dt} + \sum_{j=1}^3 v_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} + \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d^2 \mathbf{u}_j}{dt^2}. </math>
 
Usando la stessa formula già usata per la derivata temporale di '''x'''<sub>B</sub>, le derivata della velocità ('''v'''<sub>B</sub>) in forma esplicita diviene:
 
:<math>\frac {d\mathbf{v}_\mathrm{B}}{dt} =\sum_{j=1}^3 \frac{d v_j}{dt} \mathbf{u}_j+ \sum_{j=1}^3 v_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} =\mathbf{a}_\mathrm{B} + \sum_{j=1}^3 v_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt}. </math>
Di conseguenza
:<math> \frac {d^2 \mathbf{x}_\mathrm{A}}{dt^2}=\mathbf{a}_\mathrm{AB}+\mathbf{a}_\mathrm{B} + 2\ \sum_{j=1}^3 v_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} + \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d^2 \mathbf{u}_j}{dt^2}.</math>
== Forze apparenti==
Moltiplicando per la massa si ha che:
:<math>\mathbf{F}_\mathrm{A} = \mathbf{F}_\mathrm{B} + m\mathbf{a}_\mathrm{AB}+ 2m \sum_{j=1}^3 v_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} + m \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d^2 \mathbf{u}_j}{dt^2}\ . </math>
La forza osservata nel riferimento B, '''F'''<sub>B</sub> = ''m'''''a'''<sub>B</sub> è dovuta alla forza reale , '''F'''<sub>A</sub>, da:
 
:<math>\mathbf{F}_\mathrm{B} = \mathbf{F}_\mathrm{A} + \mathbf{F}_{\mbox{apparenti}},</math>
 
dove:
 
:<math> \mathbf{F}_{\mbox{apparenti}} = -m\mathbf{a}_\mathrm{AB} - 2m\sum_{j=1}^3 v_j \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} - m \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d^2 \mathbf{u}_j}{dt^2}\ . </math>
La prima forza apparente è dovuta all'accelerazione dell'origine di B.
Il secondo termine è la cosidetta accelerazione di Coriolis (il fattore due deriva da due contributi diversi come ricavato con la derivazione analitica)
Il terzo termine contiene sia la accelerazione centrifuga che l'eventuale accelerazione angolare.
 
La seconda legge della dinamica vale anche per le forze apparenti, che possono essere considerate forze a tutti gli effetti.
 
Alcuni casi particolari permettono di esplicitare meglio le cose.
==Sistema di riferimento ruotante==
Una situazione comune è quando il sistema di riferimento ruota. A causa di tale rotazione il sistema di riferimento B non è inerziale, dovuto al fatto che per avere rotazione è necessaria una accelerazione, quindi in questo caso se ci si mette nel riferimento in rotazione sono sempre presenti forze apparenti.
 
Per derivare l'espressione delle forze apparenti, è necessario esplicitare le derivate dei versori delle coordinate del sistema in rotazione. Se la rotazione del sistema ''B'' è rappresentata da un vettore '''Ω''' che punta lungo l'asse di rotazione con direzione determinata dalla [[w:Regola_della_mano_destra|regola della mano destra]] e con ampiezza data da:
:<math> |\boldsymbol{\Omega} | = \frac {d \theta }{dt} = \omega (t), </math>
Allora la derivata prima temporale dei tre versori che descrivono il sistema ''B'' è:
:<math> \frac {d \mathbf{u}_j (t)}{dt} = \boldsymbol{\Omega} \times \mathbf{u}_j (t), </math>
La derivata seconda temporale è:
:<math>\frac {d^2 \mathbf{u}_j (t)}{dt^2}= \frac{d\boldsymbol{\Omega}}{dt} \times \mathbf{u}_j +\boldsymbol{\Omega} \times \frac{d \mathbf{u}_j (t)}{dt} = \frac{d\boldsymbol{\Omega}}{dt} \times \mathbf{u}_j+ \boldsymbol{\Omega} \times \left[ \boldsymbol{\Omega} \times \mathbf{u}_j (t) \right], </math>
abbiamo usato le regole del prodotto vettoriale. Queste derivate sono sostituite
nella espressione finale della [[Fisica_classica/Moti_relativi#Accelerazione_relativa|accelerazione relativa]] ponendo '''a'''<sub>AB</sub> = 0 (escludendo traslazione dell'origine e ponendo l'accento sulla sola rotazione):
:<math> \frac {d^2 \mathbf{x}_\mathrm{A}}{dt^2}=\mathbf{a}_\mathrm{B} + 2\sum_{j=1}^3 v_j \ \frac{d \mathbf{u}_j}{dt} + \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d^2 \mathbf{u}_j}{dt^2},</math>
:<math>\mathbf{a}_\mathrm{A} = \mathbf{a}_\mathrm{B} +\ 2\sum_{j=1}^3 v_j \boldsymbol{\Omega} \times \mathbf{u}_j (t) + \sum_{j=1}^3 x_j \frac{d\boldsymbol{\Omega}}{dt} \times \mathbf{u}_j \ + \sum_{j=1}^3 x_j \boldsymbol{\Omega} \times \left[ \boldsymbol{\Omega} \times \mathbf{u}_j (t) \right]</math>
:<math>=\mathbf{a}_\mathrm{B} + 2 \boldsymbol{\Omega} \times\sum_{j=1}^3 v_j \mathbf{u}_j (t) + \frac{d\boldsymbol{\Omega}}{dt} \times \sum_{j=1}^3 x_j \mathbf{u}_j + \boldsymbol{\Omega} \times \left[\boldsymbol{\Omega} \times \sum_{j=1}^3 x_j \mathbf{u}_j (t) \right].</math>
Riunendo i termini, ed esprimendo in funzione di '''a'''<sub>B</sub>, si ha che:
:<math>\mathbf{a}_B=\mathbf{a}_A - 2\boldsymbol{\Omega} \times\mathbf{v}_\mathrm{B} - \frac{d\boldsymbol{\Omega}}{dt} \times \mathbf{x}_\mathrm{B} - \boldsymbol{\Omega} \times \left(\boldsymbol{\Omega} \times \mathbf{x}_B \right)\ .</math>
L'accelerazione '''a'''<sub>A</sub> è quella che si osserva nel sistema inerziale A ed è dovuta alle forze esterne reali, mentre l'accelerazione '''a'''<sub>B</sub> vista nel sistema ruotante B ha parecchi termini aggiuntivi oltre a questo
 
:<math> -2\boldsymbol{\Omega} \times\mathbf{v}_\mathrm{B}\ </math> è l'accelerazione di Coriolis normale alla direzione di <math> \boldsymbol{\Omega} </math> (velocità angolare del sistema B) e di <math> \mathbf{v}_\mathrm{B}\ </math> (velocità del punto materiale nel sistema B). La forza di Coriolis quindi è una forza che fa deviare dalla traiettoria rettilinea che non fa lavoro e la cui azione è tanto maggiore quanto maggiore è <math> \mathbf{v}_\mathrm{B} </math>.
Ora deriviamo da questa relazione per derivazione la formula dell'accelerazione
:<math>\vec a=\vec a_1+\vec a_{O'}+\vec \omega \times (\vec \omega \times \vec r_1)+\frac{d \vec \omega}{dt} \times \vec r_1+2 \vec \omega \times \vec v_1</math>
Questo è il '''teorema delle accelerazioni relative'''
 
:<math> - \frac{d\boldsymbol{\Omega}}{dt} \times \mathbf{x}_\mathrm{B} \ .</math> è nella stessa direzione del moto e dipende dalla variazione nel tempo della velocità angolare del sistema di riferimento ruotante. Se la velocità angolare è costante, come nel moto dei pianeti intorno al proprio asse, tale termine è nullo.
Analizziamo ora anche i termini di questa relazione: l''''accelerazione di trascinamento''' è data da <math>\vec a_{O'}+\vec \omega \times (\vec \omega \times \vec r_1)+\frac{d \vec \omega}{dt} \times \vec r_1</math>.
 
:<math>-\boldsymbol{\Omega} \times \left(\boldsymbol{\Omega} \times \mathbf{x}_B \right)\ .</math> è la cosidetta accelerazione centrifuga, infatti sviluppando i prodotti vettoriali, si può far vedere come sia sul piano passante per il centro di rotazione ma diretta verso l'esterno.
L'ultimo termine è chiamato '''accelerazione di Coriolis''' data da <math>\vec a_c = 2 \vec \omega \times \vec v_1</math>.
 
La forza netta sul punto materiale secondo gli osservatori sul sistema ruotante '''F'''<sub>B</sub> = ''m'''''a'''<sub>B</sub>. Se le loro osservazione sono il risultato dell'applicazione della seconda legge della dinamica, debbono considerare che la forza addizionale '''F'''<sub>app</sub> è presente, così che alla fine '''F'''<sub>B</sub> = '''F'''<sub>A</sub> + '''F'''<sub>app</sub>. In poche parole, le forze apparenti dagli osservatori nel sistema B per fornire il comportamento previsto dalle leggi della dinamica è:
=== Sistemi inerziali ===
 
Si definisce '''sistema inerziale''' un sistema dove un corpo non soggetto a forze mantiene il suo stato di moto ovvero un sistema dove vale la legge d'inerzia.
Un sistema in moto rettilineo uniforme non rotazionale rispetto al sistema fisso di riferimento ha le seguenti proprietà <math>\vec v_{O'}= costante , \vec \omega =0 , \vec a{O'}=0</math> e quindi dalle relazioni ricavate precedentemente ricaviamo che l'accelerazione nel sistema in moto vale <math>\vec a_1=\vec a</math> e quindi ne ricaviamo un risultato fondamentale:
 
:<math>
{{definizione|Preso un sistema di riferimento inerziale, tutti i sistemi che si muovono di moto rettilineo uniforme rispetto al primo sono anche loro sistemi inerziali}}
\mathbf{F}_{\mathrm{app}} = - 2 m \boldsymbol\Omega \times \mathbf{v}_\mathrm{B} - m \boldsymbol\Omega \times (\boldsymbol\Omega \times \mathbf{x}_\mathrm{B}) - m \frac{d \boldsymbol\Omega}{dt} \times \mathbf{x}_\mathrm{B}.
</math>
 
Se invece il moto del secondo sistema non è rettileneo uniforme allora siamo in presenza di un contributo dato dalla forza effettiva chiamata '''forza vera''' e da '''forze apparenti''' date dalle accelerazioni di trascinamento e da quella di Coriolis.
 
[[Fisica_classica/Moti relativi| Argomento seguente: Moti relativi]]
Infatti riportando il risultato ottenuto per l'accelerazione alla seconda legge di Newton, se nel primo sistema abbiamo <math>\vec F= m \vec a</math> nel secondo avremo <math>m \vec a_1=\vec F-m \vec a_t+ \vec a_c</math> e cioè in un sistema non inerziale abbiamo il contributo delle '''forze apparenti'''.
 
[[Categoria:Fisica classica|Moti relativi]]
{{Avanzamento|10075%|59 ottobreAgosto 20082013}}